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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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mente circa 20.000 disoccupati. Il
tasso di disoccupazione si colloca
nei limiti fisiologici, attorno al 4%.
Rispetto a dieci anni fa i disoccupa-
ti sono poco più della metà. In corri-
spondenza di questo “smagrimen-
to”, come ho già avuto modo di
argomentare in altre occasioni
(Blasutig, 2003), si sono ridotte le
masse critiche ed è emersa in manie-
ra sempre più evidente l’esistenza
di “nervature”, di tracce, di profili
sottostanti. I disoccupati apparten-
gono oggi a categorie sociali che,
pur essendo accomunate dalle gravi
difficoltà di accesso al mercato del
lavoro, costituiscono dei micro-uni-
versi fortemente differenziati. Ad
esempio: donne che si reinseriscono
nel mercato del lavoro dopo essersi
dedicate alla famiglia; donne e
uomini in età avanzata espulsi da
settori o imprese in crisi strutturale,
magari residenti in territori periferi-
ci e poveri di opportunità lavorative
alternative; giovani in possesso di
titoli di studio, anche lauree, difficil-
mente spendibili nel mercato del
lavoro; persone che soffrono di una
condizione di marginalità sociale. Io
ritengo che le politiche del lavoro
debbano oggi essere sempre più
mirate e selettive, capaci di ricono-
scere queste specificità. Credo che
tali categorie deboli esprimano un
bisogno vitale di orientamento, che
costituisce forse il più importante
dei servizi di cui possano usufruire.
Penso che anche il sistema dell’o-
rientamento debba assumere una
strategia di definizione dei propri
gruppi bersaglio e di calibratura
degli interventi in rapporto alle spe-
cificità di ognuno. Constato, peral-
tro, che il sistema dell’orientamento
regionale del Friuli Venezia Giulia
sta risolutamente prendendo questa
direzione di marcia (Pombeni,
Vattovani, 2005).
Un terzo cambiamento di contesto
su cui ritengo si debba produrre una
riflessione approfondita riguarda un
fenomeno emergente nella nostra
regione, destinato entro pochi anni a
modificarne il volto. Faccio riferi-
mento, com’è intuibile, al fenomeno
dell’immigrazione. Un fenomeno
che è cresciuto molto. Ormai gli
immigrati in Regione sono più di 50
mila. Un “gruppo bersaglio” su cui il
sistema dell’orientamento dovrebbe
porre un’attenzione selettiva è rap-
presentato soprattutto dalle seconde
generazioni, i figli degli immigrati,
attualmente in larga parte impegnati
nei percorsi scolastici di ogni ordine
e grado. L’esperienza di altri paesi,
più avvezzi di noi a fronteggiare il
fenomeno, unitamente ai primi
riscontri in Italia (Ambrosini, Mo-
lina, 2004), dimostrano che su questo
segmento si gioca una parte impor-
tante dell’integrazione e della
coesione sociale del futuro. L’at-
tenzione selettiva che si richiede si
giustifica in ragione delle peculiari-
tà, in primis di tipo sociale e cultura-
le, di questo segmento. Ritengo che
andrebbero studiati strumenti e
modelli di intervento specifici, ad
esempio attraverso l’ausilio, nell’am-
bito dei servizi di orientamento, di
mediatori culturali professionali che
favoriscano l’accesso ai servizi da
parte di questa tipologia di utenti e
incrementino l’efficacia delle azioni
orientative, consentendo forme di
retroazione anche sul
background
sociale e culturale di tali utenti.
LA DIFFUSIONE
SOCIALE DEI SERVIZI
DI ORIENTAMENTO
Un ulteriore parametro analitico
che ci consente di interpretare il
sistema di orientamento in rappor-
Orientamento e Società
Ugo Canci Magnano,
Famiglia
, 1948.
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