ORIENTAMENTO E SCUOLA
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di distanziarsi dalle esperienze per-
sonali, di farne oggetto di studio e
quindi di acquisirne maggiore con-
sapevolezza: i docenti sono stati in
grado “da lontano” di comprendere
le conseguenze delle loro azioni, di
diventare maggiormente riflessivi
e critici nei confronti dei processi
attivati dagli alunni, di esaminare e
riflettere sui loro pre-giudizi e di ar-
gomentare in modo critico le ragioni
del proprio operare. È sorprendente
vedere lo stupore di molti docenti
nel momento in cui colgono il senso
del loro operare: il potersi osservare
“dall’alto”, mettendosi in gioco nella
loro professionalità non ha portato a
tensioni o a paure di giudizio da par-
te degli altri, ma, al contrario, il fatto
di sentirsi parte di una comunità di
pratiche li ha fatti sentire protetti in
quanto protesi al conseguimento di
una finalità comune e condivisa.
In sintesi, la formazione nelle co-
munità di pratica si delinea «come
“zona di transizione professionale”
nella quale è possibile per le comu-
nità acquisire competenze riflessive
finalizzate alla gestione trasformati-
va del proprio agire professionale e
alla costruzione di conoscenze con-
divise»
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.
TERZA FASE: I SEMINARI
REGIONALI
Per coordinare le diverse prospetti-
ve delle comunità di pratica alla luce
di una finalità condivisa sono stati
realizzati due incontri seminariali re-
gionali. Gli incontri sono stati utili a
discutere sulle attivitàprogettate e re-
alizzate, a interrogare i saperi affiorati
nelle diverse comunità e a negoziare i
diversi significati emersi a partire da-
gli artefatti prodotti.
Nel
primo seminario
, che si è tenu-
to al termine della prima UA, dopo
una breve ripresa delle azioni in cor-
so, sono state rilanciate le linee guida
della didattica orientativa e il tema
della documentazione pedagogica.
Per supportare la progettazione, la
realizzazione e la riflessione sulle pra-
tiche didattiche messe in atto sono
stati discussi alcuni possibili strumen-
ti di documentazione pensati sia per
gli alunni, sia per i docenti.
Per quanto riguarda gli
alunni
è sta-
ta discussa una proposta da utilizzare
all’interno delle UA per documentare
i percorsi. I suggerimenti proposti era-
no diversi e intercambiabili in modo
tale che ogni docente responsabil-
mente e liberamente scegliesse la
modalità ritenuta migliore (Figura 7).
La documentazione pedagogica è
stata pensata con una doppia finalità
formativa: di supporto all’insegnante
nella ri-lettura della prassi didatti-
ca messa in atto e come strumen-
to documentale di riferimento per
calibrare gli interventi nel percorso
progettuale; di supporto all’alunno
nel conseguimento di una maggiore
consapevolezza metacognitiva ri-
spetto a sé, al compito e alle strategie
di apprendimento utilizzate. È grazie
a questo dispositivo che lo studente
visualizza il proprio cammino ed è in
grado di ripercorrerlo riflessivamente
acquisendo maggiori e migliori con-
sapevolezze, utili anche a future ri-
progettazioni.
Per la documentazione finale sono
stati suggeriti alcuni strumenti utili
a far riflettere gli studenti sul senso
generale che l’UA svolta ha avuto
in termini di conoscenze acquisite,
procedure messe in atto, strategie
di lavoro, collaborazione nei gruppi,
assunzione di autonomia e responsa-
bilità, presa di coscienza delle proprie
attitudini, stili di apprendimento e in-
teressi.
Per quanto attiene alla documenta-
zione delle pratiche didattiche messe
in atto dai docenti si è fatto uso di di-
spositivi di formazione utili a portare
in luce e a comprendere il senso delle
azioni progettate e realizzate nei con-
testi professionali.
Il primo dispositivo utilizzato è
stato la pratica riflessiva
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in quanto
ritenuto importante per mettere in
atto forme di riflessività sul significato