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e realtà operanti sul territorio. Sfug-
giva inizialmente l’oggetto specifico
dell’intervento, quasi che un asettico
elenco delle azioni da svolgere po-
tesse rassicurare i partecipanti della
validità della loro impresa. L’atte-
nuazione delle presenze sembrava
quasi misurare l’intensità calante del
gruppo. La diversità di percorsi,
esperienze di formazione, dovute
alla provenienza da ordini scolastici
diversi arricchivano lo scambio, ma
non sembravano movimentare la re-
lazione e invogliare a mettersi vera-
mente in gioco in un’impresa co-
mune. Molte le variabili che costi-
tuivano elementi di forza e di criti-
cità nel gruppo (tab. 2).
Gli spazi istituzionali destinati ad in-
contri collegiali sembravano vuoti
ormai da tempo: la routine, la forma-
lità dei rapporti, l’esiguità del tempo
a disposizione parevano favorire gli
incontri informali, spontanei tra do-
centi, non previsti dal rito delle cir-
colari per valorizzare la riflessione
sulle proprie esperienze educative.
Ridare freschezza e motivazione ad
uno spazio di incontro gestito anche
con il protocollo dell’ufficialità è ap-
parsa un’ ulteriore sfida nel compito
previsto. La forza del metodo della
ricerca azione aveva sovvertito le
normali metodiche consolidate per
ridare energia ad una partecipazione
attiva dei docenti, ad una condivi-
sione di saperi oltre il conformismo e
l’arida ripetitività.
La partecipazione biennale ad un
progetto in rete, che prevedeva
quindi un tavolo di lavoro pluripro-
fessionale come punto di approdo
per ogni approfondimento teorico e
studio di strumenti di rilevazione,
aveva costituito un elemento di po-
tenziamento del progetto avviato
nell’Istituto ed aveva rinsaldato l’im-
portanza dell’adesione ad uno staff
regionale, disponibile ed attento a of-
zione del Dirigente Scolastico si è
concentrata nella fase iniziale del
percorso e le interazioni dei
membri della Commissione con i
docenti non coinvolti direttamente
si sono svolte con le modalità con-
suete: riunioni di programmazione
nella Scuola Primaria e dell’ In-
fanzia, scambi più informali nella
Secondaria.
GLI INCONTRI
Sette sono risultati gli incontri realiz-
zati nell’anno scolastico 2006-2007,
inferiori ai dieci preventivati e non
supportabili dalle risorse finanziarie
a disposizione, comunque densi di
proposte e di idee. Quattro, all’inizio
dell’anno, gli appuntamenti autoge-
stiti dal gruppo, tre gli incontri finali
coordinati dalla consulente esterna.
Nella fase iniziale si è provveduto ad
organizzare l’incontro con altre
agenzie del territorio: la responsabile
dell’Equipe Multidisciplinare Terri-
toriale e la coordinatrice dell’Ufficio
Assistenza Sociale del Comune di
Cervignano hanno presenziato alla
riunione per ottimizzare le modalità
di relazione tra Scuola ed Enti, espli-
citare le risorse del gruppo E.M.T. e
definire le modalità più idonee per
accedere ai servizi offerti. In tale ot-
tica è stato riproposto, con opportuni
aggiornamenti, un protocollo di col-
laborazione con i servizi socio-sani-
tari del territorio predisposto dall’Os-
servatorio di Area, negli anni scola-
stici precedenti, per la prevenzione
della dispersione scolastica.
Il gruppo di lavoro ha cercato quindi
di recuperare informazioni ed ag-
giornare le sue conoscenze su
quanto era stato prodotto in passato
in materia di dispersione, cercando,
nonostante le difficoltà, di definire
una sua dimensione di équipe di ri-
cerca nello studio specifico di prassi
SFIDE CONDIVISE
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Punti di forza
Punti di debolezza
Il gruppo, pur non condividendo un per-
corso di formazione comune sul tema
della ricerca azione, è motivato a costi-
tuire una comunità di pratiche.
L’adesione è volontaria.
Diversità ordini scolastici.
Diversità ambiti disciplinari.
Sono ordinariamente elementi di ric-
chezza nel confronto, ma non facilitano
inizialmente la formazione del gruppo.
Il gruppo opera con un mandato istitu-
zionale specifico, su un argomento di in-
teresse comune.
Esiguità del riconoscimento economico.
Aspettative non omogenee, a volte con-
trapposte, sul compito.
Protagonismo, coinvolgimento dei par-
tecipanti nell’esperienza.
Varietà di atteggiamenti osservabili
(esempi):
- partecipazione come liberazione da
frustrazioni professionali;
partecipazione come ricerca di sé e
affermazione delle proprie compe-
tenze;
- partecipazione come esperienza del
tutto inedita sul tema
Tab. 2: Punti di forza e di debolezza
1...,54,55,56,57,58,59,60,61,62,63 65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,...111
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