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Informa
per la promozione della creati-
vità nell'individuo.
Lo stile autobiografico, il tono
di voce caricaturale, a tratti
ironico e divertito, hanno ca-
ratterizzato la narrazione scien-
tifica della Teoria della casua-
lità pianificata, creare e tra-
sformare eventi non pianificati
in opportunità professionali,
esposta dal prof. John Krum-
boltz della Stanford University –
California (U.S.A) ed elaborata
insieme ai colleghi K. Mitchell
della City College di San Fran-
cisco e A. Levin della California
State University di Sacramento.
L’indecisione, vista nell’ottica
tradizionale, viene pensata co-
me momento nel quale l’ope-
ratore esperto è in grado di aiu-
tare la persona a superare tale
stato e a fare una scelta. Nel-
l’ottica della casualità pianifi-
cata, l’indecisione può essere
percepita come una condizio-
ne stimolante in presenza di
una realtà complessa e impre-
vedibile. La Teoria della casua-
lità pianificata potrebbe defini-
re coloro che si rifiutano di indi-
care una direzione precisa nella
propria carriera come persone
che rispondono sensibilmente
ad un mondo in continuo cam-
biamento e alla certezza che
loro stesse cambieranno. L’eti-
chetta che si dovrebbe dare a
queste persone, è di “open
minded” piuttosto che “indecisi
o inconcludenti”. Prendere una
decisione relativamente alla
propria carriera futura è sempli-
ce, la parte difficile è imple-
mentarla.
Il caso gioca un ruolo impor-
tante nella vita professionale
delle persone, ma l’attività di
orientamento tende ancora
ad essere considerata un inter-
vento finalizzato a stimolare
operazioni decisionali che non
ne tengano conto. I clienti e i
beneficiari di tale attività do-
vrebbero invece imparare che
gli eventi non pianificati non
solo sono normali e inevitabili,
ma anche che sono addirittura
auspicabili. Inoltre, gli eventi
che accadono casualmente
sono vissuti come negativi e la
loro necessaria pianificazione
tende a minimizzare gli effetti
dannosi. Nell’ottica della ca-
sualità pianificata invece, le
persone vengono aiutate a
creare e trarre profitto da tali
eventi: l’ansia per il futuro è
normale, ma può essere sosti-
tuita con un senso di avventu-
ra! Ecco quindi che il fine del
career counseling e dell'orien-
tamento scolastico è di facili-
tare l’apprendimento di abilità,
interessi, credenze, valori, abi-
tudini di lavoro e qualità perso-
nali che rendano possibile a
ogni cliente creare una vita
soddisfacente all’interno di un
ambiente lavorativo in conti-
nuo cambiamento. Gli Autori
sostengono che le persone di-
ventano attive relazionandosi
con altre, allargando la rete di
conoscenze e imparando da
una grande varietà di fonti du-
rante tutta la loro vita. Gli ope-
ratori dovrebbero aiutare le
persone a non viaggiare entro
binari di certezza. Krumboltz
spiega, inoltre, le modalità per
insegnare alle persone come
creare delle opportunità inat-
tese, per aiutare gli individui a
superare difficoltà associate
alla presa di iniziativa, le mo-
dalità per attuare una ristruttu-
razione cognitiva utile a far
considerare, secondo un’otti-
ca diversa, addirittura come
opportunità di apprendimento,
gli eventi non desiderati che
una persona si trova a speri-
mentare. Cinque sono le abi-
lità utili a creare occasioni: cu-
riosità, perseveranza, ottimi-
smo, disponibilità al rischio, fles-
sibilità. In accordo con le paro-
le del prof. Krumboltz, riportia-
mo la sua ultima citazione: “È
sempre una buona idea avere
un piano da realizzare nella vi-
ta, ma abbi cura di scrivere in
matita e di avere sempre una
gomma pronta” (Adam Mar-
chick).
Il prof. Luciano Arcuri, docente
in Psicologia Sociale di Psicolo-
gia all’Università di Padova, ha
presentato la sua ricerca riguar-
dante l’influenza dei processi
impliciti sul concetto di Sé e sul-
l’autostima dell’individuo. Arcu-
ri sottolinea come molto spesso
nelle autodescrizioni, modalità
d'indagine privilegiata nel cam-
po dell'orientamento, si attivino
le stesse strategie che regolano
la conoscenza degli oggetti del
mondo sociale e che frequen-
temente portano ad errori di
giudizio. Infatti, i risultati delle
autodescrizioni fornite dagli
utenti durante una consulenza
d'orientamento possono corri-
spondere ad una sovrastima
del giudizio che una persona
fornisce di sé: sovrastima detta-
ta sia dal voler fornire agli altri
un'immagine più positiva di sé
(desiderabilità sociale), sia da
un autoinganno per apparire
"migliori" a se stessi. Per ovviare a
queste distorsioni e rendere l'a-
zione orientativa più efficace,
Arcuri afferma la necessità di uti-
lizzare tecniche indirette per la ri-
levazione dell’autostima, tra cui
il test di associazione implicita
(Greenwald et al.,1998).
Elisa Not
Elena Paviotti
Veronica Pinatti
60
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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