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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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sione e disorientamento, spesso per-
ché non si dispone di sicuri e corretti
criteri che guidano la scelta e l’utiliz-
zo delle informazioni. Attraverso la
fase poi di valutazione delle opzioni
vengono rivisti i desideri e le aspet-
tative, le realizzazioni personali, sco-
lastiche e professionali e gli aspetti
deludenti e fallimentari; vengono
considerate le risorse personali a cui
attingere nuove energie e le motiva-
zioni all’acquisizione e allo sviluppo
di nuove competenze; vengono valu-
tati i sentimenti, le speranze e gli
investimenti sul proprio futuro; ven-
gono considerati criticamente le pos-
sibilità concrete offerte dalla società,
ma anche i limiti o gli ostacoli che
possono intervenire nella realizza-
zione del proprio progetto; vengono
rivisti i valori su cui si basa la pro-
pria vita e la qualità delle proprie
relazioni interpersonali (Mancinelli,
1998). È importante, quindi, che l’in-
dividuo affronti il problema della
scelta e della presa di decisione con-
siderando il momento che sta viven-
do e conoscendo le variabili e le stra-
tegie implicate nel processo decisio-
nale perché fare una scelta così
importante comporta una serie di
competenze che maturano nel tempo
all’interno di una relazione altamen-
te educativa e responsabilizzante.
STRATEGIE DECISIONALI:
COME AFFRONTARE
IL PROBLEMA?
Tra gli aspetti da considerare quando
parliamo della presa di decisione, vi è
il costrutto dell’indecisione che, oltre
a influenzare i processi di scelta sco-
lastico-professionale, potrebbe essere
responsabile anche di forme più o
meno accentuate di disagio giovanile
(Soresi & Nota, 2000). Oggi è stata
abbandonata la visione dicotomica
del problema (decisione-indecisione)
per pensare a diversi livelli di deci-
sione e di indecisione che vengono
collocati lungo un continuum ai cui
estremi si collocano le situazioni di
persone completamente decise o
indecise (Lucas, 1993). Vi sono indivi-
dui che non decidono, per esempio,
perché sono impegnati nella raccolta
di informazioni, altri perché non
sanno affrontare adeguatamente il
processo decisionale e spesso tali sog-
getti presentano forti livelli di ambi-
valenza, scarsa identità personale,
bassa autostima,
locus of control
ester-
no e la tendenza a colpevolizzare gli
altri per gli ostacoli che incontrano.
Generalmente, sono individui che
hanno basato le scelte su un solo fat-
tore, trascurandone altri.
Importante, a questo riguardo, è an-
che la distinzione proposta da Vigliet-
ti (1982) relativa alle strategie de-
cisionali che gli adolescenti mettono
in atto nella scelta del loro futuro sco-
lastico e professionale. Egli distingue
tra: decisioni
impulsive
(quando il
ragazzo sceglie la prima alternativa
che sembra più adatta);
fatalistiche
(quando si sceglie soltanto in base a
fattori esterni);
subìte
(quando sono gli
altri che decidono per il ragazzo);
pro-
crastinate
(quando si rimanda di conti-
nuo la scelta senza arrivare mai a una
conclusione);
agonizzanti
(quando
tutta l’attenzione è focalizzata sulla
ricerca ossessiva di sempre maggiori
informazioni senza poi riuscire a uti-
lizzarle);
intuitive
(quando sono fatte
soltanto in base a fattori emotivi e non
razionali);
paralitiche
(quando sono
accompagnate da una forte ansia);
pia-
nificanti
(quando sono il risultato di
un processo decisionale strutturato).
A partire da interviste incentrate
sul modo in cui le persone decido-
no. Arroba (1977) distingue poi sei
strategie decisionali, che presenta
come stili:
• Stile logico
, in cui la persona
valuta obiettivamente la situazio-
ne, preoccupata solo di prendere
una decisione che le faccia rag-
giungere i propri obiettivi.
• Stile cieco
, dove la decisione è
presa velocemente e senza obietti-
vità.
• Stile esitante
, in cui la decisione
viene costantemente rimandata.
• Stile emotivo
, in cui la decisione è
presa in base alle preferenze sog-
gettive e i sentimenti.
• Stile accomodante
, dove la deci-
sione è conforme a ciò che gli altri
pensano del soggetto.
• Stile intuitivo
, in cui la decisione
si impone all’individuo senza che
egli sia capace di giustificarla.
Arroba ha messo in evidenza attra-
verso una serie di studi che, la mag-
gior parte dei soggetti è in grado di
utilizzare quasi tutte le strategie. I
soggetti, quindi, hanno a disposizio-
ne un vasto repertorio di strategie
che possono utilizzare in base al
contesto. Ma i soggetti hanno anche
delle preferenze sulle strategie;
infatti, anche se si possono utilizzare
tutte le strategie, non tutte vengono
usate in misura uguale.
UN CONTRIBUTO
EMPIRICO:
METODO E TECNICHE
Scegliere è un compito cognitivo com-
plesso e difficile perché i giovani si
trovano a dover decidere in situazioni
in cui il numero delle possibilità può
Orientamento e Scuola