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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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norme concordate a presidio della
riservatezza dovuta ai colloqui
costituiscono un ulteriore elemento
che, tramite la stesura di protocolli,
l’Istituto chiarisce a se stesso e
esplicita all’utenza: i protocolli
dichiarano cioè quali confini la
scuola intende dare alla riservatez-
za e come pensa di gestire il com-
plesso di informazioni che proven-
gono dall’attività: informazioni
afferite direttamente ai colloqui,
dati, verbali degli incontri. È oppor-
tuno ricordare che disporre di simi-
li protocolli consente non solo di
tutelare maggiormente l’utenza ma
anche di supportare i conduttori dei
colloqui, i quali, soprattutto in caso
di difficoltà, hanno chiaro a chi
potersi rivolgere. A disporre di que-
sti protocolli sono soprattutto le
Scuole Medie (il cui 70% li dichia-
ra), secondariamente gli Istituti
Comprensivi (50%) e quindi le
Direzioni Didattiche. La relazione
che si potrebbe stabilire tra presen-
za di accordi istituzionali sulla
riservatezza e l’innalzarsi dell’età
dell’utenza è resa dubbia dalla con-
statazione per cui i CIC sembrano
disporre di tali protocolli in misura
assai ridotta.
LA FORMAZIONE
Parlando di formazione, si consi-
derano i soli progetti (38 su 55) in
cui il ruolo di conduttore dei collo-
qui è destinato a un docente inter-
no in quanto solo in questo caso
l’Istituto può deliberarne e proget-
tarne la formazione. Mentre solo il
10% delle Direzioni Didattiche
dichiara di organizzare una forma-
zione per i docenti che svolgono
un’attività di S-A, l’esigenza di for-
mazione risulta maggiormente
sentita nelle Scuole Medie (il cui
58% prevede una formazione) e
negli Istituti Comprensivi (55%).
Nella maggior parte dei casi, l’or-
ganizzazione della formazione è
curata direttamente dall’Istituto, in
collaborazione o meno con altri
enti o altre scuole, e si può quindi
supporre che l’Istituto ne controlli
e ne discuta lo svolgimento, la fre-
quenza, la percezione di efficacia. I
casi in cui ogni docente sceglie la
propria formazione sono 11 (26%),
in tre dei quali tale scelta si accom-
pagna ad una formazione scelta
dall’istituto. La durata della for-
mazione è un elemento strettamen-
te connesso con il modello di for-
mazione (e, quindi, di colloquio)
adottato; il 45% degli Istituti (14)
dichiara il permanere della forma-
zione per tutto il tempo in cui
l’Istituto mantiene in atto il proget-
to, il 22% dichiara una formazione
biennale o triennale, il 19% una
formazione con andamento spora-
dico e il 12% una formazione della
durata di un anno. Dei 14 Istituti
con formazione permanente, 11
dichiarano che essa è tenuta da
esperti esterni. E questa modalità
di formazione permanente con
esperti esterni lascia pensare che
potrebbero essere in atto forme di
regolare supervisione dei colloqui
che, se controllate dall’istituto,
potrebbero costituire elementi di
qualità del progetto; al riguardo c’è
inoltre da notare che sono soprat-
tutto i progetti che dichiarano una
formazione continua, condotta da
esperti esterni, a includere negli
obiettivi della formazione
il “favorire
il riconoscimento del modello teo-
rico utilizzato” e questo riconosci-
mento dovrebbe, a sua volta, esse-
re a vantaggio della coerenza tra le
varie azioni del progetto, in fase
sia di progettazione sia di attuazio-
ne. Gli altri due obiettivi più diffu-
samente attribuiti alla formazione
sono relativi al “favorire consape-
volezza di proprie emozioni e rea-
zioni nella relazione educativa” in
generale e “nel colloquio” in parti-
colare. Scarsamente riconosciuto
come obiettivo perseguibile da una
formazione relativa al progetto di
S-A è invece il “favorire la consa-
pevolezza di proprie emozioni e
reazioni nel gruppo di lavoro”;
consapevolezza, quest’ultima, che,
se per un verso sembrerebbe atta a
favorire il confronto di posizioni e
quindi la possibilità di assetti edu-
cativi più coesi (a dire che, se la
scuola istituisce uno Spazio di
Ascolto, non è per evidenziare che,
al proprio interno, in quello Spazio
si ascolta e in altri non lo si fa ma
per dichiarare un proprio comples-
sivo impegno di ascolto), per altro
verso viene probabilmente indivi-
duata come elemento poco connes-
so con l’attività di S-A. E anche il
dato relativo ai temi maggiormen-
te affrontati in sede di formazione
sembrerebbe indicare una propen-
sione per argomenti percepiti
come più immediatamente connes-
si con un’attività di S-A identifica-
ta prevalentemente come offerta di
colloqui; in ordine decrescente,
questi sono i temi oggetto di for-
mazione: elementi della comunica-
zione, elementi del setting del col-
loquio, elementi del setting della
professione docente, elementi di
verifica dell’attività. La seconda e
la terza tematica compaiono insie-
me e quasi esclusivamente nella
formazione permanente condotta
da esperti esterni; può essere inte-
Orientamento e Società