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divenire quindi disfunzionali: at-
tribuire importanza all’essere
amati ed approvati da chiun-
que, tendere alla competenza
perfetta, essere antitolleranti
verso i colpevoli fino al punto da
polarizzare su questi rabbia ed
aggressività senza misura, non
riuscire a tollerare la frustrazione,
credere che la felicità sia am-
piamente determinata da fatto-
ri fuori controllo (locus of control
esterno), aspettarsi che la situa-
zione di disagio si presenti da un
momento all’altro, tendere alla
procrastinazione (da vedersi co-
me strategia di evitamento co-
gnitivo), credere che il passato
determini inevitabilmente il futu-
ro, ritenere che le persone e le
cose dovrebbero essere migliori
(senso di perenne insoddisfazio-
ne per la situazione presente per
cui non si riesce a valorizzare
quanto di positivo si è riusciti a
fare).
Per ciascuna di tali credenze Ia-
nes ha illustrato con degli esempi
riferiti alla vita quotidiana le con-
seguenze negative che ne deri-
vano a livello emozionale e co-
gnitivo, dimostrando quanto tali
convinzioni siano, se portate al-
l’esasperazione, assolutamente
perdenti e nocive per la perso-
na. Per ciascuna di queste ha
suggerito inoltre delle modalità
Informa
persone, di ambienti e di situa-
zioni-stimolo in genere, diviene
un passaggio utile alla persona
al fine di migliorare il proprio au-
tocontrollo. Sperimentarsi nel-
l’auto-osservazione secondo
un’ottica positiva, che cerchi di
cogliere gli elementi di difficoltà
per divenire consapevoli delle
particolari situazioni che procu-
rano disagio è quindi il secondo
passo da fare verso il cambia-
mento.
Di non minore importanza è poi
la cura dell’autostima della per-
sona. Partendo dal presupposto
secondo il quale alla timidezza si
correla sempre un deficit di au-
tostima, Ianes suggerisce, sia nei
contesti educativi scolastici e fa-
miliari, sia in quelli psicoterapeu-
tici, di dare importanza allo svi-
luppo della capacità di coping
(capacità di fronteggiare situa-
zioni stressanti o problematiche)
del bambino, in modo che que-
sti sia in grado di affrontare le
difficoltà, resistendo ai possibili
“urti” e mantenendo un buon li-
vello di autostima. Riconoscere i
punti di forza del bambino, valo-
rizzandone e lodandone senza
eccessi le qualità, risulta un me-
todo di utilità affinché in questi si
sviluppi un buon livello di autosti-
ma ed il senso di autoefficacia e
di conseguenza la capacità di
affrontare le situazioni di diffi-
coltà in modo positivo ed auto-
controllato. Vengono dati dei
suggerimenti per il miglioramen-
to dell’autostima, come il porsi
degli obiettivi realistici e degli
standard raggiungibili rispetto ai
vari compiti, nonché il prendere
nota dei propri progressi, regi-
strando per iscritto gli episodi po-
sitivi, le proprie qualità e gli ele-
menti piacevoli della propria
personalità. Secondo quest’otti-
ca tenere un diario di annotazio-
ni può costituire un buon meto-
do per l’aumento dell’autostima
ed è da considerarsi come un
elemento di salute mentale e di
sviluppo di forza per il soggetto.
La quarta strategia di Zimbardo
per uscire dalla timidezza o per
prevenirla riguarda la metaco-
gnizione. Le idee, i pensieri e le
valutazioni di Sé hanno grande
potere sulla persona e possono
essere la causa di grosse diffi-
coltà. Il fatto che il bambino o la
persona timida si rendano conto
che certe modalità di pensiero
possono provocare inibizione e
procurare blocco emotivo, risul-
tando quindi dannose, è fonda-
mentale affinché riescano ad
uscire dalla “prigionia”. Ianes ha
descritto nove comuni modalità
irrazionali di pensiero che posso-
no creare qualche difficoltà e
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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L. Franceschini,
Marina
, olio su tavola, 1968 ca.
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