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L’obiettivo dichiarato del I Fo-
rum era quello di contribuire alla
definizione delle linee program-
matiche di indirizzo di un sistema
nazionale di orientamento, te-
nendo conto di alcuni presup-
posti. Il primo discende dal “Me-
morandum on lifelong learning”
della Commissione UE nel quale
si sottolinea l’esigenza di garan-
tire a tutti un facile accesso al-
l’informazione e ad un orienta-
mento di qualità sulle opportu-
nità di istruzione e formazione in
tutta Europa e durante tutta la
vita. Un secondo presupposto ri-
manda alla normativa recente
in materia di politiche formative
e politiche del lavoro ed alle
scelte istituzionali sino ad oggi
attuate. Il terzo vuole tenere
conto delle esperienze di “buo-
ne pratiche” derivanti da tali di-
sposizioni e maturate sponta-
neamente nelle diverse realtà
locali.
Se il Forum voleva costituire
un’occasione di approfondi-
mento e di ripensamento del
panorama orientativo nelle sue
diverse prospettive (istruzione,
formazione, lavoro), il quadro
generale e le linee guida sono
stati delineati dalla prof. Maria
Luisa Pombeni, (“Criticità e indi-
cazioni strategiche per lo svilup-
po di un sistema territoriale di
orientamento”), presidente del
Comitato Tecnico scientifico del
Forum.
Nella sua relazione introduttiva,
la Pombeni ha esplicitato alcuni
nodi critici riguardanti lo sviluppo
di un sistema territoriale di orien-
tamento, che sono stati oggetto
di dibattito e di approfondimen-
to durante le sessioni del Forum.
In particolare per la Pombeni, la
progettazione e il consolida-
mento di un sistema territoriale
di orientamento che sia costrui-
to e condiviso a livello nazionale,
deve basarsi su due assunti di
partenza:
"L'emancipazione della persona
(di tutte le persone in rapporto
alla propria specificità) e la par-
tecipazione di tutte le risorse so-
cio-istituzionali (nel rispetto della
propria mission e delle proprie
competenze)". Il primo elemen-
to, che riguarda la valorizzazio-
ne della persona, pone il proble-
ma di una maggiore differenzia-
zione delle azioni in grado di for-
nire risposte diverse a bisogni di-
versi; il secondo elemento, che
riguarda la partecipazione di
una pluralità di soggetti e figure
professionali, rinvia al problema
del governo del sistema.
La prof.ssa Pombeni è poi entra-
ta nel merito dei metodi utilizzati
per realizzare la finalità dichiara-
ta dell'orientamento: promuove-
re l'emancipazione dell'indivi-
duo a livello personale e profes-
sionale e realizzare il pieno diritto
di cittadinanza per tutti. La sua
valutazione è che tali metodi
appaiano ancora piuttosto in-
soddisfacenti in quanto la diver-
sificazione dei bisogni e le diver-
se tipologie di target sociali de-
vono, secondo la relatrice, por-
tare gli orientatori a riflettere sul-
la necessità di superare una pri-
ma differenziazione delle azioni
orientative (informazione, for-
mazione orientativa, consulenza
individuale) che ha caratterizza-
to gli anni '90. Il suggerimento
proposto è quello di prendere in
considerazione "una possibile ar-
ticolazione degli interventi (azio-
ne, aree di attività, servizi, ecc.),
differenziandoli lungo un conti-
nuum che pone ad un estremo
le azioni a bassa specificità
orientativa e all'altro le azioni ad
alta specificità orientativa". I cri-
teri per differenziare le varie
azioni, secondo la Pombeni,
vanno ricondotti "all'articolazio-
ne delle competenze che la
persona deve sviluppare per po-
ter gestire questo processo in
modo efficace e ai vincoli per-
sonali e sociali che favoriscono
o inibiscono lo sviluppo di tali ri-
sorse personali".
In questi anni, sostiene la relatri-
ce, l'approccio metodologico
utilizzato può essere considerato
ad alta specificità orientativa in
quanto si basa sulla motivazione
della persona a gestire il proprio
processo di orientamento, sull'in-
terazione attiva del soggetto
con il professionista e sulla di-
mensione progettuale dell'espe-
rienza formativa e lavorativa. At-
tualmente alcuni target, come
le fasce deboli, presentano biso-
gni diversi: l'elaborazione di un
progetto professionale è secon-
dario rispetto, ad esempio, alla
presa di coscienza del diritto al-
l'istruzione e al lavoro. Per cui,
conclude la Pombeni, "se vo-
gliamo che tutti possano trovare
negli interventi di orientamento
un sostegno al proprio processo
di emancipazione, dobbiamo
Genova
I FORUM
NAZIONALE SUL-
L’ORIENTAMENTO
L’orientamento permea
i gangli fondamentali
della società
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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