QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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CONCLUSIONI
Alla luce dei risultati di questa ri-
cerca, anche secondo gli psicologi
che a diverso titolo già lavorano
con le scuole, il “futuro” psicologo
scolastico non può esimersi dal pos-
sedere una formazione specifica e
competenze diverse per le scuole
di ciascun ordine e grado (Bergamo,
2008).
Il rapporto psicologia/scuola an-
drebbe ripensato in una nuova di-
mensione, nella concretizzazione
di una struttura-ponte di incontro
dinamico ed efficace tra l’istituzione
scolastica e quella psicologica, dove
la conoscenza delle esperienze reci-
proche e dei patrimoni teorico-cul-
turali possa essere utile strumento
di conoscenza e di benessere per lo
sviluppo in età evolutiva (Balduini,
2001).
L’identikit dello psicologo ideale
vedrebbe delineare la figura di un
professionista presente e visibile nel
contesto in cui opera, propositivo
ma non invasivo, consapevole del-
le proprie capacità e competenze,
flessibile e non prigioniero del pro-
prio “paradigma formativo”, capace
di integrare e rinnovare metodolo-
gie e strumenti, dinamico e capace
di impegnarsi fino in fondo per es-
sere catalizzatore di reali processi
di crescita e innovazione. Dovrebbe
cogliere e decodificare bisogni e ri-
chieste, individuali e non, cercando
di rendere “domanda e offerta” sem-
pre più chiare nel significato; “pren-
de sul serio” il problema dell’altro
senza cadere nella banalizzazione,
nella collusione o nell’onnipoten-
za. Lo psicologo scolastico dovreb-
be porre domande più che cercare
soluzioni ai problemi, rifiutare le ri-
cette per sé e per gli altri, imparare
ogni giorno, dal lavoro con docen-
ti e dirigenti, con allievi e genitori,
l’importanza di sintonizzarsi con il
linguaggio e con i tempi dell’altro,
mettere da parte quella terminolo-
gia criptica che allontana e disorien-
ta, quel linguaggio di categoria che
un tempo costellava le comunica-
zioni tra psicologia e scuola.
La psicologia scolastica potrebbe
offrire apporti significativi, a più li-
velli di intervento con i docenti, gli
allievi, le famiglie e la realtà territo-
riale, proponendo attività di consu-
lenza e formazione, per il migliora-
mento della funzione educativa ed
organizzativa della scuola e la pro-
mozione di interazioni costruttive
con essa.
Inoltre, dovrebbe delineare linee
di intervento, negli ambiti dell’ap-
prendimento, del disagio, della
dispersione scolastica, dell’orienta-
mento, dell’educazione sessuale e
socio-affettiva. Dovrà pure occupar-
si di attività di prevenzione, di ricer-
ca, di valutazione e diagnosi.
Deve quindi essere superata l’im-
magine stereotipata dello psicolo-
go che effettua consulenze spora-
diche e interviene superficialmente
nel sistema scuola: la nuova imma-
gine che si sta modellando viene a
delineare un intervento psicologico
nei termini di servizio per la scuo-
la, come proposto dalle numerose
proposte di legge che giacciono in
Parlamento.
Tiziana Magro
Psicologa, psicoterapeuta
Facoltà di Scienze della Formazione,
Università degli Studi di Padova
Eva Bassanese
Psicologa scolastica