i n f o rma
momenti di collegialità ma
anche in momenti più informali
di scambi di esperienze e pro-
gettazioni comuni.
Per adeguare una professione
sempre più sensibile ai rapidi
mutamenti sociali, sembra ne-
cessario riflettere su azioni e
orientamenti nella prassi pro-
fessionale, anche attraverso
strumenti che la ricerca socio-
pedagogica mette a disposi-
zione, quali il
modello SPS
,
1
in
via di sperimentazione nella Re-
gione Friuli Venezia Giulia. Ciò
in considerazione dei concetti
fin qui espressi per i quali
<<ogni dominio del sapere
(…), pur esprimendo una pro-
pria organizzazione interna che
ne definisce la fisionomia in
quel particolare momento della
storia disciplinare, richiede che
venga curato il giusto dosaggio
tra “la conoscenza come costru-
zione “personale” e “le cono-
scenze” consolidate come pro-
dotti dalla ricerca nei diversi
campi del sapere>>
2
.
Tale modello nasce come esi-
genza di ricerca e sperimenta-
zione di nuove vie per lo svi-
luppo della professionalità do-
cente. L’ideazione e l’iniziativa
è da attribuirsi all’Ufficio Scola-
stico Regionale (U.S.R) del
Friuli Venezia Giulia
3
, il quale
ha avviato a partire dall’anno
scolastico 2005/2006 una serie
di azioni finalizzate a svilup-
pare sperimentalmente stra-
tegie possibili di sostegno allo
sviluppo della professionalità
docente, mediante azioni con-
cordate nell’ambito del gruppo
tecnico di coordinamento interi-
stituzionale regionale che vede
rappresentati: la Direzione sco-
lastica Regionale del Fvg, il
Consorzio Universitario del
Friuli, la Regione – Assessorato
all’Istruzione- le Province di
Trieste, Udine, Pordenone e Go-
rizia.
Risulta significativa in tale pro-
getto la metodologia utilizzata,
in un percorso che ha preso
avvio, secondo un processo
bottom-up, ovvero dalla consul-
tazione e con la compartecipa-
zione degli attori coinvolti in
processi di innovazione a livello
delle singole istituzioni scola-
stiche e reti di scuole di ogni or-
dine e grado della Regione
Friuli Venezia Giulia (dirigenti,
docenti referenti e funzioni stru-
mentali, docenti formatori, do-
centi di lingue minoritarie, do-
centi neoassunti). E’ stato costi-
tuito allo scopo un gruppo di
studio e di ricerca, guidato dal-
l’Ispettore Luigi Torchio, con il
contributo del personale del-
l’USR FVG, che ha visto coin-
volte le Università di Trieste e
Udine, con le relative Facoltà di
Scienze della Formazione, ma
anche le Istituzioni scolastiche
straniere dei paesi confinanti di
Slovenia ed Austria. L’intera-
zione con le regioni transfron-
taliere ha aperto inoltre un di-
battito sulla mobilità professio-
nale dei cittadini europei nel-
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
31
79
Albino Lucatello, Musi, 1981, olio su tela, 65 x 90 cm
1
Ci si riferisce al Progetto Regionale per lo
Sviluppo delle Professionalità Scolastiche,
nella Regione Friuli Venezia Giulia, ovvero al
Progetto SPS, progetto sperimentale avviato
dalla Direzione Generale dell’Ufficio Scola-
stico Regionale per il Friuli. Venezia Giulia,
dalla Regione Autonoma FVG, ovvero dalla
Direzione Centrale Relazioni internazionali,
comunitarie e autonomie locali-Servizio rap-
porti comunitari e integrazione europea- Cfr
sito web:www.scuola.fvg.it, nel quale sono di-
sponibili i materiali elaborati dal gruppo di
studio, gli istituti partecipanti, le relazioni e
le presentazioni del Progetto ai seminari re-
gionali, nonché il modello stesso.
2
Cfr. P. De Mennato,
Saperi della mente sa-
peri delle discipline,
Ellissi, Napoli, 2003, p.
27, passim.
3
A seguito dei recenti interventi legislativi di
soppressione degli enti di ricerca quali IRRE
(ex IRRSAE) e INDIRE, di cui all’ultima
legge finanziaria, e la contigua istituzione
dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo del-
l’Autonomia Scolastica, le Scuole e le Dire-
zioni Regionali, nel quadro dell’Autonomia,
sembrano dover assumere sempre più il ruolo
di agenti primari nei progetti di sperimenta-
zione e innovazione didattica.