SPAZIO APERTO
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gono da guida, sia per il leader che
per i partecipanti. I principi sono i
seguenti:
1. chi partecipa è la persona giusta;
2. qualunque cosa succeda va bene;
3. in qualsiasi momento si inizi va
bene;
4. la sessione finisce quando è finito.
1° principio
Il primo principio ci ricorda che
è inutile speculare su chi avrebbe
potuto essere presente o sulla rap-
presentatività del gruppo durante
l’Open Space. Dati tutti gli sforzi per
includere più persone possibili e
tutti gli attori chiave, una volta che
il gruppo si riunisce è importante
che le persone coinvolte si sentano
legittimate a lavorare ed elabora-
re le proprie proposte. Se il grup-
po è profondamente coinvolto ed
appassionato, finito l’Open Space
trasferirà quell’entusiasmo ad altre
persone e la partecipazione, nelle
sessioni successive si allargherà. Al
contrario, se il tempo a disposizio-
ne viene sprecato dicendosi che
il gruppo non è rappresentativo o
competente, sicuramente l’Open
Space non sarà un successo. Lo sfor-
zo per raccogliere nel gruppo gli
attori chiave (incluso il personale in-
terno all’organizzazione) è decisivo,
ma va concentrato nei giorni prece-
denti alla sessione di Open Space.
2° principio
Il secondo principio sembra ov-
vio. Dato quel luogo, quel momen-
to e quelle persone qualunque
cosa succeda è l’unica che poteva
accadere. Con altre persone, in un
diverso tempo e luogo i risultati
sarebbero diversi. L’atteggiamen-
to con cui iniziare un Open Space
è quello di lasciarsi sorprendere.
Chi arriva ad una sessione con una
dettagliata lista di aspettative sui
risultati sarà possibilmente frustra-
to e nello stesso tempo non focaliz-
zerà l’attenzione su ciò di positivo
che accadrà. Nessuno può predire
un’ampia stanza in cui si svolgerà
l’Assemblea Plenaria; sono inoltre
a disposizione almeno 10 ulteriori
stanze per i gruppi di lavoro. In un
lato della stanza per la plenaria è
stato allestito un buffet, già pronto.
Nella stanza le sedie sono distribui-
te a semicerchio, o a più semicerchi
concentrici, a seconda del numero
atteso di partecipanti. Il semicerchio
è orientato verso un muro bianco.
Dopo il momento informale i par-
tecipanti vengono fatti accomodare
nelle sedie disposte a semicerchio
e viene introdotto il tema. Il tema
dell’incontro è presentato da un fa-
cilitatore esterno che ha preparato
l’introduzione insieme all’organizza-
tore
3
. Dopo aver enunciato il tema
della riunione, il facilitatore farà no-
tare ai partecipanti il muro bianco
davanti a loro: quello è il program-
ma dei lavori. Infatti, nulla a parte il
tema è stato predefinito in anticipo.
Il gruppo stesso definirà il program-
ma dei lavori identificando questioni
o opportunità intorno al tema pro-
posto. I partecipanti potranno dare
a ciascuna idea un breve titolo e
scriverla sulla carta a disposizione. È
importante che ciascuno/a propon-
ga le questioni a cui é veramente e
direttamente interessato, perché sarà
chiamato/a a prendere responsabi-
lità diretta nell’organizzazione della
discussione di quell’argomento, ov-
vero dire quando e dove il gruppo si
incontrerà, partecipare alla discussio-
ne e inserire un report nel computer
con l’eventuale aiuto dei facilitatori.
Ciascun partecipante può proporre
anche più di un argomento. Infatti, se
alla fine della sessione l’argomento
che gli sta a cuore non è stato tratta-
to, la responsabilità è solo di quel par-
tecipante che non l’ha proposto. Tutti
gli argomenti individuati saranno poi,
trascritti su fogli e attaccati, dagli stes-
si partecipanti, al muro.
Il facilitatore dopo aver enunciato
il tema procederà all’illustrazione
delle regole dell’evento. Esistono in-
fatti 4 principi e una legge che fun-