I n f o rma
esterno come ad esempio la for-
tuna); la stabilità (le cause di un
evento possono essere intese
stabili nel tempo come ad
esempio la tenacia di una per-
sona, o instabili come ad
esempio il tono dell’umore); la
controllabilità (le cause possono
essere intese controllabili dalla
persona come ad esempio l’im-
pegno, o incontrollabili come
ad esempio la difficoltà del
compito).
-
le strategie di autoregolazione
,
ossia le procedure attraverso le
quali lo studente perviene ad
una modalità di apprendimento
autonoma, consapevole e flessi-
bile, che favorisce l’identifica-
zione degli obiettivi di apprendi-
mento e i mezzi strategici me-
diante cui raggiungerli.
13
Tali
strategie comprendono le abilità
cognitive, emotive e motivazio-
nali che inducono lo studente ad
impegnarsi nello svolgimento
del compito, a pianificare la
propria attività di studio e a uti-
lizzare strategie specifiche.
14
Sono favoriti i candidati che dimo-
strano possedere una visione in-
crementale delle diverse abilità,
che attribuiscono i risultati conse-
guiti a cause interne e controllabili,
che sanno utilizzare strategie di
autoregolazione efficaci durante lo
studio, che possiedono una buona
percezione di controllo in generale
sulle proprie capacità ed attività.
15
Dopo le selezioni i tutor iniziano la
propria formazione (attualmente
un percorso intensivo di due - tre
giorni) in cui approfondiscono
varie tematiche, tra cui quelle delle
dimensioni metacognitive dell’ap-
prendimento citate prima, quelle
emotive, le competenze comunica-
tive e sociali, e l’assunzione di re-
sponsabilità entro la coppia tutor-
studente. Essendo il
rapporto tutor-
studente
“quasi alla pari” la rela-
zione che si vuole instaurare è di
tipo “orizzontale” e “da fratello
maggiore”, (rispetto quella “verti-
cale” e “genitoriale” docente-stu-
dente).
16
Il tutor è perciò un
facili-
tatore di apprendimento
, ma non
deve sostituirsi alla responsabilità
del singolo studente in tale atti-
vità.
17
Anzi, deve dare supporto
allo studente nel rendersi
parte-
cipe, attivo ed autonomo
nella ge-
stione del proprio precorso di
studi.
Se, come abbiamo visto, dal
punto di vista teorico il Servizio TJ
si rifà alla prospettiva metacogni-
tiva dell’apprendimento, dal
punto di vista strategico-organiz-
zativo adotta una prospettiva
si-
stemica
. Ossia intende strutturare
le sue attività in forte interazione
con gli altri attori di Facoltà e di
Ateneo. Le iniziative che porta
avanti non hanno luogo sola-
mente nel rapporto diadico tutor-
studente, e non sono dirette sola-
mente a beneficio dello studente
singolo.
Vediamo alcuni esempi per chia-
rire. È stato attivato un progetto di
Monitoraggio Matricole, consi-
stente nella raccolta degli esiti di
tutti gli esami di tutti gli studenti al
primo anno di iscrizione. In tal
modo è stato possibile avere una
visione completa e dettagliata del
comportamento delle matricole,
conoscere quali esami sono
spesso affrontati con successo,
quali non vengono superati, e
quali non vengono neppure ten-
tati. Ciò ha permesso al Consiglio
di Facoltà di riflettere sull’organiz-
zazione didattica e sulla distribu-
zione del carico di studio dei Corsi.
Ulteriore esempio è la disponibilità
che il Servizio TJ ha dato a tutti i
docenti nello svolgere attività di ri-
cerca in quegli ambiti disciplinari
nei quali si focalizzano le maggiori
difficoltà degli studenti. È nato così
il progetto
“Io e la Psicometria”
, in
cui si sono indagate le motivazioni
degli studenti nell’affrontare con
difficoltà, spesso in ritardo e con
insuccesso, tale esame. Questo
studio ha permesso di aiutare i do-
centi nella propria attività didat-
tica, e ha permesso alla Commis-
sione Didattica di Facoltà di ricali-
brare parzialmente il piano di
studi, spostando tale esame al se-
condo anno.
Queste attività di monitoraggio e
ricerca, e la vicinanza nel rap-
porto con gli studenti, permettono
al Servizio TJ di proporsi come
“antenna di senso” del sistema
Facoltà, capace di fungere da im-
portante player strategico tra gli
attori del contesto universitario.
18
Un altro esempio di questa enfasi
sulla dimensione sistemica è la
costante attenzione nell’interfac-
ciarsi con gli altri Servizi di Fa-
coltà e di Ateneo, come ad
esempio la Segreteria Didattica,
la Segreteria Amministrativa, il
Servizio per le Relazioni Interna-
zionali, l’Ufficio Tirocini, il Ser-
vizio di Assistenza Psicologica. Il
Servizio TJ non si limita a “segna-
lare la loro presenza e compe-
tenza” e a “rimandare” ad essi gli
studenti, bensì cerca di interagire
a stretto contatto con questi servizi
condividendo materiali, informa-
zioni, notizie, novità.
74
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
13
Moè A., De Beni R. (2000),
Strategie di
autoregolazione e successo scolastico: Uno
studio con studenti di scuola superiore ed uni-
versitari,
Psicologia dell’Educazione e della
Formazione, 2, 31-44.
14
Zimmermann B. J. (1999),
Le abilità di
studio e le strategie di autoregolazione del-
l’apprendimento.
Psicologia dell’Educazione
e della Formazione, 1, 25-49.
15
Vedi nota 7.
16
Pezzullo L., De Beni R. (2005)
, Il Tutorato
universitario come facilitatore strategico del
processo formativo: l’esperienza del Servizio
TutorJunior di Padova, Relazione presentata
al convegno “Verso una nuova qualità dell’in-
segnamento e dell’apprendimento della psico-
logia”,
4 e 5 Febbraio 2005, Padova.
17
De Beni R. (2002),
Relazione finale del
Progetto TutorJunior, in Una parte per il
tutor,
a cura di Paggin N., Zago P., Arcaro S.
(2002), Cleup, Padova.
18
Vedi nota 16.