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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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UN’OSMOSI DELLE FUNZIONI
DI ORIENTAMENTO
ESPERIENZA DI INTEGRAZIONE FUNZIONALE TRA UN CENTRO
DI ORIENTAMENTO AL LAVORO E UNA COMUNITÀ TERAPEUTICA
I. Spadoni, D. Arzu
’orientamento di gruppo
come espressione
della condivisione
delle funzioni orientative
presenti nei singoli
processi/modelli di lavoro
dei due organismi
e della loro capacità
di progettare
una iniziativa che
mantenga caratteristiche
funzionali ma
anche emozionali
L
PREMESSA
Il presente articolo descrive l’espe-
rienza di collaborazione sviluppa-
ta tra la struttura pubblica C.O.L.
(Centro di Orientamento al
Lavoro) e la struttura privata CeIS,
Centro Italiano di Solidarietà di
Roma, comunità terapeutica per il
recupero di persone con problemi
di dipendenza (alcool, droga, gioco
d’azzardo). Questa iniziativa è
sorta per fornire una risposta alle
esigenze di orientamento lavorati-
vo di questi utenti. Il testo vuole
descrivere l’esperienza attiva di
collaborazione tra due strutture
completamente diverse nei loro
intenti delineando il profilo orga-
nizzativo dei due organismi, e le
forme dell’integrazione. Il mercato
del lavoro è il contesto di riferi-
mento imprescindibile, nel quale
l’orientamento non può essere
limitato solo alla gestione delle fre-
quenti transizioni che coinvolgono
l’individuo da formazione a lavo-
ro, da lavoro a lavoro, da lavoro a
formazione e non gli può essere
richiesto di assumere solo una fun-
zione sostanzialmente
adattiva
.
Progres-sivamente, la logica dell’o-
rientamento come valore aggiunto,
fornito solo nel momento della
transizione, si arricchisce di nuovi
contributi e funzioni ed entra
quale sistema, in una logica di inte-
grazione nella
vision
delle varie
agenzie educative, formative,
sociali e di servizi alla persona ine-
renti il mercato del lavoro.
I centri di orientamento al lavoro
presenti sul territorio cittadino di
Roma (
) rac-
colgono la
vision
sistemica e la raf-
forzano in un’ottica di sviluppo
locale. Il segmento settoriale di
operatività è a pieno titolo all’in-
terno delle iniziative che favorisco-
no le politiche attive del lavoro. La
loro vocazione, di carattere pubbli-
co, è quella dell’accesso libero alle
opportunità, al conferimento degli
strumenti adeguati per il raggiun-
gimento di una piena autonomia
professionale (sia nell’atto della
ricerca, che di lavoro), della consa-
pevolezza del lavoratore (diritti,
tutele, competenze), della diffusio-
ne equa e accessibile delle informa-
zioni, delle pari opportunità, del
sostenere l’atto decisionale del
soggetto agente, del preparare un
terreno fertile alla cultura d’impre-
sa. Lo sviluppo dell’intera azione
orientativa deve realizzarsi, sem-
pre nell’ottica della autonomia
decisionale del soggetto, favoren-
do e facilitando il processo di
assunzione di responsabilità nei
confronti delle proprie scelte,
secondo una concezione auto-
orientativa, esplorativa e proces-
suale. L’attività di orientamento
che prende le mosse dall’analisi
della domanda espressa dall’uten-
te in fase di accoglienza viene suc-
cessivamente ampliata e approfon-
dita durante il colloquio di orienta-
mento e nell’erogazione dei servizi
di secondo livello. All’utente vie-
ne conferito un ruolo dinamico
(empowerment personale = self-
empowerment), anche in virtù di
un cambiamento culturale interno
alle trasformazioni e al rinnova-
mento degli approcci orientativi e
al taglio delle politiche attive del
lavoro.
LE FUNZIONI
E I SERVIZI PRESENTI
NEL CENTRO
DI ORIENTAMENTO
Questo nuovo approccio richiede
una forte attenzione sull’attualità
istituzionale (norme, regolamenti
attuativi, proposte di riforma) e
una centratura sul soggetto artefi-
ce del proprio processo di cambia-
mento. Il soggetto organizza il pro-
prio obiettivo vocazionale e condi-
vide con l’operatore il momento
della scelta. L’organizzazione del
servizio è rappresentata da un con-
gegno relazionale che muove su un
piano sincronico, informazione
orientativa, orientamento formati-
vo e azioni di sistema.
L
’informazione orientativa
è la fun-
zione principale del servizio di
accoglienza del centro di orienta-
mento. Il modello di accoglienza a
cui finora ci si è riferiti prevede
una fase di contatto informale
necessaria per acclimatare il clien-
te, ed un colloquio orientativo di
primo livello come momento fon-
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