parte esperenziale che mira alla
riflessione sulle dinamiche del
gruppo stesso (auto-osservazione).
La presentazione del cosiddetto
“caso” di vita scolastica viene re-
datta a turno dagli insegnanti re-
ferenti di ogni scuola che provve-
dono ad inviare al Centro regio-
nale di orientamento il materiale
predisposto con circa dieci giorni
di anticipo sulla data mensile del-
l’incontro.
QUADRO GENERALE E
SITUAZIONE INIZIALE
Il primo incontro è avvenuto l’8
novembre 2006: in questa occa-
sione, noi docenti dell’I.T.C. “A.
Zanon” abbiamo conosciuto i
componenti del
Gruppo pluripro-
fessionale
con cui avremmo inte-
ragito, la struttura data agli in-
contri e la metodologia di lavoro,
elementi che costituivano per noi
una novità. Sono seguite altre
due riunioni durante le quali ab-
biamo potuto vedere operare il
gruppo e acquisirne il metodo di
lavoro: l’accoglienza ricevuta, la
fiducia nell’attività di gruppo, la
consapevolezza che da esso
avremo avuto contributi impor-
tanti, unita alla necessità di com-
prendere una situazione proble-
matica, ci hanno indotte a por-
tare all’attenzione di tutti un vis-
suto scolastico che ci preoccu-
pava: la situazione didattica di
una classe seconda ed i risultati
da essa ottenuti nello scrutinio
del primo quadrimestre.
È necessario, qui, mettere in evi-
denza, prima di parlare del caso,
che lo sforzo di descrivere e co-
municare, prima per iscritto e poi
oralmente, al gruppo una situa-
zione problematica, permette di
fare maggior chiarezza, costringe
a ripercorrere con la mente al-
cune tappe, ad ordinarle in senso
logico o cronologico, dà origine
ad alcune ipotesi, in definitiva,
arricchisce sia il mittente del
messaggio che il destinatario. La
discussione in gruppo, nel tenta-
tivo di essere resa il più chiara
possibile ai partecipanti si arric-
chisce progressivamente di ele-
menti che rappresentano infor-
mazioni utili ad una compren-
sione più profonda, ad una de-
scrizione più dinamica, sfaccet-
tata, dai molti volti; inoltre, favo-
risce e consente il confronto tra i
diversi punti di vista, l’approfon-
dimento di alcuni aspetti, l’emer-
gere di vissuti inconsci dei prota-
gonisti della situazione e di nodi
problematici inizialmente na-
scosti, nonché la proposta di so-
luzioni.
“Fare esperienza di gruppo”
per-
mette di sperimentare come l’ap-
prendimento non sia un fatto
meccanico, ma implichi un’elabo-
razione interiore. Di conseguenza,
accanto a contributi informativi
teorici, sono di vitale importanza
momenti di scambio e riflessione
non solo su ciò che si fa, ma so-
prattutto su come lo si fa. Inoltre,
nel lavoro di gruppo si deve rile-
vare anche
“l’importanza del sup-
porto emozionale offerto dal
gruppo poiché permette di suddivi-
dere lo sforzo e la fatica del pensare,
riducendo l’ansia prodotta da una
situazione problematica quando si
è da soli a dover avere a che fare
con un problema”.
4
È stata, quindi, esposta ed ana-
lizzata nel gruppo una situa-
zione problematica che si è veri-
ficata durante questo anno sco-
lastico, ma che è in generale “ti-
pica” e ricorrente a scuola.
Una buona classe prima (26 al-
lievi), formata da studenti moti-
vati, vivaci nel comportamento,
ma attivi e partecipi nell’appren-
dimento, si è tramutata in una
classe seconda (29 allievi),
piatta,
passiva e amorfa
, in cui anche gli
studenti migliori del precedente
anno apparivano demotivati e ot-
tenevano livelli insufficienti. Per
far comprendere le modificazioni
che erano avvenute nel passaggio
dalla prima alla seconda, nella
composizione del gruppo degli
studenti, sono state fornite, du-
rante la presentazione del caso,
tutte le informazioni ritenute
utili:
una descrizione della classe,
una sorta di storia del primo pe-
riodo di questo anno scolastico ri-
cavata dalle riunioni del Consi-
glio di Classe, da un’assemblea
aperta anche ai genitori ed un
punto di vista esterno fornito da
un’insegnante non appartenente
al gruppo dei docenti della classe.
La descrizione della classe
(nu-
mero di studenti, storia scola-
stica, composizione del Consiglio
di Classe, materie di studio)
aveva lo scopo di fornire elementi
il più possibile oggettivi sulla
classe stessa. I resoconti delle
riu-
nioni del Consiglio di classe
sono
stati utili per
conoscere i punti di
vista
degli insegnanti: nel caso in
esame le opinioni espresse con-
vergevano nel ritenere che gli stu-
denti seguissero passivamente le
lezioni, disturbassero in classe e
non svolgessero il lavoro asse-
gnato né a casa né a scuola. Si vi-
31
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
30
Orientamento e scuola
4
C. Pontecorvo, A.M. Ajello, C. Zuccherma-
glio, 1998, Discutendo si impara, Carocci,
Roma, p. 51.