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ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
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tutto ciò, rifiutando anche la base ra-
gionevole (nel senso del logos aristo-
telico) di un pensiero metafisico per
affermare “
che ciò che è, è come è scrit-
to
” (in un Libro dettato dall’Unico Dio).
Il conflitto in questione si porrebbe
perciò tra chi interpreta i valori come
riferiti a visioni del mondo (anche reli-
giosamente fondate) tendenzialmen-
te plurali e dotate di una eguale legit-
timità (almenonello spaziopubblico) e
chi le ritiene riferite ad una Verità data
edaccessibile tramiteunaappartenen-
za, una conversione o una conquista.
In entrambi i casi, però, il significato di
tali valori risulta comunque comunica-
bile. Nel senso che, in entrambi i casi,
il significato di tali valori rimanda a dei
simboli. I simboli fanno riferimento
all’Ego solo in maniera mediata, me-
diata dai condizionamenti sociali che
compongono inevitabilmente questa
componente del sistema della perso-
nalità. A livello di Sé, invece, i simboli
vengono percepiti immediatamente
nella loro validità (e presenza) univer-
sale. Contaminando il discorso socio-
logico con quello psicoterapeutico, si
può quindi affermare che il conflitto
di valore si trasforma in guerra diffusa
quando gli attori in gioco si confronta-
no in una dimensione di “
mancanza di
presenza”
, quandocioè il significatodei
valori per i quali confliggono non vie-
ne elaborato a livello di Sé, nell’ambito
dell’autonomia del sistema della per-
sonalità nel suo insieme, ma a livello di
maschera (nevrotica) dell’Io
2
.
I conflitti
di valore sono quindi fondamentalmen-
te conflitti tra Ego, cioè tra stati inconsa-
pevoli del condizionamento del sistema
dellapersonalità.
METODOLOGIA E
RISULTATI DI UNA
RICERCA-INTERVENTO IN
AMBITO SCOLASTICO
I flussi migratori che stanno inte-
ressando i paesi dell’Europa occiden-
tale, compresa l’Italia, si presentano
come un fenomeno strutturale. L’in-
stabilità politica-economica dell’Eu-
ropa centrale, balcanica e orientale
e il differenziale di sviluppo esistente
tra Nord e Sud del mondo rendono
tali flussi un fenomeno tendenzial-
mente persistente nel tempo, per-
lomeno nel breve-medio periodo.
Per questi motivi l’incremento di
interculturalità in qualunque socie-
tà può provocare dei problemi al li-
vello analizzato di conflitti di valore.
A livello di scuola media inferiore, le
questioni interculturali possono es-
sere riassunte nel modo seguente.
(a) Presenza di studenti già socializ-
zati a livello primario in culture di-
verse. (b) Esigenze di integrazione,
comprensione reciproca, socializza-
zione interculturale nella società e
nelle culture ospitanti. (c) Presenza
(probabile) di un nucleo familiare
inserito nella cultura originaria. (d)
Presenza (probabile) di più culture
minoritarie, alcune potenzialmente
conflittuali tra di loro.
Tali questioni riguardano essen-
zialmente degli obiettivi formativi
che l’istituzione scolastica può cer-
care di raggiungere. Questi obietti-
vi, in sintesi, possono essere: la com-
prensione, da parte degli studenti
provenienti da culture esterne della
società e delle culture in cui si inseri-
scono. Il coinvolgimento delle fami-
glie in questo processo (quando ne-
cessario). La comprensione da parte
dei docenti e degli studenti italiani
della diversità culturale. Il fatto che
il processo di socializzazione secon-
daria degli studenti provenienti da
culture esterne avvenga senza can-
cellare le loro culture originarie, ma
anzi trasformandole in risorse a di-
sposizione di tutti.
Per affrontare queste problema-
tiche alla fine del 2003 abbiamo
proposto al collegio docenti della
Scuola Media Statale Ascoli-Favetti
di Gorizia, una scuola interessata dal-
la consistente presenza di studenti
immigrati o comunque stranieri, di
organizzare una ricerca-intervento,
denominata Progetto Multicultu-
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