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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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“VOGLIO ANDARE A SCUOLA!”
Rita Comar, Marisa Pellizzari
LE RAGIONI DELLA DIDATTICA CREATIVA
PREMESSA
La classe è composta da 12 fem-
mine e 9 maschi; due ripetono, 10
vengono da fuori Aquileia. Ri-
spetto all’anno scorso la classe si è
arricchita di due nuovi allievi.
Uno dei fatti centrali della vita di
uno dei ragazzi, che è apparso im-
mediatamente, è la definizione
che egli dà di se stesso: ritiene di
essere un adolescente incapace,
autore di “azioni socialmente peri-
colose” che gli evocano lo spettro
di un’intera vita tormentata e ciò
desta una considerevole appren-
sione. Da questa definizione na-
scono gli atteggiamenti di base, le
ipertrofie, le compensazioni, i
sensi di inferiorità, i tipi di rap-
porti con gli altri. Si tratta di dia-
lettiche individuali fortemente
conflittuali se stabilite con adulti
avvertite dal ragazzo come restrit-
tivi della sua libertà di vivere. Un
ragazzo fortemente apprensivo,
incline all’ostilità e ad altri stati
d’animo fortemente avversivi, in
alcuni momenti incapace di dive-
nire socializzante e di interioriz-
zare regole sociali modali. Egli
percepisce il mondo come qual-
cosa di ostile e ansiogeno; intera-
gisce in misura limitata e ristretta
con gli altri (di cui non si fida) e
riduce, così facendo, le sue occa-
sioni di apprendimento e di accet-
tazione delle regole morali e di
condotta. Di conseguenza, l’ansia
derivante dalla violazione delle
norme interiorizzate, induce il ra-
gazzo a negare a se stesso molte
esperienze utili, educative e reci-
procamente valorizzanti.
L’altro ragazzo presenta tratti di
iperattività, in una situazione fa-
migliare dove i rapporti con le fi-
gure genitoriali conseguenti alla
separazione coniugale, presentano
molte difficoltà. Il quadro multi-
problematico rivela inoltre la pre-
senza di disistima ed atteggia-
menti depressivi.
Al momento dell’avvio dell’anno
scolastico, il Consiglio di classe ha
osservato come l’inserimento di
questi due allievi, peraltro porta-
tori di nuove ed inusitate espe-
rienze, di inedite vitalità e viva-
cità, di diverse pregresse storie
scolastiche, abbia disorientato, e a
momenti destabilizzato, il gruppo-
classe originario il quale, al ter-
mine dell’anno scolastico prece-
dente, dimostrava di aver consoli-
dato uno stabile e solido assetto, di
aver acquisito progressivamente, e
non senza fatica, un efficace equi-
librio negli atteggiamenti e nelle
fondamentali modalità di comuni-
cazione e di interscambio, conqui-
stando gradualmente una effettiva
capacità di collaborazione regolata
da norme in un quadro di ideali
condivisi; un gruppo capace di
comportamenti collaborativi, ri-
spettosi degli altri, consapevoli
della legittimità di norme utili al
gruppo stesso e soprattutto condi-
vise da tutti; la sfida si presentava
ardua: “[…] è un ragazzo intelli-
gente ma difficile; […] uno non è
secolarizzabile e dicono che l’altro
abbia menato una prof .ssa […]”.
Inevitabilmente sono sorte sensa-
zioni, pregiudizi, previsioni, attese
e domande e fra tante una ci ha ac-
comunati e sorretti lungo tutto il
percorso scolastico: come avreb-
bero vissuto i ragazzi a scuola, con
quale spirito sarebbero stati tra e
nei banchi?
Ci siamo resi conto subito che non
sarebbe stato facile percepire le
sensazioni, le aspettative e le aree
critiche legate alla reale vita scola-
stica dei nostri ragazzi, eppure
questa operazione si è rivelata vin-
cente per coniugare l’apprendi-
mento e le relazioni, le motiva-
zioni e i contenuti.
Ci ha confortato la ferma convin-
zione che ognuno di loro, e noi
stessi, cercava di vivere nella
scuola relazioni positive, di cre-
scere, di superare conflittualità e
prevaricazioni, per costruire ami-
cizia e solidarietà: avremmo do-
vuto far sì che nessuno di loro di-
ventasse Cappuccetto Rosso nel
bosco e potesse fare brutti incontri
con il lupo.
e unità
di apprendimento
devono diventare
occasioni
per lo sviluppo globale
della persona,
del ragazzo che
interagisce
attivamente con
la cultura
L
Metamorfosi - Graffito realizzato da un
alunno della classe 2C di Aquileia
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