66
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
30
RICERCA-AZIONE:
Rosalia Garzitto
LA VALUTAZIONE COME PROCESSO PARTECIPATO
LE RAGIONI DELLA
RICERCA–AZIONE
Le équipes di Udine, Cervignano e
Gorizia hanno maturato nel 2004,
dopo un primo anno di sperimen-
tazione sul territorio regionale, la
decisione di utilizzare la metodo-
logia della ricerca azione per lo svi-
luppo di conoscenze e prassi rela-
tive all’innovazione nella relazione
didattico educativa, area definita
dal bando regionale per il finanzia-
mento di interventi finalizzati a
contrastare e riconvertire la di-
spersione scolastica.
1
Se al fenomeno della dispersione
scolastica concorrono e si intrec-
ciano variabili soggettive e varia-
bili micro e macro sociali, noi ab-
biamo cercato di capire la natura
del problema dove si manifesta,
nella classe; e per fare qualcosa
per la pratica è opportuno iniziare
con una ricerca:
affrontare i problemi non teorici
ma pratici, che riguardano l’a-
zione, il “che fare” dell’insegnante.
Il fine della ricerca–azione, oltre
alla produzione di nuovo sapere, è
anche quello di risolvere i pro-
blemi pratici e di intervenire nella
situazione concreta per modifi-
carla, di operare per un migliora-
mento, un cambiamento.
Gli insegnanti in ricerca, indagano
su aspetti della vita reale, analiz-
zano la realtà nella sua comples-
sità, individuando le forze che de-
terminano o che ostacolano il cam-
biamento. Loro che vivono quoti-
dianamente le contraddizioni della
situazione concreta e ne cono-
scono le lacune, sono capaci più di
qualsiasi altra persona di definire i
loro problemi e di proporre solu-
zioni.
Gli insegnanti quindi protagonisti
del cambiamento sia della loro cre-
scita personale e professionale sia
della situazione nella quale lavo-
rano.
LA METODOLOGIA
Si sono organizzati degli spazi isti-
tuzionalmente riconosciuti e un
tempo per riflettere sul proprio
agire professionale, nel confronto
con punti di vista diversi dal pro-
prio in un clima di rispetto e fi-
ducia reciproca.
Condizioni che permettono ai do-
centi una pensabilità che produce
ipotesi da verificare e che si tra-
duce in un “fare” in una operati-
vità più attenta a coinvolgere gli
studenti nella condivisione degli
obiettivi da perseguire e del lavoro
da svolgere, assumendo un atteg-
giamento educativo rigoroso nella
costruzione del contesto di ap-
prendimento e nel contempo fles-
sibile nella relazione interperso-
nale.
Il processo di ricerca-azione ri-
chiede la pianificazione degli in-
terventi che, con un opportuno
grado di flessibilità, è stata rispet-
tata.
L’articolazione individuata preve-
deva quattro sequenze: l’ attiva-
zione del gruppo, la ricerca, l’a-
zione e l’implementazione e diffu-
sione dei risultati; all’ interno di
ogni sequenza si sono sviluppate
varie fasi.
La ricerca-azione unisce in un pro-
cesso circolare due momenti:
quello della conoscenza e quello
dell’azione con il coinvolgimento
di tutti i soggetti partecipanti: la
formazione e attivazione del gruppo
rappresenta quindi una fase fon-
damentale per l’avvio del percorso.
Per favorire un buon lavoro in un
gruppo di ricerca-azione è neces-
sario che al suo interno si deter-
mini un clima di libertà, di sicu-
rezza e di fiducia reciproca, che
permetta lo sviluppo del confronto
delle proprie idee con quelle degli
altri e della riflessione comune. Ed
è stato questo il clima che si è in-
staurato nei gruppi, facilitato al-
l’inizio dalle pregresse comuni
esperienze in progetti scolastici.
La sequenza relativa alla
ricerca
ha
visto i membri del gruppo impe-
gnati ad esaminare nelle sue varia-
er determinare
l’efficacia di un
intervento bisogna
individuare gli
indicatori che
permettono di
verificare se la propria
azione ha prodotto dei
risultati e se questi
sono congruenti con gli
obiettivi perseguiti
P
1
La Conferenza di Lisbona ha individuato
nella riduzione della dispersione scolastica
uno dei cinque benchmarck che i Paesi
membri dovranno raggiungere nel campo del-
l’istruzione entro il 2010. La percentuale di
18 – 24 anni con la sola licenza media e non
più in formazione è fissata al 10%. Nell’anno
2006, la media italiana è stata del 20,6%,
quella del Friuli Venia Giulia del 15,8%.
(da
“La dispersione scolastica – indicatori
di base per l’analisi del fenomeno”
Dire-
zione Generale Studi e Programmi – uffico di
statistica – Ministero della Pubblica Istru-
zione, dicembre 2006)