QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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pretese di validità generale, dall’altra
salvaguardare le prerogative indivi-
duali. Da una parte l’universalismo
etico, dall’altra le particolarità (e
l’unicità) dei soggetti. Le ideologie,
soprattutto, sono grandi progetti
moderni in cui si cerca di combinare
assieme la realizzazione complessiva
della società e l’estrema libertà del
singolo. Progetti che falliscono alla
prova dei fatti.
Una situazione analoga si verifica
per la scienza moderna. Il progetto
scientifico moderno collega la scien-
za al progresso ed al miglioramento
costante dell’uomo e della società nel
suo insieme. Base “morale” del pro-
gresso scientifico diviene il grande
incremento di opzioni a disposizione
dell’individuo e dei sistemi sociali.
Con la bomba atomica ed il sorge-
re della questione ecologica questo
progetto viene meno, la scienza
moderna perde con evidenza la sua
innocenza e dimostra le possibilità
di distruzione insite nell’incremen-
to incontrollato delle opzioni. Nella
modernità quindi scienza e ideologia
hanno cercato di sostituire la tradizio-
ne fino a quando queste due grandi
narrazioni, per motivi diversi, si sono
imbattute nell’infondatezza delle loro
pretese assolutistiche.
Se poniamo quindi il conflitto di
valore a livello dei sistemi della per-
sonalità in una determinata fase
dell’evoluzione sociale, possiamo
individuare un codice comune di so-
luzione del conflitto medesimo. Tale
codice è individuabile nel
significato
del valore
per cui si confligge. Il signi-
ficato dei valori non dipende in ma-
niera deterministica da una cultura
data (anche se ovviamente viene in-
fluenzato). Questo punto può essere
ben illustrato estendendo per analo-
gia le considerazioni fatte da Weber
sul lavoro scientifico “vocazionale-
professionale” (Weber ed. orig. 1919;
1997). Sussiste in generale a livello
sociale (di qualsiasi sistema sociale)
un processo di “razionalizzazione dif-
fusa” (
Durchrationalisierung
) per cui
l’esistenza di identità culturali spe-
cifiche non implica che la selezione
dei principi sia arbitraria. Tale pro-
cesso di selezione dei valori avvie-
ne comunque attraverso processi di
elaborazione simbolica e linguistica
del sacro e la discussione (in senso
ampio) di argomenti migliori. Ciò
non significa, naturalmente, affida-
re una direzione a questo processo
o constatarne l’irreversibilità evolu-
tiva, ma considerare che il processo
di selezione dei sentimenti morali è
un fenomeno plurifattoriale, condi-
zionato da determinanti culturali e
dalle autonomie individuali di scelta.
Trasportandoquesto tema al livello
della distinzione ipotizzata tra Io (so-
cializzato) e Sé (individuato) possia-
mo supporre che il conflitto di valore,
se non viene rimandato al significato
profondo del valore medesimo, non
si pone a livello di Sé, quindi al livello
del sistema della personalità nel suo
insieme, ma si pone a livello di Ego,
cioè di quella dimensione della per-
sonalità, il carattere, essenzialmente
condizionato dalle relazioni sociali
del contesto di appartenenza e del
gruppo sociale di riferimento. I con-
flitti di valore, perciò, nella forma in
cui li conosciamo nella società con-
temporanea sono tendenzialmente
sempre conflitti tra maschere (ne-
vrotiche). O meglio,
si tratta di con-
flitti che riguardano processi differenti
di socializzazione
, piuttosto che i pro-
cessi di individuazione, ciò ne depo-
tenzia di molto la pretesa radicalità.
Agendo invece a livello di significato
dei valori si possono trovare dei tratti
comuni transculturali che assumono
la forma di metodi di soluzione del
conflitto medesimo.
Assumiamo come esempio un caso
di ipotetica “differenza assoluta”. Po-
niamo che il conflitto sorga tra sfere
di valore che riconoscano, come ar-
gomentato nel capitolo precedente,
il principio
dell’elaborazione linguistica
del sacro
, quindi un’intesa normativa
basata su argomenti universalizzabi-
li, ed altre sfere di valore che negano
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