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Fig. 2:
Fasi di strutturazione del problema decisionale
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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IL SUPER-IO ORIENTATORE
zione di sé a una valutazione narcisi-
stica che crea un disequilibrio nel rap-
porto con la realtà. Non sempre le
aspettative ideali diventano progetti
concreti e il futuro sembra una realtà
lontana dai contorni indefiniti. Per di
più, la scelta di un percorso comporta
l’esclusione di altri e il dovere rinun-
ciare a qualcosa è difficile da accetta-
re. L’alternativa scelta risulta in quel
momento la migliore ma ciò non vuol
dire che lo sarà anche in futuro.
Si può,
infatti, insegnare a scegliere correttamen-
te, ma non a effettuare la scelta corretta,
perché in ogni decisione c’è sempre
una certa dose di rischio. Bisogna infi-
ne considerare che in alcuni casi i
ragazzi, aspirano a mete per cui non
hanno le competenze giuste e non si
rendono conto che il raggiungimento
dei loro obiettivi è difficile da realiz-
zare, l’indecisione e i continui riman-
di nascondono, così, un rifiuto di per-
dere questa dimensione immaginaria
della rappresentazione di sé, l’univer-
so del possibile.
COME POSSO
PONDERARE
LE MIE SCELTE?
Le scelte scolastico/professionali
hanno un grande impatto nel corso
della vita degli individui, poiché ciò
che si sceglie influenza il grado di
raggiungimento dei propri obiettivi e
la quantità di soddisfazione delle
proprie aspettative, determinando
diversi livelli di appagamento perso-
nale. Scegliere, infatti, il corso di studi
universitario o un’attività lavorativa,
è un compito cognitivo difficile e
complicato, soprattutto quando gli
studenti si ritrovano a prendere delle
decisioni importanti in condizioni
d’insicurezza e preoccupazione per il
futuro, avendo spesso poco chiari a
spetti personali quali atteggiamenti,
interessi e motivazioni. Nell’ambito
dello studio della decisione, sono
state elaborate due grandi categorie
di modelli:
i modelli prescrittivi
o nor-
mativi, che indicano come ci si debba
comportare per essere razionali, e i
modelli descrittivi
, che ci dicono, inve-
ce, come ci si comporta realmente. Il
riconoscimento del carattere poco
realistico dei modelli normativi ha
portato ad un maggior interesse per il
modo in cui i soggetti prendono le
proprie decisioni. Quando ci si dedi-
ca a tali osservazioni, si rimane colpi-
ti dalla grande varietà delle strategie
che gli individui mettono in atto per
prendere decisioni. Alcune sono
molto semplici e si basano sull’appli-
cazione di un unico principio: fare ciò
che suggeriscono i genitori, applicare
una regola morale, ricominciare
quando è possibile ciò che è già
riuscito. Altre sono molto più com-
plesse e spesso la decisione non sem-
pre è fondata sul confronto tra due
opzioni (
fase di scelta
). Il soggetto,
così, può esaminare le opzioni in un
secondo momento, valutare e sceglie-
re quella che gli sembra più soddisfa-
cente (
fase di giudizio
).
Qualsiasi processo decisionale pos-
siamo suddividerlo in due momenti
generali:
- la strutturazione del problema in
opzioni;
- la valutazione delle opzioni iden-
tificate.
La strutturazione può essere conside-
rata come un processo creativo ed
immaginativo di traduzione di un
problema inizialmente confuso in un
insieme di elementi, relazioni ed ope-
razioni ben determinati. Si contrap-
pongono, pertanto, i problemi
ben
definiti
a quelli
mal definiti
cioè privi
di formulazioni chiare sullo stato di
partenza, sull’obiettivo e sulle regole
per passare dal primo alla realizza-
zione del secondo. Lo schema in
Figura 2 mostra le fasi fondamentali
attraverso cui si attua la strutturazio-
ne di un problema decisionale.
In una situazione sociale, però, in cui
è utilizzabile una grande quantità di
informazioni si corre il rischio di
essere sommersi da una marea di
dati che possono far nascere confu-
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