RIVISTA ok - page 65

frire supporto all’operatività nella
realtà scolastica concreta. Per vin-
cere l’isolamento e la mancanza di
confronto, la consulente esterna
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e la
psicologa dell’orientamento hanno
stimolato, con professionalità, a ri-
spettare compiti e scadenze, a vivere
serenamente ogni momento di diffi-
coltà, mediante una cultura dell’ac-
compagnamento e negoziazione con-
tinua delle diverse azioni.
L’OBIETTIVO COMUNE
La scheda di monitoraggio delle riu-
nioni, raccolta dalla consulente, si
apriva con questo interrogativo, ri-
chiamando, con leggerezza, il
gruppo alla necessità di esplicitare e
rafforzare i suoi compiti. La sfida
professionale non era tanto quella di
avanzare osservazioni critiche ed
elencare disagi, seppur legittimi,
nella pratica didattica, quanto quella
di elevare e migliorare l’organizza-
zione scolastica partendo da obiet-
tivi individuali per definire l’obiet-
tivo comune del gruppo e sentirsi
corresponsabili di un’ impresa con-
divisa. La disponibilità della consu-
lente aveva già precedentemente of-
ferto un ulteriore contributo per
rafforzare il team di lavoro. Una
semplice scheda proposta alla coor-
dinatrice organizzativa: “Problem
solving, definizione dell’obiettivo
comune” aveva corretto opportuna-
mente le criticità del gruppo. Per
realizzare un progetto strutturato è
necessario infatti che sia:
1. definito come risultato (prodotto fi-
nale da raggiungere);
2. costruito su fatti, dati osservabili e
risorse disponibili;
3. finalizzato in modo esplicito;
4. chiarito e articolato nei compiti;
5. perseguibile;
6. misurabile.
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Ogni insegnante ha così proposto le
proprie aspettative e motivazioni.
Dal confronto degli obiettivi indivi-
duali, che spaziavano dalla “ge-
stione delle emozioni” al “ruolo dei
genitori” per approfondire la rela-
zione nei confronti degli alunni, si è
deciso, in base alle priorità e al
tempo a disposizione, di privilegiare
il primo tema in esame. Dalla nego-
ziazione si è convenuto di analiz-
zare il rapporto degli allievi con le
proprie emozioni. Due insegnati
hanno fatto tesoro delle loro espe-
rienze del passato e si sono offerti di
preparare materiali, da personaliz-
zare in base alla scuola di apparte-
nenza, e da diffondere nel gruppo.
Tutti i membri della Commissione si
sono impegnati a sperimentare nelle
classi, per un mese, il materiale for-
nito contestualizzandolo alla loro
realtà specifica. Nella fase di verifica
le attività richiedevano l’utilizzo di
una serie di schede strutturate,
mentre l’osservazione sistematica
dell’esperienza sarebbe stata oggetto
di un’analisi successiva, da parte del
gruppo. Lo sforzo di migliorare la di-
mensione collaborativa, nella ri-
cerca di un’identità comune della
scuola, pur con modalità diverse per
promuovere lo star bene a scuola e
prevenire la dispersione scolastica, è
stato il risultato raggiunto dal
gruppo, testimoniato dalla scheda di
monitoraggio delle riunioni succes-
sive.
La progettazione comune è stata
frutto di un percorso evolutivo, di
scelte enunciate individualmente e
condivise, non di decisioni concor-
date frettolosamente. La matura-
zione del gruppo è stata accompa-
gnata, con rigore scientifico, dalla
consulente esterna. Il suo ruolo è
stato determinante nel facilitare il
compito e creare un clima di lavoro
positivo, anche se i molteplici adem-
pimenti di fine anno scolastico co-
minciavano ad agitare gli animi di
tutta la Commissione. Spesso le ri-
sorse interne a disposizione non
sono sufficienti ad elevare il livello
organizzativo della Scuola: troppi gli
ambiti in cui spendersi e disper-
dersi, alte le competenze metodolo-
giche da padroneggiare, concitato il
ritmo di lavoro se si opera sia sul
piano didattico che organizzativo.
L’operatività in rete di prassi e mo-
delli già sperimentati ha facilitato
l’innovazione e la trasferibilità di
esperienze tra scuole. Si opera però
ancora con difficoltà in tale prospet-
tiva nella condivisione dei modelli
elaborati: un solo Istituto, ad
esempio, composto da 10 plessi, con
una certa mobilità di personale, av-
verte la difficoltà di fare rete tra i
suoi docenti interni, di creare situa-
zioni di lavoro collaborative per age-
volarne l’organizzazione pedago-
gica. Quando però gli itinerari di-
dattici sono supportati da una loro
coerenza metodologica interna,
come nel caso dei percorsi di ricerca
azione, le energie e il forte impegno
necessari per agire si acquisiscono
facilmente con la fiducia accordata
al progetto. Il tavolo di lavoro costi-
tuito nell’ I.C. ha promosso, in que-
st’ottica, la cultura del dibattito e
della negoziazione, favorito la con-
quista di valori come il rispetto della
diversità e la valorizzazione del sin-
golo nella ricerca di gruppo.
LA SPERIMENTAZIONE
Tutti hanno presentato la loro
esperienza con il piacere di con-
frontarsi per aver affrontato gli
obiettivi prefissati con spirito di
innovazione e creatività. Si è costi-
tuita una rete di idee che spaziava
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Prof.ssa Rosalia Garzitto.
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