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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Dipartimenti di alcologia, i Con-
sultori, i Centri Ascolto per ado-
lescenti, i Centri di Neuropsi-
chiatria. Il ricorso ai servizi
avviene rispetto a quelle situa-
zioni di gravità in cui è necessa-
rio ottenere l’apporto di compe-
tenze specialistiche per rispon-
dere in modo quanto più ade-
guato possibile alle situazioni
che si presentano.
La prevalenza data ad un’attività
piuttosto che ad un’altra fornisce
un’impronta specifica al CIC: esso
può configurarsi come spazio
informativo polivalente, come cen-
tro di progettazione integrata con
altri servizi della scuola per la
riduzione del disagio, come spazio
di “aiuto” rispetto a problemi indi-
viduali e/o di gruppo, come ele-
mento di una rete interistituziona-
le a supporto dei problemi dei
ragazzi. Tutti i 35 istituti superiori
coinvolti nel monitoraggio relativo
all’anno scolastico 2003/04 dichia-
rano una percentuale rilevante di
ore per azioni di consulenza, men-
tre le altre azioni assumono un’im-
portanza residuale, pur con consi-
stenti diversità da scuola a scuola.
Una precedente indagine condotta
nel 2003
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attraverso questionari
diretti agli studenti ha messo in
luce i rischi connessi a questa scel-
ta. Affidare al CIC il ruolo di spa-
zio di rilevazione delle difficoltà
degli studenti ha spesso generato
negli stessi un allontanamento o
un rifiuto. Infatti, una situazione di
questo tipo, colloca l’utente nel
ruolo di “ragazzo con problemi”,
ruolo che rischia di divenire un’eti-
chetta per lo studente di fronte agli
stessi insegnanti e al gruppo dei
pari. Pur con l’assoluta tenuta
della riservatezza del contenuto
del colloquio, la conoscenza del-
l’avvenuto accesso allo spazio di
consulenza può generare preoccu-
pazioni, sospetti, illazioni con cui il
ragazzo può scontrarsi. Inoltre,
nella stessa indagine è emerso che,
pur di fronte ad una capillare
informazione predisposta dalla
scuola, i ragazzi dichiarano di
sapere poco sulle attività dei CIC.
Questi dati dovrebbe far riflettere
sia sulla validità del modello di
CIC adottato, sia sull’efficacia con
cui si diffondono le informazioni
all’interno della scuola.
ORGANIZZAZIONE
DEL SERVIZIO CIC
Oltre alle attività erogate, altri ele-
menti essenziali dell’organizzazio-
ne possono essere l’orario di aper-
tura e il personale coinvolto.
L’indagine rileva consistenti diffe-
renze tra una scuola e l’altra, ma
non ci sono elementi per poter
affermare che un’opzione sia più
efficace di un’altra. Ad esempio, in
alcune scuole si adotta la scelta di
garantire un calendario e un orario
ben definiti di apertura con il
rischio, però, che non ci sia alcuna
richiesta: il docente rimane a
disposizione, ma è inutilizzato.
Questa forma organizzativa ha il
vantaggio di garantire la presenza
di un interlocutore in un orario ben
definito all’utente che intende
avvalersi del servizio. Altre scuole
scelgono la forma “su appunta-
mento”: in questi casi si ottimizza-
no gli impegni dei docenti, ma è
necessario costruire una forma
preliminare di contatto tra docente
ed utente per definire “quando” (e
spesso anche “dove”) sia possibile
trovarsi.
In altre scuole si adottano forme
“miste”, riducendo il numero delle
ore fisse e assicurando comunque
una disponibilità dei docenti in
altri orari da concordare.
L’adozione di una forma piuttosto
che un’altra sembra dettata più da
situazioni contingenti (spazi a
disposizione, ore di disponibilità
date dai docenti, tradizioni conso-
lidate, ecc.) che da una valutazione
degli obiettivi da raggiungere.
La composizione del “gruppo
CIC” e la formazione dei docenti
sono altre variabili importanti.
Il numero di docenti coinvolti
varia da poche unità fino a 12 negli
istituti con notevole livello di com-
plessità. Non sempre un gruppo di
docenti numeroso è certezza di
efficienza del servizio. Questo
fenomeno può essere dovuto a
numerosi fattori riconducibili alla
dispersione di energie, alla diffi-
coltà di condivisione del gruppo,
alla gestione dei rapporti interni.
D’altro canto, all’interno di un
gruppo numeroso è possibile sud-
dividersi funzioni e compiti in
relazione alle specifiche competen-
ze: ci può essere un numero limita-
to di persone in grado di condurre
efficacemente un counseling edu-
cativo mentre altri docenti si dedi-
cano alla gestione e all’organizza-
zione delle attività nelle classi ad
altre iniziative di supporto. Questa
è la situazione segnalata da alme-
no tre istituti. Si tratta perciò di
individuare la struttura e le moda-
lità di funzionamento che sono più
efficaci per il singolo istituto e di
monitorale in relazione ad alcuni
criteri prececentemente determina-
ti. Due istituti segnalano l’inter-
Orientamento e Società