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Spazio aperto
aver seguito un training ade-
guato e/o di avere acquisito
una lunga esperienza nel setto-
re) (approccio basato sulla veri-
fica della professionalità dell'o-
peratore);
4. richiedere alla ditta appalta-
trice il possesso di macchinari
adeguati e l'utilizzo di materie
prime con caratteristiche presta-
bilite (approccio basato sulla
verifica dell'utilizzo di fattori pro-
duttivi ottimali);
5. richiedere alla ditta appalta-
trice che il pane venga prepara-
to seguendo una procedura ot-
timale prestabilita che stabilisce
dosi, tempi e temperatura di lie-
vitazione, tempi e temperatura
di cottura, ecc. (approccio ba-
sato sulla verifica del processo
ottimale);
6. Se invece la ditta appaltatrice
fornisce un servizio, allora posso
anche usare l'approccio basato
sulla verifica di risultato; per
esempio: dopo la cura, il pazien-
te sta meglio?
A seconda dei casi, è possibile
utilizzare una sola modalità di
controllo (impostazione mono-
fattoriale) o, se una sola moda-
lità è ritenuta insufficiente, com-
binarne alcuni assieme (impo-
stazione polifattoriale).
Abbiamo già individuato fattori
produttivi, risorse umane e pro-
cessi produttivi ottimali come
elementi che, da soli o combi-
nati fra loro, permettono di otte-
nere prodotti o servizi di qualità.
Normalmente ogni impresa usa
tali fattori senza render conto
del loro utilizzo all'esterno. Quan-
do un soggetto esterno impone
a un'impresa di dimostrare l'utiliz-
zo o addirittura di impiegare dei
fattori ottimali e/o risorse umane
con requisiti particolari e/o pro-
cessi produttivi ottimali allora
l'attenzione su questi elementi
diventa una modalità di control-
lo della qualità (e una modalità
di miglioramento della qualità).
La decisione di quale modalità
di controllo di qualità adottare
va attentamente ponderata,
perché, a seconda dei casi,
ogni sistema ha costo, grado di
complessità e livello di efficacia
diversi; ad esempio l'approccio
basato sul controllo o sull'imposi-
zione di un processo ottimale è
spesso più dispendioso di altri,
perché richiede di avviare un si-
stema di controllo documenta-
bile rispetto a terzi di tutto il pro-
cesso produttivo, o addirittura di
riorganizzare il processo produtti-
vo. Prima di imporre a un fornito-
re un sistema di controllo basato
sul processo ottimale è pertanto
opportuno chiedersi se il control-
lo di qualità non possa essere
svolto con sistemi di controllo di-
versi.
L'imposizione di modalità di con-
trollo basate sull'utilizzo di fattori
produttivi ottimali, sul processo
ottimale o sulla professionalità
dell'operatore (come sono quel-
li previsti dal recente Decreto Mi-
nisteriale 166/2001 Disposizioni in
materia di accreditamento dei
soggetti attuatori nel sistema di
formazione professionale) deve
essere attentamente pondera-
ta, perché può facilmente por-
tare a diseconomie aziendali e
distorsioni di mercato (ad esem-
pio con l'imposizione a tutte le
imprese di un modello organiz-
zativo uniforme) senza assicura-
re miglioramenti dei servizi o dei
prodotti erogati. L'adozione di
politiche di qualità inefficaci ma
socialmente approvate si confi-
gura allora come patologia isti-
tuzionale e finisce per creare
una situazione in cui l'aderenza
alle procedure imposte misura
non i livelli di qualità raggiunti,
ma semplicemente il grado di
conformismo alla norma, indi-
spensabile per ottenere finanzia-
menti (nota 1).
Per determinati prodotti o servizi
alcune modalità di controllo
possono risultare inadatti o poco
efficaci. Nella formazione pro-
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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G. Zigaina,
Inverno
, olio su tela, 1955
1...,42,43,44,45,46,47,48,49,50,51 53,54,55,56,57,58,59,60,61,62,...92
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