 
          
            
              41
            
          
        
        
          QUADERNI
        
        
          DI
        
        
          ORIENTAMENTO
        
        
          
            
              28
            
          
        
        
          Ciò che si intende sottolineare anco-
        
        
          ra una volta è la scarsa presenza di
        
        
          ricerche che abbiano indagato l’in-
        
        
          fluenza delle caratteristiche pre-
        
        
          gresse dei partecipanti sugli effetti
        
        
          di determinati interventi. Nei casi
        
        
          in cui si proceda ad un pre-test esso
        
        
          è spesso finalizzato al confronto con
        
        
          il post-test per verificare gli effetti
        
        
          dell’intervento su una o più varia-
        
        
          bili dipendenti e non teso a verifica-
        
        
          re l’effetto di alcune variabili di
        
        
          natura psicologica sulla partecipa-
        
        
          zione al percorso.
        
        
          Le variabili di ingresso considerate
        
        
          sono spesso solo di natura socio-
        
        
          anagrafica (Gowan, 2001; Hanisch,
        
        
          1999), ma la riflessione sulla pratica
        
        
          suggerisce che seppure importanti,
        
        
          le variabili socio-anagrafiche non
        
        
          sono del tutto esaurienti nello spie-
        
        
          gare le differenze interindividuali
        
        
          agli interventi (Edwards, Rudisill,
        
        
          Champney, Hershberger, Polaine e
        
        
          Archambault, 1998).
        
        
          Nello studio longitudinale di
        
        
          Caplan, Vinokur e Price (1997) ad
        
        
          esempio emerge l’influenza del
        
        
          genere e del supporto sociale perce-
        
        
          pito sul livello di motivazione alla
        
        
          partecipazione ad un programma
        
        
          finalizzato al potenziamento dell’au-
        
        
          tostima di un gruppo di disoccupati.
        
        
          Un altro interessante contributo di
        
        
          Eden e Aviram (1993) mostra che un
        
        
          programma di potenziamento della
        
        
          
            general self-efficacy
          
        
        
          sempre rivolto ad
        
        
          un gruppo di disoccupati ottiene
        
        
          maggiori risultati con coloro i quali al
        
        
          pre-test mostrano livelli minori di
        
        
          
            general self-efficacy
          
        
        
          : gli autori ipotizza-
        
        
          no un possibile effetto soglia sui risul-
        
        
          tati del programma di intervento.
        
        
          Entrambe le ricerche su queste espe-
        
        
          rienze mostrano l’importanza di
        
        
          porre attenzione al livello di parten-
        
        
          za di alcune dimensioni psicologiche
        
        
          sin dalla fase di progettazione per
        
        
          poter proporre un
        
        
          
            intervento perso-
          
        
        
          
            nalizzato e efficace
          
        
        
          per i partecipanti.
        
        
          COSTRUTTI TEORICI
        
        
          DI RIFERIMENTO
        
        
          Numerosi contributi nel campo
        
        
          della ricerca psicologica hanno inda-
        
        
          gato come le persone fronteggiano
        
        
          una situazione potenzialmente
        
        
          molto stressante quale quella della
        
        
          perdita del proprio posto di lavoro:
        
        
          tali contributi si sono focalizzati sul-
        
        
          l’analisi delle strategie di
        
        
          
            coping
          
        
        
          ,
        
        
          delle risorse e degli esiti ad esse lega-
        
        
          ti in condizioni di disoccupazione.
        
        
          Il
        
        
          
            coping
          
        
        
          è stato definito come l’insie-
        
        
          me di
        
        
          
            “sforzi cognitivi e comportamen-
          
        
        
          
            tali per rispondere a richieste specifiche
          
        
        
          
            interne o esterne, che sono valutate come
          
        
        
          
            eccessive ed eccedenti le risorse di una
          
        
        
          
            persona”.
          
        
        
          (Lazarus, 1991, pag. 112).
        
        
          Nella teoria di Lazarus (Lazarus,
        
        
          1991; Lazarus e Folkman, 1984) la
        
        
          valutazione cognitiva assume un
        
        
          ruolo centrale nella scelta di come
        
        
          fronteggiare la situazione: la valuta-
        
        
          zione riguarda il tipo di impatto che
        
        
          un determinato evento può avere
        
        
          sul proprio benessere (valutazione
        
        
          primaria) e la stima delle risorse
        
        
          (personali e sociali) a propria dispo-
        
        
          sizione per affrontare l’evento (valu-
        
        
          tazione secondaria). Le valutazioni
        
        
          cognitive sono importanti in quanto
        
        
          influenzano la scelta di una determi-
        
        
          nata strategia di
        
        
          
            coping
          
        
        
          .
        
        
          Le strategie di coping si riferiscono
        
        
          a
        
        
          
            “le azione cognitive e comportamen-
          
        
        
          
            tali messe in atto nel corso di un parti-
          
        
        
          
            colare evento stressante”
          
        
        
          (Frydenberg,
        
        
          2004, p. 4) e si possono distinguere
        
        
          principalmente in strategie centrate
        
        
          sul compito e strategie centrate
        
        
          sulle emozioni (Lazarus e Folkman,
        
        
          1984): le prime identificano la serie
        
        
          di sforzi messi in atto per definire il
        
        
          problema e elaborare possibili solu-
        
        
          zioni per eliminare la fonte di
        
        
          stress; le seconde riguardano i ten-
        
        
          tativi di ridurre l’impatto emotivo
        
        
          della situazione attraverso strategie
        
        
          di evitamento, minimizzazione,
        
        
          distrazione, ecc.
        
        
          Similarmente, Latack (1986) ha
        
        
          individuato un tipo di strategie cen-
        
        
          trate sul controllo della situazione
        
        
          stressante e un tipo di strategie cen-
        
        
          trate sull’evitamento della stessa.
        
        
          Tra coloro che si trovano involonta-
        
        
          riamente a dover cercare una nuova
        
        
          occupazione in seguito alla perdita
        
        
          del posto di lavoro le strategie di
        
        
          coping centrato sul compito si
        
        
          esplicano in comportamenti quali la
        
        
          ricerca attiva del lavoro, la pianifi-
        
        
          cazione finanziaria e la partecipa-
        
        
          zione a corsi di formazione, mentre
        
        
          le strategie di coping centrato sulle
        
        
          emozioni in caso di disoccupazione
        
        
          spingono ad una maggiore ricerca
        
        
          di supporto sociale e a ridimensio-
        
        
          nare la gravità dell’evento (Leana e
        
        
          Feldman, 1990, 1992). Secondo il
        
        
          modello di adattamento cognitivo
        
        
          elaborato da Aspinwall e Taylor
        
        
          (1992), e ripreso da alcuni studi
        
        
          sulla disoccupazione quali quello di
        
        
          Wanberg (1997), alcune risorse di
        
        
          natura personale quali l’autostima,
        
        
          l’ottimismo e la percezione di con-
        
        
          trollo sulla situazione, aumentano
        
        
          la probabilità che le persone scelga-
        
        
          no strategie di
        
        
          
            coping
          
        
        
          centrate sul
        
        
          problema e quindi aumentano la
        
        
          probabilità di ricollocamento.
        
        
          Questo tipo di risorse infatti influen-
        
        
          zano la valutazione cognitiva della
        
        
          situazione e quindi anche il tipo di
        
        
          risposta che le persone scelgono in
        
        
          termini di strategia di
        
        
          
            coping
          
        
        
          , oltre
        
        
          ad incidere direttamente sul livello
        
        
          
            
              Orientamento e Società