ORIENTAMENTO E SOCIETÀ
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DALL'INTEGRAZIONE
ALDIALOGO
INTERCULTURALE
I RISULTATI DI UNA RICERCA-INTERVENTO
IN AMBITO SCOLASTICO
Elisabetta Damianis
Daniele Ungaro
INTRODUZIONE
La questione del conflitto è un
tema classico della scienza sociologi-
ca. A partire dagli anni novanta, però,
questo tema si è arricchito con l’insor-
genza (o meglio la rinascita) di una
nuova tipologia di conflitti, definibile
conflitti di valore. I lavori di Hunting-
ton (1996) sullo
scontro di civiltà
han-
no acceso il dibattito su questo tema,
ma se il merito indubbio dell’autore è
stato quello di offrire uno schema in-
terpretativo attorno ai nuovi conflitti,
risultano ancora carenti i contributi
finalizzati all’evoluzione ed alle risolu-
zioni possibili del conflittomedesimo.
Questo saggio intende offrire un con-
tributo in questa direzione.
Prima di iniziare, risulta utile trat-
teggiare schematicamente l’analisi
di Huntington. Secondo l’autore lo
“scontro di civiltà” è un nuovo tipo di
conflitto, a livello internazionale, ca-
ratterizzato da una differenza impo-
stata sulla cultura (quindi l’identità)
dei contendenti. Per cui, mentre la
differenza conflittuale nell’epoca del-
lo scontro ideologico era basata sulla
domanda “
Da che parte stai?
”, quella
attuale è bastata sulla domanda “
Chi
sei?
” Da ciò deriva una conseguenza
immediata. Mentre il conflitto ide-
ologico permetterebbe comunque
un “cambio di parte”, quindi una po-
tenziale soluzione compromissoria
dello scontro, il conflitto di valore
può essere risolto solo con un cam-
bio d’identità degli attori coinvolti.
Trasformazione indubbiamente com-
plessa. Il contesto è inoltre compli-
cato dal fatto che lo
scontro di civiltà
,
cosa non considerata inizialmente da
Huntington, non si verifica tra blocchi
internazionali contrapposti e suddi-
visi tra frontiere internazionali, ma si
svolge all’interno delle stesse società
opulente (capaci cioè di attrarre flus-
si migratori) strutturandosi come un
conflitto diffuso (Ungaro, 2004a) e ca-
ratterizzato da frontiere simboliche,
non naturali.
Mantenendo sullo sfondo questo
schema interpretativo, bisogna però
cercare di fare emergere una “figura”
da tale sfondo e la figura è rappresen-
tata dal
concetto di valore.
Valore è un
termine prettamente moderno di de-
rivazione economica. La morale pre-
moderna parla di bene e male. Quan-
do questi termini erano qualcosa di
oggettivamente riconosciuto, non
entità soggettivamente valutabili. La
modernità invece si caratterizza per
la progressiva emancipazione dell’in-
dividuo in quanto titolare di libertà e
giudizio. Se bene e male dipendono
sempre più da libere valutazioni il
contrario di “una grande verità” divie-
ne “un’altra grande verità” e il bene si
trasforma in valore proprio perché è
ulla base della
distinzione tra Sé ed
Io si perviene alla
consapevolezza
dei propri
condizionamenti
sociali e ciò permette
di accedere ai
significati dei valori
di riferimento
S