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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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si legano a filo doppio con quelle
concernenti i suoi contenuti. Da
questo punto di vista possiamo
asserire che la produzione, diffusio-
ne, intermediazione dell’informa-
zione diventa sempre più una sorta
di “infostruttura” dei servizi di
orientamento specializzati, una
componente necessaria, ma non
sufficiente per renderli adeguati
alle mutate esigenze. Il valore
aggiunto di tali servizi è dato inve-
ce dai supporti che vengono forniti
per l’attivazione selettiva, il tratta-
mento, la gestione e l’elaborazione
dell’informazione disponibile.
Ciò che emerge è l’idea di un servi-
zio inteso nel senso originario del
termine: ricco di relazionalità tra il
professionista e l’utente. Un profes-
sionista che “prende in carico” l’u-
tente. Un professionista che diventa
una guida, un mentore, un consu-
lente, che accompagna l’utente per
un certo tratto di strada. Un profes-
sionista che non dispensa risposte
preconfezionate, ma che si pone,
assieme
all’utente, con un atteggia-
mento di scoperta, apprendimento
generativo,
problem solving
.
James Hillman (2002), uno dei più
acuti osservatori ed interpreti del
nostro tempo, critica apertamente
il paradigma
high tech/low touch
(alta tecnologia/basso contatto)
che appare oggi dominante nella
concezione dei servizi in genere,
sia nel settore pubblico che in quel-
lo privato. Indica la necessità di
ribaltare tale concezione e propone
un’idea di servizio
low tech/high
touch
, per ritornare al significato
etimologico di questo concetto.
Hillman suggerisce quindi di usci-
re da un’idea fredda, “produttivi-
sta” ed “efficientista” del servizio,
un’idea che implica “un servizio
arido, senza fronzoli, privo di fan-
tasia, che limita il potere immagi-
nativo di colui che serve”. È neces-
sario invece valorizzare la dimen-
sione “calda” del servizio, ricca di
relazionalità, empatia, cura, atten-
zione, immaginazione, ideazione e
creatività (
ibidem
, 92). Peraltro,
molti segnali inducono ad apprez-
zare il fatto che il sistema dell’o-
rientamento del Friuli Venezia
Giulia abbia effettivamente assun-
to, negli ultimi anni, questo indi-
rizzo strategico e metodologico
(Pombeni, Vattovani, 2005).
NOTE
1) Il presente contributo è stato pre-
sentato in occasione del convegno
Orientarsi senza confini. Contesti -
strumenti - servizi
”, svoltosi a
Gorizia l’11 ottobre 2005, con una
relazione intitolata “Friuli Venezia
Giulia e Slovenia al centro della
nuova Europa. I nuovi contesti
locali: quali implicazioni per i citta-
dini e per i servizi”.
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Gabriele Blasutig
Sociologo dei processi economici
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Università degli Studi di Trieste
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Orientamento e Società
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