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scere gli alunni in contesti
sempre più articolati e com-
plessi.
Anche da questo punto di
vista gli spazi di riflessione al-
l’interno del Gruppo hanno
offerto ai componenti spunti e
motivazioni nuove al proprio
insegnare in situazioni il più
delle volte stimolanti, ma
spesso non prive di difficoltà e
frustrazioni per il docente.
7
L’ULTIMO ANNO
SCOLASTICO
Nell’ultimo anno scolastico il
gruppo si è ulteriormente am-
pliato comprendendo dieci
istituti
8
e raggiungendo il nu-
mero complessivo di 24 parte-
cipanti. L’avvio dell’attività
non è stato facile perché l’in-
gresso in numero rilevante di
nuovi componenti ha compor-
tato la ripresa e la riconsidera-
zione di alcuni elementi che il
nucleo storico considerava ac-
quisiti e perché la dimensione
accresciuta del gruppo è risul-
tata piuttosto faticosa nella ge-
stione. D’altra parte chi vi
giungeva per la prima volta
manifestava la necessità di co-
noscere scopi, regole interne,
relazioni, propri di un gruppo
nato precedentemente.
La situazione creatasi ha posto
però nuove sfide e spunti per
la riflessione e l’approfondi-
mento.
Il primo nodo riguarda la pos-
sibilità di accoglienza in un
gruppo che nella sua storia
aveva dimostrato una forte ca-
pacità
di
assorbimento.
Questo aspetto ci ha portato a
riflettere sulla conoscenza
non come dato acquisito ma
come processo.
La conoscenza e l’integrazione
di nuovi elementi in un
gruppo non avvengono nei
termini dicotomici di vecchio
(appartenente al gruppo pre-
cedente) e nuovo (integra-
zione di nuovi elementi), ma
si prospettano all’interno di
un naturale processo di cam-
biamento: anche i vecchi com-
ponenti di un gruppo non
sono più gli stessi nel mo-
mento in cui devono “dirsi”
alle persone nuove. Questo
apre una serie di considera-
zioni rispetto a ciò che vi-
viamo a scuola quando il
gruppo classe si modifica da
un anno all’altro, quando al-
cuni colleghi si trasferiscono e
ne giungono di nuovi, quando
cambia il dirigente scolastico.
L’integrazione di nuovi ele-
menti non avviene per somma
(vecchi più nuovi), ma co-
stringe alla creazione di qual-
cosa di diverso: è dunque una
fonte di innovazione, o co-
munque impone di vedere un
cambiamento che forse esiste-
rebbe comunque, però senza
questa condizione non ver-
rebbe percepito.
Il cambiamento porta alla ri-
definizione del gruppo e
spinge ad una nuova co-co-
struzione di significati: è
dunque fonte di apprendi-
mento per il gruppo. Il nuovo
richiede una ri-collocazione di
chi già c’era.
In questo senso risultano
molto utili le riflessioni di Da-
vide Zoletto
9
che invita gli in-
segnanti a riposizionare se
stessi rispetto ai nuovi alunni
che si ritrovano in classe e ad
essere capaci di straniamento
nel proprio ambiente.
Di questo straniamento all’i-
nizio casuale
“dovremmo fare
forse, quasi paradossalmente,
un approccio e un esercizio. E
dovremmo, come insegnanti,
chiederci un po’ più spesso: ”Che
ci faccio qui?”
10
imparando ad
essere estranei in casa pro-
pria, sperduti all’interno di
orizzonti che normalmente si
danno per scontati. È stato un
esercizio utile nel gruppo di
Orientamento e scuola
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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19
7
Per una riflessione sul rapporto tra eccessive
sollecitazioni cui sono sottoposti i docenti ed
efficacia dell’insegnamento, cfr. L. G. Pelle-
tier, C. Séguin-Lévesque, L. Legault, Inse-
gnanti sotto pressione: motivazione e compor-
tamenti in classe, in Psicologia dell’educa-
zione e della formazione – 2/2004, Erikson,
Trento, pp. 221-244.
8
I. C. di Basiliano; I. C. di Rivignano; Scuola
secondaria di I grado di Cividale del Friuli;
Scuola secondaria di I grado di Codroipo;
Scuola secondaria di I grado di Mortegliano,
Scuola secondaria di I grado “Divisione
Julia” di Udine, I.P.S.I.A “B. Ceconi” di
Udine; I.T.C. “C. Deganutti “ di Udine;
L.L.P.S. “C. Percoto” di Udine; I.T.C. “A.
Zanon” di Udine.
9
D. Zoletto, Straniero in classe. Una peda-
gogia dell’ospitalità, Editore Cortina, Mi-
lano, 2007.
10
Ibidem, op. cit. p. 25.
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