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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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UN’OSMOSI DELLE FUNZIONI DI ORIENTAMENTO
essendo “ex” hanno una ottima
capacità di trasmettere empatia
all’utente, utilizzano lo stesso lin-
guaggio, sono emotivamente vicini.
Nel modello di riferimento anglo-
sassone la figura centrale è quella
del professionista. Queste comuni-
tà nascono come “sistema aperto”:
il processo di recupero implica una
forte assunzione di responsabilità
da parte dell’utente che comparte-
cipa alle decisioni riguardanti il
suo iter terapeutico. La figura del
professionista può creare un
model-
lo flessibile
e fortemente
individua-
lizzato
: si sviluppa un piano di
recupero adeguato ad ogni utente.
Il piano di intervento è individua-
lizzato e orientato a stimolare un
processo di cambiamento
, il cambia-
mento avviene per il movimento
della volontà (input esistenziale),
dal
riconoscimento
delle
risorse per-
sonali
, dalla
motivazione
.
Lo spirito che anima l’azione della
Comunità Terapeutica è
un’atten-
zione alla persona nella sua integrità
,
piena dignità e libertà; il valore
base della vera solidarietà come
assunzione di responsabilità; la
ricerca nelle persone in difficoltà
delle loro risorse, in termini di
capacità, autostima,
spiritualità,
autonomia
e
progettualità,
da valo-
rizzare e
potenziare
, affinché possa-
no tornare al più presto ad amare
sé stessi, gli altri e la vita, cammi-
nando in modo autonomo e indi-
pendente per i propri percorsi esi-
stenziali.
Le funzioni orientative presenti
nelle prassi terapeutiche della
comunità le vogliamo evidenziare
nel descrizione del programma S.
Carlo del Centro Italiano di Solida-
rietà (Ce.I.S.) di Roma (www-
ceis.it).
Il programma è un trattamento
socioeducativo di recupero per tos-
sicodipendenti.
L’utente compie un percorso di
circa due anni con lo scopo di una
progressiva responsabilizzazione
fino alla completa autonomia ed al
totale reinserimento nella società.
Le fasi dell’intervento sono attual-
mente quattro le cui durate sono
legate alle caratteristiche e alla
tipologia degli utenti, secondo
piani di trattamento il più possibi-
le individualizzati. Si tenta di
garantire il mantenimento della
flessibilità necessaria per risponde-
re ai bisogni ed ai tempi di ogni
singola persona, anziché richieder-
le un adeguamento passivo alla
struttura.
La 1ª fase del programma, della
durata di circa tre mesi si svolge a
regime residenziale. L’obiettivo
principale è quello di contenere e
correggere comportamenti autole-
sionistici o disfunzionali al prose-
guimento del percorso educativo.
Le attività educative consistono in
colloqui di motivazione
, di conte-
nimento e supporto, gruppi di con-
fronto, seminari informativi e la
compilazione di una cartella infor-
mativa.
La 2ª fase, di circa nove mesi, pro-
pone attività di gruppo specifiche
e mirate, rivolte all’esplorazione di
aree problematiche di tipo psico-
emotivo dell’utente. Durante il
percorso tra l’operatore e l’utente
si instaura un rapporto tale da per-
mettere lo sviluppo di un progetto
individualizzato. Obiettivi fonda-
mentali di queste fasi sono: lavoro
nelle relazioni, au-mentare l’auto-
stima, esplorazione dell’emotività
ed elaborazione del vissuto fami-
liare e ridefinizione dei rapporti.
Nella 3ª fase, di circa cinque mesi,
si aprono nuove attività nelle ini-
ziative di gruppo: partecipazione a
moduli di informazione ed educa-
zione al lavoro, sia interni che
esterni alla struttura, corsi indiriz-
zati all’acquisizione di competenze
e abilità professionali specifiche, di
educazione all
’autoimprenditoria-
lità
e di educazione civica. I suoi
obiettivi principali sono: di
accom-
pagnare
l’utente nel reinserimento
sociale, verificando in maniera gra-
duale e progressiva tutte le cono-
scenze, abilità e capacità acquisite
e sperimentate precedentemente
(relazioni familiari, interpersonali
lavorative, gestione dei tempo
libero, ecc.).
La 4ª ed ultima fase, di circa dieci
mesi, si svolge
ambulatorialmente
. Gli
obiettivi principali perseguiti sono il
supporto attivo dell’utente nel rein-
serimento sociale e lavorativo, il
sostegno nella gestione di eventuali
crisi e la consulenza individuale.
UN’OSMOSI
DELLE FUNZIONI
DI ORIENTAMENTO
Da quanto espresso finora, riper-
correndo le voci segnalate in gras-
setto precedentemente, è possibile
il tentativo di rintracciare forme
per una integrazione funzionale
tra il servizio di orientamento al
lavoro e la comunità terapeutica,
riportando graficamente un qua-
dro sinottico del livello di integra-
zione eseguibile.
Le funzioni presenti al centro di
orientamento nelle quali è risultata
più elevata la possibilità di inte-
grazione dei due organismi ri-sul-
1...,40,41,42,43,44,45,46,47,48,49 51,52,53,54,55,56,57,58,59,60,...80
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