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ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
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tra Io e Sé così impostata, sulla scia
delle psicologie postfreudiane riprese
a livello sociologico da Bauman. L’Io
viene concepito come una maschera,
una componente parziale dell’indivi-
duo derivante dai condizionamenti
sociali. Il Sé viene inteso come auten-
ticità e totalità dell’individuo. Tale dif-
ferenza così impostata provoca degli
effetti al livello del paradigma moder-
no dell’integrazione sociale.
L’individuo non può essere esclu-
sivamente ricondotto alla sua com-
ponente socializzata (quindi all’Io).
A questo proposito si vedano i lavori
di Parsons (1950; 1964; 1983) ed Elias
(1990). I processi di individuazione e
di socializzazione sono quindi distin-
ti, seppur complementari. Il primo
riguarda la formazione complessiva
del Sé, il secondo quella dell’Io.
La componente del Sé può es-
sere trattata scientificamente e
praticamente dalle scienze sociali
e non rappresenta più una dimen-
sione insondabile.
Senza titolo
serigrafia, 1972
Il dialogo interculturale diviene
possibile (o comunquemolto più at-
tuabile) a livello di Sé piuttosto che
di Io. Questo perché la dimensione
dell’Io racchiude condizionamenti
sociali connotati culturalmente, già
cristallizzati sotto forma di valori
(inconsapevolmente) incondiziona-
ti e comportamenti. In altre parole,
il Sé rappresenta una dimensione
universale, più ampia rispetto all’Io.
La comprensione dell’Altro, pur in
un contesto di valori culturalmente
differenziati, può avvenire a livello
di Sé. L’Io invece tende ad omologa-
re le diversità.
Sulla base di questi punti viene
criticato (e la critica sottoposta a ve-
rifica empirica) il modello della socia-
lizzazione moderna (basato sull’in-
tegrazione sociale). Secondo tale
modello l’individuo viene socializ-
zato mediante l’interiorizzazione dei
valori presenti nella società, quindi
riconosciuto socialmente come un Io
autonomo. Come cercheremo di ar-
gomentare, questa concezione non
è più adeguata nelle società post-
moderne ed interculturali.
A livello di traduzione empirica
dei concetti, la teoria generale sopra
accennata può essere esposta nei
modi seguenti. Conoscere il Sé (la
propria autenticità sotto la masche-
ra dell’Ego) significa anche gettare
le basi per comprendere l’Altro. La
comprensione dell’Altro è attributo
di individui particolarmente espo-
sti alla differenza (semplicemente
perché immigrati, per esempio). Di
conseguenza, a livello di definizione
operativa dei concetti, è ipotizzata
esistere una relazione inversamente
proporzionale tra comprensione di
Sé e presenza di disagio. All’aumen-
tare della comprensione di Sé dimi-
nuisce il disagio sociale, e viceversa.
Naturalmente, è chiaro che non si
ipotizza per ora nessuna relazione
di causalità, tra i due aspetti, ma
solo di co-relazione.
Applicando tutto ciò a livello em-
pirico avremo che per far calare il
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