punto di vista comportamenta-
le (si chiude in se stesso, sbaglia
durante gli interventi alla lava-
gna…). Grazie all’aiuto della
maestra orsetta però, presto ini-
zia a riflettere sulle proprie mo-
dalità di ragionamento ed im-
para ad individuarne i punti de-
boli. A poco a poco diviene
consapevole del fatto che la
propria personalità è qualcosa
di indipendente dal giudizio al-
trui e si avvicina ad un modo di
pensare maggiormente funzio-
nale per il proprio benessere,
per la propria autostima e di
conseguenza anche per il com-
portamento manifesto. Al termi-
ne del racconto Au è più sicuro
di sé, meno vulnerabile ai giudi-
zi negativi dei pari e quindi più
felice. Il bambino alle prese con
questo tipo di lettura e con un
problema analogo all’anima-
letto della storia potrà identifi-
carsi con il personaggio e ritro-
varsi quindi a vivere le esperien-
ze di questo, ripercorrendo
quelle riflessioni e quei passaggi
mentali che lo aiuteranno ad
uscire da una modalità di pen-
siero disfunzionale per arrivare
ad una di tipo adattivo.
All’adulto quindi il compito di
scegliere le favole più adatte al-
la personalità e alla situazione
del bambino e di ripercorrere as-
sieme a lui quelle riflessioni che,
già presenti nel racconto, costi-
tuiscono il nodo centrale per
una svolta nel passaggio da un
pensiero di tipo irrazionale ad
uno qualitativamente migliore
che, fondandosi sui dati di
realtà, conduce ad emozioni e
comportamenti adeguati con-
sentendo quindi di affrontare le
difficoltà in modo positivo ed
adattivo.
Elisa Not
Informa
scere, prevenire, curare: l’im-
maginario infantile strumento di
crescita dei ragazzi”, la Verità
ha presentato la favola come
strumento di psicoterapia per
aiutare il bambino nel processo
di ristrutturazione cognitiva, sia
relativamente alla problemati-
ca della timidezza sia rispetto
ad una varietà più ampia di dif-
ficoltà.
L’approccio cognitivo-emotivo-
comportamentale lavora sui
pensieri, sulle emozioni, sull’im-
maginazione e sui comporta-
menti della persona e si fonda su
alcuni presupposti di base, tre
dei quali fungono da ispirazione
all’utilizzo della favola nella tera-
pia con il bambino e ne sono al
contempo il fondamento:
-
il nostro modo di pensare ha
primaria influenza sul nostro
modo di sentire e compor-
tarci;
-
il nostro modo di pensare di-
pende da noi;
-
possiamo cambiare il nostro
modo di pensare.
Nei casi in cui prevalgano nel
bambino modalità di pensiero
disfunzionali (idee fondate sull’ir-
razionalità) nocive per l’autosti-
ma e per la personalità, la favo-
la potrà fungere da utile stru-
mento per lo sviluppo ed il con-
solidamento di convinzioni di ti-
po funzionale, ossia, con le pa-
role di Verità, “realistiche, che
conducono ad emozioni e com-
portamenti adeguati e permet-
tono di affrontare la realtà in
modo più adattivo”. Infatti, tra-
mite la lettura delle vicissitudini
di qualche protagonista-anima-
le, il bambino avvicinerà l’idea
di poter modificare i propri pen-
sieri, di vedere le cose sotto un
nuovo punto di vista e di trovare
delle soluzioni in risposta ai propri
problemi.
Le dieci favole presentate nel
testo sono monotematiche e
ciascuna di esse tratta uno dei
seguenti argomenti: la paura
del giudizio degli altri, il pensare
che le cose devono andare in
un certo modo, la paura del ri-
fiuto degli altri, la scarsa autosti-
ma, il rapporto con il proprio cor-
po e con il cibo, la paura dell'i-
gnoto, la bassa tolleranza alla
frustrazione, la separazione o il
divorzio dei genitori, la paura
dell'abbandono, il voler essere i
più amati, il perfezionismo ec-
cessivo. Come si può notare al-
cune di tali tematiche riprendo-
no per alcuni aspetti le proble-
matiche discusse da Ianes relati-
vamente alle modalità di pen-
siero irrazionale.
In ciascuna favola alcune con-
vinzioni di tipo irrazionale in-
fluenzano inizialmente il prota-
gonista producendo degli ef-
fetti negativi sugli atteggiamen-
ti, sul comportamento e sulle
emozioni. Durante il racconto,
attraverso l’esperienza ed il su-
peramento di varie vicissitudini
e grazie all’aiuto ed agli spunti
di riflessione dell’adulto o di altri
personaggi, il protagonista im-
para a modificare il proprio mo-
do di pensare e a trovare delle
soluzioni alternative ai problemi.
Il suo pensiero diviene quindi
più funzionale ed anche lo sta-
to emotivo ne ricava degli ef-
fetti benefici. Così nella storia
dell’orsetto Au, presentata dal-
la sua ideatrice durante il Con-
vegno, il protagonista si trova a
dover fare i conti con la propria
timidezza. Inizialmente Au viene
fortemente influenzato dal giu-
dizio negativo dei propri com-
pagni di classe, tanto da risen-
tirne in misura esagerata sia
emotivamente (viene sopraffat-
to dal senso di ansia) che dal
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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