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33%, distinto: 47%), meno buoni
per quelli che frequentano il Peda-
gogico (buono: 37% e sufficiente:
31%).
Le ripetenze più numerose a livello
di scuola secondaria, si registrano
tra i ragazzi del Classico. Le valuta-
zioni più basse allo scientifico si re-
gistrano nelle materie scientifiche,
buoni voti si ottengono in scienze e
disegno, in una delle due classi, vo-
ti decisamente buoni si registrano
nelle materie umanistiche.
Al Pedagogico i voti più alti sono in
storia, lingua straniera e filosofia. Al
Classico nelle materie umanistiche,
matematica, fisica e lingua stranie-
ra. Al di fuori della scuola sono
state acquisite competenze nelle
espressioni artistiche, informatica,
lingue straniere, disegno, musica e
recitazione (sono attività che orga-
nizza la scuola in orario extrascola-
stico), ma i ragazzi dichiarano che si
sono formati al di fuori dell’orario
scolastico anche nelle materie uma-
nistiche, (probabilmente ci si riferi-
sce ad iniziative offerte dal territo-
rio, ma che vedono coinvolti anche
docenti della scuola).
4) Si dichiarano molto disponibili a
fare nuove esperienze, pronti a col-
laborare ed interessati ad acquisire
nuove conoscenze. Gli alunni dello
Scientifico individuano i propri
punti di forza nella determinazio-
ne, serietà, rapidità e in generale
nell’autostima e nella sicurezza,
quelli del Pedagogico considerano
propri punti di forza la fiducia in se
stessi, il senso della musicalità e,
quelli del Classico, la mentalità
aperta, la gioia di vivere e la sensi-
bilità. Punti di debolezza sono in
genere la timidezza e l’incostanza;
l’insicurezza aumenta tra gli alunni
dello Scientifico e l’ansia caratteriz-
za quelli del Pedagogico.
5) Nei confronti della scuola i ragaz-
zi in genere dichiarano poca soddi-
sfazione, o nulla, segnalabili ap-
prezzamenti positivi provengono
dagli alunni del Classico (33%), una
metà degli alunni dello Scientifico
dichiara che avrebbe preferito se-
guire un altro indirizzo di studi e il
Pedagogico manifesta la sua spicca-
ta predilezione per il Classico, che
considera un’occasione mancata.
Nell’ambiente scolastico gli alun-
ni hanno trovato l’opportunità di
fare amicizie, ma hanno anche ac-
quisito strumenti e capacità di ra-
gionare. Il rapporto con gli inse-
gnanti è vissuto per lo più come
problematico, ed a questa diffi-
coltà di relazione viene anche at-
tribuita la causa di un rendimento
scolastico poco soddisfacente; i ra-
gazzi lamentano di avere poco
tempo libero. Ritengono di avere
regole scolastiche troppo rigide e
manifestano in generale scarso in-
teresse per le attività scolastiche.
Ritengono che la formazione scola-
stica incida poco nelle scelte future:
solo una classe del Classico ritiene
che sia importante. I fattori dell’in-
successo scolastico vengono indivi-
duati nello scarso impegno, ma an-
che nelle difficoltà insite in alcune
discipline; allo studio vengono de-
dicate due-tre ore allo Scientifico,
più di tre al Pedagogico e al Classi-
co. Una classe (3^ D) dichiara di de-
dicare poco tempo allo studio po-
meridiano.
La maggior parte degli alunni inter-
vistati dichiara che le attività di
orientamento organizzate dalla
scuola, (
stages
e percorsi formativi)
sono state apprezzate, ma non sono
servite come guida alla scelta post-
diploma.
6) Gli studenti ritengono che il la-
voro favorisca la realizzazione per-
sonale, considerano un fattore im-
portante la sicurezza del posto. Il
lavoro dovrebbe essere anche so-
cialmente utile e non imporre trop-
pi sacrifici. È importante la carriera
e fondamentale l’assunzione delle
responsabilità in ordine alla gestio-
ne e all’organizzazione, tuttavia il
lavoro dovrebbe lasciare anche
tempo da dedicare ad altre attività
ed ai rapporti interpersonali.
CONCLUSIONI
Dall’analisi delle risposte del que-
stionario emerge chiaramente che i
ragazzi dell’ultimo anno della scuo-
la secondaria,
4
nel caso specifico, li-
ceo Classico, liceo Scientifico e liceo
Psico-socio-pedagogico, a parte al-
cune differenze di non sostanziale
rilevanza, (collegabili ad una sorta
di preselezione che avviene fin dal
momento della scelta dell’indirizzo
di studi liceali), sono fondamental-
mente molto incerti sul loro futuro,
sia che esso riguardi la formazione
post diploma sia, in generale, per
quel che riguarda l’ambito lavorati-
vo in cui si proiettano.
Lo si deduce da una serie di rispo-
ste che sottolineano la difficoltà di
prendere una decisione, l’incertez-
za e l’insicurezza nei confronti del
futuro e il desiderio di ancorarsi ad
un posto di lavoro sicuro (mentalità
che non appartiene più al nostro
tempo, ma che evidentemente rap-
presenta ancora un’aspirazione
molto forte). Segnalabile è, peraltro,
la componente “umana” e relazio-
nale che gli alunni vorrebbero vede-
re realizzata nella professione futu-
ra (va detto però che tre classi su
cinque appartengono ad indirizzi
umanistici) e l’importanza che vie-
ne attribuita al tempo libero. Si va
affermando dunque una mentalità
nuova, che si allontana dal
cliché
friulano e del Nord Est in generale,
I FATTORI DECISIONALI NELL’ORIENTAMENTO
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QUADERNI
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ORIENTAMENTO
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