ORIENTAMENTO E SCUOLA
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cappuccetto rosso?”
Dopo le comprensibili esitazioni,
le risate sommesse, il sospetto, l’im-
barazzo… c’è sempre qualcuno che
decide di iniziare, solitamente sup-
portato, di lì a poco, da altri colleghi,
che vengono incitati a correggere,
integrare…, generalmente sonosuf-
ficienti pochi minuti per giungere
ad una sintetica versione condivisa.
Quasi invariabilmente il racconto si
articola in alcune fasi essenziali che
ripercorrono, in modo succinto, la
struttura della versione che la mag-
gior parte degli appartenenti alla
cultura occidentale condividono
(modellata a partire dalla versione
dei fratelli Grimm del 1812), pochis-
sime volte mi è capitata la fortuna
di assistere a delle varianti, in alcuni
casi facilmente comprensibili (leg-
gendo sino alla fine ed esaminando
le varianti presenti nelle differenti
versioni di Cappuccetto Rosso sarà
chiaro a tutti in che senso), in altre
immaginabili attraverso un proces-
so di modificazione orale.
Non ho ancora avuto la ventura
di trovare qualcuno che dichia-
rasse di non conoscere la fiaba in
questione. In queste occasioni ho
provveduto a registrare, in forma
scritta, le differenti versioni rac-
contate e verificarne la corrispon-
denza con lo schema tipologico
che presento qui sotto. Occorre
precisare che per quanto di con-
testi culturali, di condizione socio-
professionale, di caratteristiche
anagrafiche, di provenienza geo-
grafiche anche molto differenti, i
gruppi esaminati sono costituiti
nella loro totalità da parlanti in lin-
gua italiana (come lingua madre o
come L2).
Autoritratto
olio su tela, 1932