QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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le sinergie che quelle persone in
quel luogo produrranno. Questo
è un punto importante dell’Open
Space: il facilitatore deve avere sin-
cera fiducia nel fatto che il gruppo
troverà le proprie soluzioni. Tenta-
tivi di imporre risultati specifici o
un’agenda prestabilita decreteran-
no il fallimento del processo.
3° principio
Il terzo principio può risultare
nuovo nel mondo anglosassonema
si adatta abbastanza bene agli ita-
liani. Concretamente esso decreta
che si può iniziare in ritardo. Quan-
do si vuole suscitare la creatività e
l’apprendimento è importante che
l’orologio non inibisca il processo.
Poiché i risultati dell’Open Space si
basano in gran parte sulle sinergie
create dal gruppo, è positivo lascia-
re che all’inizio esso si amalgami in
modo informale.
4° principio
L’ultimo principio, “la sessione fi-
nisce quando è finito” è in linea con
il terzo: i momenti creativi spesso
si presentano all’improvviso e non
vanno interrotti. Questo implica che
a volte è utile ‘lasciar scorrere’ l’Open
Space più a lungo del previsto, se i
gruppi non hanno finito. Ugualmen-
te alcuni gruppi possono finire pri-
ma del tempo ed è importante che si
sentano liberi di sciogliersi.
LA LEGGE DEI DUE PIEDI
L’Open Space ha poi una legge che
tutti i partecipanti devono seguire
affinché il processo funzioni. Si chia-
ma ‘la legge dei due piedi’ e dice che
“ciascun individuo ha due piedi e ha
la responsabilità di usarli spostando-
si da un gruppo in cui si sente inutile
versounaltro incui pensadi esserepiù
produttivo„. Ciò può avvenire in qual-
siasimomentodelladiscussione. La re-
sponsabilità per il successo dell’Open
Space sta in ciascun individuo che vi
partecipa. Ciascun individuodeve sen-
tire di poter dare un contributo impor-
tante al lavoro; se ciò non accade è sua
responsabilità spostarsi dove si sente
utile. Andarsene via dal gruppo non
è un atto di ostilità o rabbia, ma sem-
plicemente adempiere alla propria
responsabilità di essere utile: ciò deve
essere fatto gentilmente e dimostran-
do rispetto per le persone coinvolte.
Uno dei più sorprendenti effet-
ti della Legge dei due piedi è il suo
contributo alla risoluzione dei con-
flitti. Quando nel gruppo ci sono dei
conflitti spesso capita che le persone
tendano a confrontarsi fino a non far-
cela più e, alla fine, esercitino la Legge
dei due piedi: escono dalla stanza, si
calmano e poi tornano perché hanno
comunque interesse ad influenzare il
corsodelladecisione. Apparentemen-
te l’interesse per l’argomento trattato
tiene persone diverse insiemementre
la ‘legge dei due piedi’ consente loro
di separarsi nel momento in cui il con-
fronto diventa insostenibile.
Dopo che tutti i partecipanti hanno
attaccato al muro il proprio ‘pezzo di
ordine del giorno’(firmato) si incorag-
giano le persone ad alzarsi per guar-
dare e leggere quanto proposto dagli
altri. Se soloalcuni hannoesplicitato le
proprie proposte ed altri no, è impor-
tante non mettere fretta, soprattutto
se sono presenti persone svantaggia-
te che possono avere bisogno di più
tempo per definire le proprie idee e
trovare il coraggio di esporle.
Di solito, a pochi minuti dal termi-
ne del discorso introduttivo il muro
si riempie di idee e proposte, anche
più di quanto sia possibile discutere
nel tempo a disposizione. Il facilita-
tore non interviene in alcun modo
classificando le proposte o tentando
di aggregare proposte simili. Anzi,
chiederà a ciascuno di definire in
quale delle stanze a disposizione e
a che ora intende organizzare la di-
scussione dell’argomento proposto.
Il facilitatore incoraggia poi i parteci-
panti ad iscriversi a quegli argomenti
proposti daaltri sullecui decisioni desi-