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ORIENTAMENTO E SCUOLA
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vita scolastico e professionale degli
insegnanti partecipanti alla forma-
zione. Attraverso i racconti i soggetti
hanno evidenziato il ruolo decisivo
dei loro docenti nel condizionare
la scelta scolastica e professionale;
in particolare, gli elementi rilevati
come maggiormente incisivi sono
la competenza didattica e la passio-
ne dimostrata nell’insegnamento, la
capacità di comunicare, la fiducia nei
confronti degli alunni e la capacità di
sostenerne l’autostima.
Anche l’interesse personale per
una disciplina di studio o il fatto di
mostrare competenze particolari,
riconosciute anche dagli altri (come
ad esempio l’interesse per le lingue,
le attività pratiche …) sono apparsi
elementi centrali nell’orientarsi verso
una certa professione. È ovviamente
più frequente il processo di identifi-
cazione (scelgo studi e professioni in
cui ho avuto un buon rapporto con
gli insegnanti e un profitto positi-
vo), molto meno frequente quello di
contro-identificazione (scelgo studi
nei quali non andavo bene perché
avevo professori con i quali non mi
trovavo e che non mi hanno saputo
valorizzare) che comunque, in alcuni
casi, si presenta e assume l’aspetto di
una sfida da vincere e superare. Inol-
tre, un ruolo importante è rivestito
dalla famiglia che nella maggioran-
za dei casi è intervenuta considere-
volmente nelle scelte. Molti docenti
sottolineano, infine, la non linearità
dei loro percorsi di scelta: spesso le
strade intraprese sono contradditto-
rie e le scelte sono influenzate dalla
casualità di incontri ed esperienze.
È stato interessante rilevare come
il gruppo abbia dimostrato grande
attenzione per le storie che si anda-
vano componendo in quanto diver-
se tra loro e accomunate dall’arrivare
per strade e convinzioni dissimili a
scegliere la stessa professione. Sia
gli elementi positivi sperimentati
sia le delusioni e la presenza nega-
tiva di insegnanti ritenuti incapaci
o non in grado di sostenere i pro-
cessi decisionali, hanno portato a
consapevolezza che a scuola non si
può non orientare: tutti i docenti in
modo diretto (attraverso azioni mi-
rate e riflessioni sull’agito) o in modo
indiretto (attraverso l’attrazione o la
repulsione) orientano i loro studen-
ti. Questa importante cognizione ha
portato molti a sostenere la necessi-
tà di recuperare la dimensione rifles-
siva della propria professionalità per
comprendere appieno l’importante
funzione che essi esercitano nella
relazione educativa, nel sostenere o
nell’ostacolare i progetti di vita dei
loro studenti.
Per quanto attiene le idee perso-
nali riguardo l’orientamento si è as-
sistito, nello sviluppo del percorso
di formazione, ad una progressiva ri-
strutturazione del sistema di
convin-
zioni
dei docenti, in direzione di una
loro maggiore assunzione di respon-
sabilità e nel riportare l’orientamen-
to all’interno di un progetto educa-
tivo globale che si realizza durante
tutto il percorso scolastico e richiede
condivisione tra gli attori in gioco.
Inizialmente,
il modello più diffuso
tra i docenti era di tipo sincronico-fi-
nale
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. L’orientamento è ritenuto una
pratica esterna alla didattica, dele-
gata a figure specifiche e collocata
principalmente nella fase terminale
di un segmento di studio (soprattutto
alla fine del primo e del secondo ciclo
di istruzione). Le finalità prioritarie
perseguite sono da un lato di natura
informativa, protese a trasmettere
agli alunni indicazioni sugli itinerari
formativi o sul mondo del lavoro, e
dall’altro di natura “diagnostica”, tese
a indirizzare lo studente verso per-
corsi ottimali di studio a partire da-
gli interessi e dalle attitudini emerse
in seguito alla somministrazione di
batterie di test attitudinali o predit-
tivi. La funzione tutoriale è specifica,
separata dall’insegnamento, deman-
data a figure preposte e individuate
per rispondere a situazioni precise
e/o problematiche e, in ogni caso,
sempre legate ad un progettomirato.
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