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zazione personale e professionale; il
campione analizzato, invece, asse-
gna sempre maggior importanza
agli aspetti estrinseci, ossia la retri-
buzione, gli orari fissi e la sicurezza
del posto.
Per quanto riguarda l’autoefficacia,
invece, il fatto che non risulti signi-
ficativa in nessuna delle variabili
considerate, quando invece le infor-
mazioni che si trovano in letteratu-
ra sottolineano una forte differenza
fra maschi e femmine, a favore dei
primi (Hackett, Betz, 1995), può es-
sere interpretato come segnale posi-
tivo. Se, infatti, tale differenza viene
attribuita a processi di socializza-
zione che tengono conto del genere,
la mancanza di differenza può esse-
re la dimostrazione che è avvenuto
un cambiamento di rotta e di men-
talità.
Analizzando complessivamente i
dati, risulta che né la transizione
F/F, né quella F/L vengono vissute
come eventi traumatici; questo po-
trebbe dipendere del fatto che oggi
c’è un graduale avvicinamento (an-
che grazie ai saloni per l’orienta-
mento, promossi dalle università)
alla scelta; in generale, dunque, i ra-
gazzi del campione esaminato si
percepiscono preparati, anche se
nell’immediato individuano ancora
delle difficoltà nella realizzazione
delle loro idee.
CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE
Il quadro complessivo, a cui la ri-
cerca ha portato, illustra una si-
tuazione positiva e piuttosto inco-
raggiante. Il campione, sottoposto
ad analisi, infatti, dimostra di es-
sere pronto ad affrontare la transi-
zione che lo attende, consapevole
delle difficoltà che potrebbe in-
contrare, ma forte del possesso
delle modalità necessarie a supe-
rare tali barriere. Tutto il campio-
ne si ritiene in possesso delle stra-
tegie necessarie ad analizzare il
compito orientativo e a concluder-
lo con successo. Mantenendo fede,
ancora una volta, alla distinzione
delle competenze orientative in
tre distinte macro aree (Pombeni,
2001), si delinea un quadro gene-
rale di quanto espresso, in prece-
denza, solo in separate sedi. Così,
relativamente alle
competenze
orientative di base,
sulla scorta del-
l’approccio proattivo, si può con-
siderare il campione come investi-
to dal ruolo di primo attore nel
processo di transizione. Cercando
di indagarne le cause e notando
che non vi sono differenze signifi-
cative rispetto alle dimensioni in-
dagate, si ritiene innanzitutto fon-
damentale il ruolo della scuola.
Sembrerebbe, cioè, che la scuola
sia riuscita nel suo intento educa-
tivo fornendo aiuto e sostegno ai
suoi allievi, conducendoli ad una
progressiva maturazione persona-
le e culturale (Censis, 1999).
Accanto al sostegno offerto dalla
scuola, si deve considerare quello
della famiglia; in primo luogo per-
ché essa è il principale formatore
nella costruzione del sistema indi-
viduale di valori che stanno alla ba-
se della percezione personale; in se-
condo luogo, perché essa stessa è la
base su cui sorgono le fondamenta
del background individuale.
Inoltre, la famiglia è ritenuta fonte
di sostegno a cui i ragazzi si affida-
no e da cui traggono beneficio; in-
vece, la classe e il gruppo dei pari in
generale sono gli ambiti in cui il so-
stegno sociale si realizza. Queste
conclusioni confermano quanto
presente in letteratura dove, infatti,
si sottolinea il ruolo di primo piano
della famiglia, della scuola e degli
amici nell’orientamento dei ragazzi
(Cavalli, Facchini, 2001; Soresi,
2001; Pombeni, 1996).
Soffermandoci più specificata-
mente sulle strategie di coping e
facendo esplicito riferimento alla
distinzione proposta dalla Fry-
denberg (2001), si può notare che
le principali strategie a cui il cam-
pione fa riferimento, sono di tipo
proattivo e di tipo funzionale/di-
sfunzionale. Alle prime, che consi-
stono nell’anticipazione dei pro-
blemi e della loro risoluzione, in
modo da essere preparati al mo-
mento in cui si presentano davve-
ro, si pensa per la presenza di
punteggi elevati nelle dimensioni
del
Coping attivo
,
Ricerca feedback,
Diagnosticare.
Le seconde, di tipo
funzionale prevedono l’analisi di
più alternative, mentre i punteggi
bassi in
Ansia per la prestazione
fan-
no presupporre l’uso di quelle di
tipo disfunzionale, che sono de-
putate al controllo e alla gestione
dei sentimenti.
In generale, dall’analisi dei que-
stionari sembra che il campione
utilizzi sia un
coping cognitivo
come
raccolta e analisi di informazioni,
sia un
coping comportamentale
rela-
tivo ai processi di risoluzione del
problema, sia un
coping affettivo
co-
me gestione dei sentimenti collega-
ti (Zani, Cicognani, 1999). Dai dati
relativi al genere, infine, viene una
conferma agli studi di Zani, Cico-
gnani (1999); queste Autrici hanno
trovato che i maschi tendono a mi-
nimizzare gli eventi, mentre le ra-
gazze si dimostrano più attente ad
un’analisi dettagliata della situa-
zione e quindi più disponibili a ri-
cercare ed offrire un aiuto e una
collaborazione.
Anche per lo sviluppo delle
competenze
orientative di monitoraggio
, si ritiene fon-
TRANSIZIONE POST-DIPLOMA
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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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