Informa
Alla fine di novembre, come di
consueto da un paio di anni a
questa parte, si è svolta nel
quartiere fieristico della città di
Gorizia la settimana dedicata
all’orientamento
scolastico,
con presenza di stands di tutte
le realtà scolastiche presenti sul
territorio. Molti gli interventi di
professori universitari e profes-
sionisti nei campi più disparati
del settore lavorativo: ogni mat-
tina venivano presentate le va-
rie facoltà dei due maggiori
atenei, Trieste ed Udine, rag-
gruppate per affinità, nel corso
di conferenze dalla durata di
circa tre ore. Ampio spazio è
stato dedicato anche alla par-
tecipazioni dei ragazzi in pla-
tea, che giustamente chiede-
vano chiarimenti e precisazioni
per districarsi in quel labirintico
mondo che è l’università del
post-riforma.
Eppure, dopo aver partecipato,
come studentessa del 4° anno,
a due di queste conferenze, ed
aver sentito vari commenti, l’im-
pressione complessiva che ne
ho ricavato è stata poco soddi-
sfacente e molto confusa. Si
parlava di ore di lezione e di stu-
dio individuale, della marea di
specializzazioni in cui ogni fa-
coltà si divide (che tra l’altro,
con le nuove nomenclature, so-
no quasi irriconoscibili anche per
coloro che ne sapevano un po’
di più), ma non di
come
si svol-
gano le lezioni, non per quale
motivo
, per quale
interesse
ci si
dovrebbe iscrivere ad una fa-
coltà piuttosto che ad un’altra,
non di quali
capacità
sono ri-
chieste per portare a termine
con successo gli studi universita-
ri, non delle
effettive possibilità
di sbocchi lavorativi
che si pre-
sentano per ogni corso di laurea
come per i corsi che immettono
direttamente nel mondo del la-
voro.
Il tentativo di fare chiarezza, di
mettere dei punti cardine ai
quali far riferimento è certamen-
te lodevole anche solo nell’in-
tenzione, ma quello che è man-
cato, e molto a mio parere, è
stato il coinvolgimento degli stu-
denti universitari stessi, di chi già
da qualche anno frequenta
quei corsi, per capire come si ar-
ticolino tra di loro le materie og-
getto di studio e come si svolga-
no le lezioni. È impensabile, infat-
ti, che uno studente di medicina
segua il suo corso soltanto stan-
do sui libri senza mai entrare in
una sala anatomica!
L’università sembrava un mondo
lontano, nebuloso, molto più si-
mile alle comuni aule scolasti-
che di quanto non lo sia real-
mente; ancora più lontano era
poi il mondo del lavoro, che in-
vece gli è strettamente correla-
to e che sembrava un’isola feli-
ce in cui ognuno trova la siste-
mazione che ha sempre deside-
rato.
Penso che sarebbe bello, oltre
che opportuno, promuovere, da
parte degli atenei, in collabora-
zione con le scuole superiori, visi-
te-guida nelle varie facoltà, in
cui a parlare siano gli studenti e
non gli insegnanti: il mondo del-
Gorizia
ORIENTAMENTO:
VALORIZZAZIONE
DELLE CAPACITÀ E
CONFRONTO
CON LA REALTA
Le reali necessità
degli studenti all’uscita
dalle scuole superiori
70
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
20
F. Pittino,
Spiaggia a sera
, olio su tela, 1953-1958