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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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I CENTRI DI INFORMAZIONE CONSULENZA (CIC)
vento del Dirigente Scolastico nel
CIC: in un caso il Dirigente parteci-
pa alle riunioni di coordinamento,
in un altro caso il Dirigente ha
gestito personalmente alcune atti-
vità di “spazio aperto”.
La composizione del gruppo si sta-
bilizza nel tempo: vi è una relativa
stabilità nel mantenere questo
ruolo, le defezioni sono rare,
soprattutto tra i docenti referenti.
Negli ultimi tre anni i referenti CIC
dei 35 istituti sono rimasti gli stessi;
alcuni di loro hanno anche più di 10
anni di anzianità in questo ruolo e
questo assicura una certa compe-
tenza. Considerata la mobilità pre-
sente nelle scuole si tratta di un
dato indicativo di una fidelizzazio-
ne dell’insegnante alla scuola e a
questo tipo di servizio. In percen-
tuale sono più presenti le donne
rispetto agli uomini, anche nelle
scuole con utenza nettamente
maschile. La presenza di figure
maschili, all’interno del CIC,
potrebbe rivelarsi utile perché
hanno uno stile comunicativo mag-
giormente in sintonia con i ragazzi
e perché dimostrano che le funzioni
di cura e supporto non sono appan-
naggio delle colleghe. Fra i docenti
maschi, gli insegnanti di religione e
di educazione fisica sono i più pre-
senti, forse perché più spesso coin-
volti in comunicazioni poco formali
con gli allievi. Il solo criterio pre-
sente nell’assunzione di questo
ruolo è spesso la disponibilità per-
sonale; raramente l’istituzione sco-
lastica pone come criteri di scelta
una valutazione di competenze
oppure la presenza di una forma-
zione coerente con il servizio da
svolgere. Negli anni ’90 la forma-
zione iniziale dei docenti era stata
assicurata dai Dipartimenti di pre-
venzione e promozione alla salute
delle Ulss, con il tempo queste ini-
ziative si sono ridotte. I docenti
sono consapevoli della necessità di
una formazione che continui nel
tempo e di una supervisione per
affrontare i casi più problematici,
per questa ragione da circa tre anni
il CSA di Treviso propone occasioni
di formazione specifica, in sinergia
anche con le Ulss locali.
RAPPORTI CON LE
ULSS
Da tempo si sono stabilizzati i rap-
porti di collaborazione con le Ulss
del territorio, ora si tratta di con-
cordare strategie e obiettivi, nel
rispetto delle reciproche compe-
tenze. Dal monitoraggio non si
evince se ci sia stata una riflessio-
ne comune su questi aspetti, si
può, però, inferire dai dati che le
strategie portate avanti dalle
diverse Ulss all’interno dei CIC
non sono omogenee. All’interno di
una Ulss, tutte le scuole che ne
hanno fatto richiesta hanno la pos-
sibilità di avere un operatore di
riferimento a cui affidare i casi
maggiormente problematici; in
un’altra è stata adottata la scelta di
far affiancare al gruppo dei docen-
ti un operatore con funzioni di
supervisione delle attività; in
un’altra ancora l’intervento degli
operatori nelle scuole non è previ-
sto. Anche i numeri che segnalano
l’accesso di ragazzi ad altri servizi
Ulss indicano la possibilità di
migliorare le sinergie. Un’esigenza
comune, espressa da tutte le scuo-
le, è quella di concordare le moda-
lità di accesso dei ragazzi ai servi-
zi delle Ulss, in modo che siano
ridotti i tempi di attesa e sia facili-
tato il flusso d’informazioni.
UTENZA
Il servizio è aperto agli studenti,
genitori e a tutto il personale della
scuola. Emerge con netta evidenza
che gli allievi costituiscono l’utenza
principale dei CIC, anche se non
mancano scuole in cui si è consoli-
data una buona frequenza anche di
genitori. Si tratta di genitori che
chiedono principalmente consulen-
za su come affrontare i problemi
scolastici dei figli e le problemati-
che legate all’adolescenza. L’analisi
dell’utenza che chiede un colloquio
può essere utile alle scuole per pro-
grammare iniziative finalizzate. Ad
esempio, se risulta che gli allievi
richiedenti un colloquio, frequenta-
no prevalentemente le prime due
classi e si rivolgono al CIC per pro-
blemi relativi alla scelta scolastica o
ai rapporti con compagni o inse-
gnanti, forse è opportuno preordi-
nare alcune iniziative rivolte a que-
ste classi e finalizzarle alla gestione
dei conflitti, al miglioramento dei
rapporti interpersonali oppure sta-
bilire delle sinergie con il referente
per l’orientamento, in modo da far
fronte ad eventuali ripensamenti
sulla scelta scolastica. Nelle scuole
in cui vi è una maggiore attenzione
alla documentazione e al diretto
coinvolgimento degli utenti nelle
fasi di progettazione vi è una mag-
giore facilità a individuare modali-
tà alternative di erogazione del ser-
vizio. Non è indifferente, poi, il
fatto che l’utenza prevalente sia di
genere maschile o femminile, in
quanto le modalità d’intervento
potrebbero differenziarsi anche in
relazione al genere.