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L’oggetto di questa recensione
si discosta, in parte, dal novero
dei libri che leggiamo poiché
l’autrice, per sviluppare la pro-
pria tesi orientativa, sfrutta la
chiave narrativa piuttosto che
quella saggistica. In questa pro-
spettiva si può osservare che i
lettori di questo piacevole Ra-
gazzo come tanti possono esse-
re gli operatori, i docenti ma an-
che gli studenti, in grande misu-
ra rappresentati dai protagonisti
di questa vicenda. Gabriella
Burba è un’insegnante di diritto
che si occupa da parecchi anni
di problematiche adolescenziali
e delle strategie operative che
una scuola può adottare per
aiutare i giovani ad individuare
la propria prospettiva scolastica,
ma soprattutto la propria voca-
zione personale. Insomma, è
una docente che sperimenta sul
campo non solo la difficile arte
dell’insegnamento, ma anche
quella più ardita e meno per-
scrutabile dell’interazione con le
giovani generazioni. (Di questa
esperienza ha dato conto an-
che in alcune pagine della Rivi-
sta)
Anche questo ragazzo come tan-
ti percorre, attraverso la sua espe-
rienza di vita, (personale, familiare,
scolastica, relazionale) un itinera-
rio formativo che gli permette di
investigare le proprie motivazioni,
di identificare gli interessi e di speri-
mentare le proprie attitudini nel la-
boratorio senza pareti della vita; è
questa avventura radicale e com-
plessa, che trascende l’esperienza
scolastica, che può consentirgli di
abbozzare un piano, di delineare
un progetto scolastico e poi forse
anche professionale.
Del resto l’orientamento, (che
non viene quasi nominato) è un
processo complesso che evade
dalle aule scolastiche, anche se
non le disdegna, o non ne pre-
scinde, come suggerisce l’autri-
ce. Non è l’esito di un test (nean-
che di una batteria di test), né il ri-
sultato di un questionario, o la tra-
duzione di una brillante intuizione;
è, semmai, il prodotto transeunte
di un processo che non si esauri-
sce assolutamente col passaggio
ad un livello di studi superiore. An-
zi, non si esaurisce mai, definitiva-
mente.
Gabriele, il protagonista come
tanti, è l’agente inviato (o invitato)
dall’autrice a rappresentare la sua
idea di maturazione e di formazio-
ne. Infatti, i ragazzi proiettati sulla
scena mostrano nitidamente, at-
traverso una procedura maieuti-
ca, di essere i padroni delle loro
scelte anche se, naturalmente,
genitori, amici, docenti e altre fi-
gure significative, (come il vec-
chio avvocato Conti, un po’ giuri-
sta ed un po’ psicologo), contri-
buiscono ad elicitarne le potenzia-
lità in nuce. Uno, la strada deve
trovarla da solo, anche se il suo
percorso non è quello del solipsi-
sta. Il processo non si sviluppa nel-
la solitudine, bensì nell’interazione.
Il messaggio, scritto in filigrana, è
che studenti, genitori e docenti,
uniti dal reciproco rispetto, hanno
un comune impegno nel raggiun-
gimento di un obiettivo condiviso:
quello della maturazione e dell’as-
sunzione di responsabilità dei gio-
vani. Gli adulti, senza prevaricare,
devono aiutarli discretamente a
definire un progetto che non può
essere definitivo e assoluto, ma
che per approssimazione li indiriz-
zerà verso una scelta (anche sco-
lastica) e comunque attraverso la
serie di esperienze (o l’esperienza
tout court) formativa, l’unica in
grado di garantire una valenza
orientativa efficace.
I giovani sono guardati con sim-
patia, tratteggiati con mano leg-
gera e divertita; il libro è scritto
con un linguaggio semplice, ma
ricco di rimandi e di citazioni, da
Orazio a Gandhi a don Milani. La
trama è quella di una vicenda
comune, anche se movimentata
da plausibili colpi di scena.
Il libro, in appendice, è corredato
da una parte dedicata all’analisi
del testo ed alle proposte opera-
tive e pertanto può prestarsi a di-
versi tipi di lettura e di utilizzo.
Diego Lavaroni
Gabriella Burba
UN RAGAZZO COME TANTI
Libri • la recensione
Agenzia Libraria Editrice
pp. 238, Euro 9,04
94
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
20
1...,82,83,84,85,86,87,88,89,90,91 92
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