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IL CONSIGLIO DI CLASSE
Il consiglio è in gran parte
rodato
,
molti tra i componenti hanno già
lavorato in progetti comuni e al-
cuni hanno una lunga esperienza.
Ci sono le condizioni perché si
possa fare un buon lavoro in-
sieme, ma anche si possano speri-
mentare nuove vie di realizza-
zione dei progetti didattici. Il
clima, quindi, pare positivo da una
parte e dall’altra della cattedra.
Il team docenti converge sull’im-
prenscindibilità della qualità
della relazione educativa, sulla
progettualità e l’intenzionalità
educativa, su quella ispirazione
culturale-pedagogica che permet-
terà di far incontrare il cammino
di maturazione di ogni alunno
con dei contenuti di studio signi-
ficativi che li aiutino a sviluppare
competenze certificabili, non sa-
peri astratti avulsi dal reale. Le
unità di apprendimento divente-
ranno occasioni per lo sviluppo
globale della persona, del ragazzo
che interagisce attivamente con
la cultura.
Questo Consiglio di classe ha in-
teso realizzare l’incontro tra il
fine dell’educazione, o intenzio-
nalità formativa, cioè la crescita,
la maturazione e la valorizza-
zione della persona, e gli scopi
dell’istruzione, o intenzionalità
istruttiva, acquisizione di abilità
e conoscenze se non come stru-
menti per far crescere la persona,
per guidarla all’incontro con la
realtà attraverso lo strumento
culturale delle discipline.
L’incontro con la dott.ssa Gar-
zitto
1
ha incoraggiato e sostenuto
il nostro desiderio di costruire,
inventare, scoprire le risposte ai
problemi dei nostri ragazzi, ai
loro interrogativi, alle loro curio-
sità, ci ha aiutati a orientarli, a
guidarli nell’impegno personale
di ricerca/riscoperta/reinven-
zione/ricostruzione. Del resto, il
Ministero della Pubblica Istru-
zione ha sollecitato
“l’attivazione
di processi di trasformazioni con-
divisi […], mettendo in campo ciò
che occorre perché quei processi ab-
biano come traguardo una mag-
giore efficienza e una maggiore
equità”.
2
Ma come si migliorano i processi
di insegnamento e come si pos-
sono migliorare i processi di ap-
prendimento senza scivolare nel
didatticismo?
Con questi ragazzi, con tutti i ra-
gazzi, avremmo dovuto far spazio
ad una didattica creativa che
muove da una profonda cono-
scenza dell’epistemologia delle
discipline, nonché dei processi
dell’apprendimento e dei conse-
guenti criteri didattici della moti-
vazione, dei processi di concet-
tualizzazione e del lavoro di
gruppo.
Cos’altro poteva significare
questo se non che avremmo do-
vuto adattarci ai livelli di appren-
dimento e di sviluppo dei singoli
alunni, ai loro stili ed ai loro
ritmi di apprendimento, alle loro
storie individuali così diverse
l’una dall’altra eppure così simili
in quanto a degrado, desolazione
e stato di abbandono ma con
tanto bisogno di Scuola!
A questo punto era necessario
iniziare e la strada da intrapren-
dere
si
è
rivelata
la
Ricerca/Azione come miglior
prevenzione alla dispersione sco-
lastica in quanto metodologia che
prevede il dialogo, la discussione,
la relazione, la cooperazione,
spazi per riflettere, la fiducia reci-
proca, la condivisione, il desi-
derio di trovare le soluzioni ai
problemi, ma soprattutto di avere
il coraggio del cambiamento.
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
30
Orientamento e scuola
1
Facilitatore del gruppo Ricerca-Azione.
2
Intervento del ministro Giuseppe Fioroni
nell’audizione presso la VII Commissione
Cultura, Scienza e Istruzione della Camera
dei Deputati, 29 Giugno 2006.
Paesaggio marino - olio su tela, dipinto realizzato da un’alunna della classe 2C di Aquileia
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