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bili, ad osservare una situazione,
una questione, una decisione da
prendere, un problema, prestando
sempre attenzione a coinvolgere
gli interlocutori, per sottoporre poi
gli elementi raccolti alla riflessione
del gruppo per la formulazione di
ipotesi di intervento.
La terza sequenza fa riferimento
al periodo che viene dedicato al-
l’
azione
, alle attività da svolgere,
riguarda l’esecuzione, l’individua-
zione delle responsabilità, delle
competenze individuali e del
tempo necessario.
Dopo ogni sequenza si è proce-
duto alla
valutazione
del lavoro
svolto, attraverso discussioni e
analisi approfondite e all’even-
tuale aggiustamento del percorso
intrapreso.
Gli insegnanti coinvolti nel per-
corso di ricerca azione hanno co-
municato ai colleghi che non ave-
vano condiviso l’esperienza, al-
l’interno della loro scuola , gli
aspetti significativi del percorso, i
problemi incontrati, gli elementi
interessanti emersi, le acquisi-
zioni e i risultati ottenuti. Inoltre
ci sono stati momenti, alla pre-
senza dei rappresentanti istituzio-
nali, dei responsabili politici locali
e degli insegnanti di altre scuole,
dove è stata resa pubblica la nostra
esperienza.
LA DOCUMENTAZIONE E
LA DIMENSIONE
ORGANIZZATIVA
Ogni incontro con i gruppi di ri-
cerca azione è stato documentato
da una scheda di monitoraggio
della riunione o da un diario di
bordo redatto a turno dai parteci-
panti al gruppo.
Il diario di bordo è stato uno stru-
mento prezioso la cui lettura ci ha
aiutato a ricostruire alcune carat-
teristiche e alcuni passaggi essen-
ziali per il percorso compiuto.
Sono state anche utilizzati alcuni
questionari di autovalutazione, re-
lazioni narrative, che hanno per-
messo di ricostruire i processi av-
viati e le dimensioni relazionali ed
emotive.
Il fatto organizzativo non è solo
un problema “tecnico”, assume
una rilevanza metodologica gene-
rale, incide direttamente sulla ge-
stione complessiva del lavoro e sul
suo esito finale, e quindi sugli
obiettivi, le fasi, il monitoraggio e
la valutazione.
L’organizzazione ha coinvolto al-
meno tre ordini di aspetti, cia-
scuno relativo a sottosistemi piut-
tosto articolati.
Innanzitutto la verifica iniziale
delle risorse e dei vincoli: capire
cosa si può fare al meglio tenendo
conto dei vincoli e delle risorse e
non quello che si vorrebbe fare al-
l’interno di una rigorosa rifles-
sione metodologica.
Cercando di trasformare gli osta-
coli in elementi di forza, il disegno
della ricerca ha rispettato i due se-
guenti principi: il contributo agli
obiettivi delineati ha giustificato
l’impegno e le aspettative, c’è stata
chiarezza in tutti, dai referenti
istituzionali agli insegnanti, e i li-
miti metodologici in cui ci siamo
trovati ad operare a causa dei vin-
coli e delle ristrettezze nelle ri-
sorse, in modo particolare del
tempo necessario, hanno portato
delle conseguenze nella qualità
della sperimentazione.
Un patrimonio ancora più impor-
tante delle risorse di tempo e dei
vincoli sono stati in tutti i tre con-
testi della sperimentazione, il
clima organizzativo, inteso come
clima sociale caratterizzato da
fluidità dei comportamenti, dal
dialogo, dallo scambio di espe-
rienze e soprattutto le risorse
umane, gli attori coinvolti che co-
stituivano i tre gruppi di ricerca
azione, che hanno permesso di
operare in una struttura democra-
tica di gruppo, in una comune ri-
cerca tesa a raggiungere una con-
divisione.
Lo stare insieme, il porre domande
e dare risposte, in una partecipa-
zione all’interno di una situazione
significativa di attività, in una co-
munità di pratiche, dove le compe-
tenze individuali venivano con-
frontate con quelle degli altri e
messe al servizio del gruppo, dove
le modalità di operare professio-
nalmente di ciascuno erano
messe in discussione, hanno rap-
presentato il clima sociale che con
modalità e tempi diversi è man
mano cresciuto nei tre gruppi di
ricerca.
Il secondo aspetto ha riguardato
il disegno e la gestione del per-
corso della sperimentazione. Il
percorso cognitivo è stato co-
struito riflettendo contestual-
mente sulle risorse, sui vincoli e
sul modello procedurale. L’orien-
tamento metodologico ha avuto
come riferimento i modelli proce-
durali sviluppati dalla ricchezza
teorica e metodologica della ri-
cerca-azione da quando Kurt
Lewin la ideò e la realizzò nel
1946 presso un’azienda ameri-
cana.
Il terzo aspetto è rappresentato
dalla condivisione del percorso di
costruzione del disegno della spe-
rimentazione con i ruoli istituzio-
nali.
È indispensabile mantenere vivo a
sostegno del lavoro e del gruppo,
l’interesse del dirigente scolastico
e del direttore amministrativo
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e scuola
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