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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO
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senza o assenza crea delle barriere
al processo di reciproco adattamen-
to tra ambiente e persona?
Il metodo Feuerstein tenta di dare
risposte a questi interrogativi. Ritie-
ne che l’intelligenza non sia un trat-
to immutabile della personalità, ma
unelementopassibiledi evoluzione,
modificabile in senso positivo gra-
zie ad una corretta interazione con
l’ambiente. L’intelligenza è caratte-
rizzata dalla plasticità, è
“un processo
sufficientemente vasto da compren-
dere un’ampia varietà di fenomeni
che hanno in comune gli aspetti dina-
mici ed i meccanismi dell’adattamen-
to”
(Feuerstein, 2003) e può essere
definita come:
“la propensione di
un organismo a modificare se stesso
quando si confronta con i bisogni di
accomodamento che si vengono a
creare in rapporto ai differenti conte-
sti di esperienza”
(Feuerstein). Esiste,
all’atto pratico, una forte coesione
tra risposte autoplastiche, dirette a
modificare lo stato interiore dell’in-
dividuo e risposte alloplastiche che
sono dirette a modificare l’ambien-
te. Basandosi su questi presupposti,
ci si pone come obiettivo il migliora-
mento della qualità della vita, attra-
verso il potenziamento delle abilità
cognitive e relazionali. Un educato-
re, secondo Feuerstein, è veramente
pronto ad assumere il proprio ruolo
quando condivide questi principi:
Gli esseri umani sono modificabi-
li.
La persona che sto educando è
modificabile.
IO sono in grado di modificare la
persona che sto educando.
IO stesso posso (e devo) essere
modificato.
La società può (e deve) esseremo-
dificata dall'apporto delle singole
persone che la compongono.
Feuerstein esplicita le condizioni
che permettono la modificazione
positiva e fornisce indicazioni ri-
guardanti l’ambiente in cui operare,
l’approccio educativo da instaurare,
predisponendo esercitazioni pra-
tiche, utili all’individuazione ed al
superamento di eventuali carenze
cognitive. I concetti di potenziali e
propensione all’apprendimento, di
modificabilità cognitiva, di funzio-
namento e di mediazione sono alla
base della sua teoria psicologica.
Per modificabilità cognitiva si in-
tende la capacità degli esseri umani
di cambiare la struttura stessa del
loro funzionamento cognitivo con
lo scopo di adattarsi alle situazioni
che si evolvono nel corso della vita.
La modificabilità non è il semplice
riflesso a stimoli esterni o una rispo-
sta a cambiamenti interni quali per
esempio la crescita: è soprattutto il
risultato di una serie di atti volontari
e consapevoli che possono e, in al-
cuni casi devono, essere guidati da
una persona esterna.
L’organismo umano, esposto ad
un’esperienza di apprendimento
mediato, è in grado di modificare
in maniera stabile il proprio stile co-
gnitivo, cioè le proprie funzioni di
base quali, ad esempio, memoria,
capacità attentiva, comportamento
comparativo; discostandosi in ma-
niera anche significativa dallo svi-
luppo atteso.
Il potenziale d’apprendimento è
un insieme di comportamenti vir-
tuali latenti che richiedono un certo
impegno per essere resi manifesti.
Ma la mente umana non si limita
ad avere un potenziale latente, co-
munque precostituito, che può es-
sere reso manifesto; le sue possibili-
tà sono molto maggiori. Attraverso
l’operato dell’educatore, possono
essere costituite capacità che, da
sole, non sarebbero esistite. Le mo-
dalità con cui la mente si modifica
positivamente costituiscono la Pro-
pensione all’apprendimento.
Il funzionamento è la parte di
potenziale messa in atto, cioè resa
manifesta, osservabile dall’esterno.
L’esistenza di un divario tra poten-
ziale e funzionamento è la prassi.
Per mediazione si intende quel-
l’intervento, intenzionale ed attivo,
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