ORIENTAMENTO E SCUOLA
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che l’educatore offre alle persone
con cui interagisce con l’obiettivo di
sviluppare al meglio le loro poten-
zialità e di portarle gradatamente a
raggiungere un livello di autonomia
quanto più possibile piena e com-
pleta. E’ l’investimento, l’energia ne-
cessaria a trasformare il potenziale
in funzionamento ed a creare possi-
bilità nuove d’apprendimento.
Quindi, secondo la teoria della
modificabilità e della mediazione,
all’origine delle funzioni mentali più
elevate troviamo il processo di ap-
prendimento in cui l’interazione tra
soggetto ed ambiente attraverso il
supporto dell’educatore, è fonda-
mentale. La modalità di interazione
tra ambiente-educatore-soggetto
è alla base della maggior parte dei
cambiamenti strutturali che inter-
vengono nell’apparato cognitivo
umano. Il mediatore deve essere
in grado di individuare, scegliere,
predisporre alcuni degli stimoli che
raggiungono il soggetto, in modo
tale da farli diventare accessibili alla
sua comprensione. Evidentemente
il mediatore non si porrà come una
barriera tra organismo e mondo
esterno, filtrando tutto ciò che dal-
l’ambiente giunge al fanciullo, il suo
ruolo è quello di far focalizzare l’at-
tenzione sui dati rilevanti, di indivi-
duare gli stimoli che hanno bisogno
di adattamento per essere utilizzati
nel migliore dei modi, suscitando
nel soggetto attenzione, presa di
coscienza, consapevolezza.
L’adulto aiuta ad organizzare ed
ordinare le informazioni; ne regola
l’intensità, la frequenza e la sequen-
za con cui vengono presentate; aiu-
ta ad evidenziare relazioni di tipo
temporale, spaziale, causale, faci-
litando l’acquisizione di strumenti
cognitivi ed affettivi che rendano
tali processi progressivamente sem-
pre più autonomi ed indipendenti
dall’esterno. L’obiettivo finale di un
buonmediatore è quello di scompa-
rire, cioè di portare il soggetto a rag-
giungere un’autonomia tale da non
aver più bisogno di essere guidato.
Nell’esperienza di apprendimento
mediato è basilare che i mediatori
siano consapevoli del ruolo che co-
prono, ed agiscano seguendo alcuni
criteri di mediazione che condizio-
nano positivamente le capacità del
soggetto di modificare struttural-
mente il suo potenziale cognitivo.
Riportiamo qui solo alcuni di questi
criteri, lasciando ad una lettura più
approfondita l’analisi degli altri.
1
.
La mediazione di intenzionali-
tà
e reciprocità è quella costante
consapevolezza nell’interazione
che spinge il mediatore a cerca-
re diversi modi per facilitare la
trasmissione dei concetti e del-
le strategie d’apprendimento. Il
mediatore mette in pratica l’in-
tenzionalità quando guida l’in-
terazione verso l’obiettivo, sele-
zionando, mettendo in rilevo ed
interpretando alcuni stimoli. La
reciprocità si verifica quando c’è
una buona risposta da parte del
soggetto e l’indicazione che è re-
cettivo e coinvolto nel processo
di apprendimento. La reciprocità
è un aspetto essenziale nello svi-
luppo del bambino: egli realizza
che le sue azioni possono esse-
re determinanti nell’interazione
con il mondo.
2
.
La mediazione della trascen-
denza
comparequando ilmedia-
tore fa in modo che un’esperien-
za di apprendimento mediato si
stacchi dal contesto nel quale si è
prodotta e ne superi i fini imme-
diati in favore di scopi più lonta-
ni, allargando e diversificando il
sistema di bisogni del soggetto.
L’obiettivo della trascendenza è
di promuovere l’acquisizione di
principi, concetti e strategie che
possono essere generalizzate ed
utilizzate in situazione diverse
da quella presente.
3
.
La mediazione del significato
è ciò che arricchisce un’esperien-
za al di là del suo senso imme-