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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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APPRENDERE COMPETENZE DISCIPLINARI
LIBERANDO LA CREATIVITÀ E LA FANTASIA
Rossella Mervar
LA RIVOLUZIONE DELLO SPAZIO FISICO
PREMESSA
Ho sempre avuto l’ideale di
una scuola che possa inse-
gnare senza annoiare. La
mera ripetizione mnemonica
di contenuti che sembrano
lontanissimi dalla vita e dagli
interessi degli adolescenti mi
è sempre apparsa un inutile
spreco di energie.
Negli ultimi dieci anni di in-
segnamento,
1
mi sono ritro-
vata a contatto con realtà ado-
lescenziali di disagio perso-
nale e familiare estrema-
mente delicate e complesse.
Spesso gli adolescenti si ritro-
vano a far quasi da genitori
alle loro mamme e ai loro
papà, adulti instabili quasi in-
vidiosi della giovinezza dei
loro figli, con i quali si con-
tendono il primato del ta-
tuaggio più alla moda o il di-
vertimento in discoteca. Il sa-
bato sera il figlio più grande
deve restare a casa ad accu-
dire i fratelli più piccoli
mentre la mamma o il papà (a
seconda dei turni di visita
previsti per i figli di genitori
separati) esce a divertirsi.
Il conflitto figli-genitori non
si basa più sulle regole di con-
tenimento educativo ma sulla
competizione.
Adolescenti sempre più fragili
e confusi si affollano nel no-
stro Istituto con il miraggio di
ricevere, prima possibile, of-
ferte di lavoro ben retribuite
per potersi allontanare dai ge-
nitori ma soprattutto dai loro
problemi.
Di fronte a classi composte al
90% da allievi con queste si-
tuazioni, l’insegnante può
chiudere il cuore e gli occhi,
sanzionando in vari modi gli
studenti non rispondenti alle
caratteristiche della scuola
tradizionale, con il risultato
di ritrovarsi alla fine del-
l’anno scolastico con tassi di
dispersione scolastica elevati
e, fatto ben più grave, con
adolescenti privi di strumenti
(cognitivi, affettivi, relazio-
nali) a piede libero nel
mondo, caricati di un pesante
fardello formato da insuccessi
e fallimenti.
LA REALTÀ SCOLASTICA
ED I COLLEGHI
Al mio arrivo all’I.S.I.P.,
preso atto della situazione, ho
cercato di coinvolgere i col-
leghi dei diversi Consigli di
classe proponendo iniziative,
progetti, corsi di formazione,
metodi didattici nuovi.
Ero molto più giovane e piena
di energie; sono sopravvissuta
a critiche ferocissime, a con-
flitti relazionali assurdi, all’o-
struzionismo, alla solitudine
che deriva da prese di posi-
zione decise e fuori dal coro.
Tutte fasi caratterizzate da
sofferenze e frustrazioni che
ho rielaborato attraverso per-
corsi personali extrascolastici
(laboratori di comunicazione,
laboratori di autostima di ge-
nere femminile, tecniche per
l’integrazione corpo-mente-
spirito, utilizzo costante di
tecniche per il rilassamento e
la meditazione, volontariato
nel centro antiviolenza di
Trieste) e scolastici (corsi di
formazione ed aggiornamento
sull’ascolto attivo, metodo
Rogers per insegnanti effi-
caci,
cooperative learning
, par-
tecipazione a seminari e con-
vegni sui disturbi di appren-
dimento e sulla motivazione
scolastica, ecc.).
L’unica domanda che con-
tinuo ancora a pormi è la se-
guente:
“Com’è possibile non
prendere atto della realtà o far
finta che non esista conti-
nuando a riproporsi insegnanti
sempre uguali di fronte ad al-
lievi ogni anno più diversi dal
concetto tradizionale di stu-
dente?”
Perché ostinarsi a seminare
gli stessi semi, se il terreno
l fattore comune è,
sempre, l’assunzione
di responsabilità di
ciascun allievo che si
sente protagonista e
consapevole dei propri
apprendimenti, pur
considerando le sue
specifiche peculiarità
e caratteristiche
personali
I
Sempre presso l’Istituto Professionale
(I.S.I.P.), di Monfalcone (Go).