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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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LA DIDATTICA LABORATORIALE
AL SERVIZIO DELL’ORIENTAMENTO
Carla Berto
LO SPAZIO
ESPRESSIVO
DELLA PERSONA
CHE APPRENDE
La problematica relativa all’orien-
tamento scolastico dello studente
contiene una molteplicità di possi-
bili piste di approccio. In questa se-
de ci sembra interessante affrontare
il tema a partire dalle opportunità
messe in campo dalla scuola per of-
frire allo studente occasioni di co-
noscersi, di mettersi alla prova in
situazione, di misurarsi con le ri-
chieste dell’ambiente, di scoprire le
proprie motivazioni profonde, le
aspirazioni e le propensioni che po-
trebbero aiutarlo a definire un per-
sonale progetto di vita. L’assunto
che intendiamo sostenere in questa
sede è relativo alla presenza di una
significativa correlazione tra le pra-
tiche didattiche attivate dalla scuo-
la, la conoscenza di sé e l’autorien-
tamento.
Al raggiungimento di questo ulti-
mo obiettivo concorrono tutte le
variabili presenti nel processo di
insegnamento/apprendimento,
dalle dimensioni squisitamente
co-
gnitivo-didattiche
(le discipline, le
metodologie, le prassi didattiche,
gli strumenti, le tecnologie, etc.) a
quelle
socio-relazionali
(clima della
classe, rapporti con i docenti e con
il gruppo di pari, ruoli giocati al-
l’interno della classe,etc.) a quelle
organizzative riconducibili al con-
testo (ambiente scolastico, piano
formativo dell’istituto, progettua-
lità, tempi e spazi di lavoro, etc.).
L’incidenza dei vari fattori non è
tuttavia distribuita in modo unifor-
me e cambia con il variare dei sog-
getti e dei loro bisogni; alcuni alun-
ni saranno maggiormente sugge-
stionati da variabili di contesto, al-
tri esprimeranno maggior sensibi-
lità verso la dimensione interperso-
nale della relazione educativa o per
gli aspetti prettamente cognitivi. In
riferimento alle componenti di tipo
didattico, va fatta una prima consi-
derazione: alcune pratiche di inse-
gnamento rispondono meglio di al-
tre al compito di fornire allo stu-
dente la possibilità di entrare in
contatto con se stesso e con le pro-
prie vocazioni profonde, ovvero di
conoscersi attraverso le esperienze che
realizza
. Laddove l’alunno è messo
nelle condizioni di disporre di uno
spazio di autonomia ideativa,
espressiva, progettuale e operativa,
potrà ricevere una pluralità di feed-
back preziosi dalle proprie azioni
ed avere un rispecchiamento ester-
no del proprio mondo interiore.
L’oggetto della riflessione che qui
andiamo a svolgere riguarda l’im-
postazione didattica del processo
formativo, e più specificatamente
la
metodologia laboratoriale
quale
strategia di lavoro ricca di poten-
zialità espressive e di possibilità
esperienziali.
Detta pratica si colloca oltre i confi-
ni dei consueti percorsi di insegna-
mento/apprendimento di tipo li-
neare e sequenziale a carattere ri-
produttivo. Essa esprime una forte
opzione nella direzione della valo-
rizzazione degli studenti, dei loro
vissuti, della motivazione intrinse-
ca costituita dalla dimensione coo-
perativa che accompagna detta ti-
pologia didattica. L’adozione della
metodologia del laboratorio pre-
suppone non solamente l’introdu-
zione di un modello di lavoro aven-
te determinate caratteristiche, ma
anche l’assunzione delle condizioni
indispensabili all’attuazione dello
stesso; per queste ragioni tale prati-
ca si configura come un volano in
grado di trascinare con sé una mol-
teplicità di aspetti a carattere forte-
mente innovativo. Nel nostro speci-
fico possiamo attribuire al laborato-
rio il compito di introdurre signifi-
cativi cambiamenti sul versante
dell’insegnamento disciplinare e
trasversale, delle metodologie atti-
ve centrate sulla ricerca, del rinvi-
gorimento della collegialità docen-
te, dell’introduzione del
cooperative-
learning
e della personalizzazione
dell’intervento formativo.
In base a questo ultimo punto, il
ruolo assegnato alla scuola è quello
di accogliere lo studente, di ricono-
scerlo nella sua peculiarità e origi-
nalità, di creare le condizioni didat-
tiche, organizzative e sociali affin-
ché l’identità del singolo possa ma-
nifestarsi, esprimersi in tutte le
sfaccettature, accrescere e svilup-
parsi nelle dimensioni cognitive, af-
fettive, emotive e sociali. Il processo
educativo trova ragion d’essere nel-
la misura in cui promuove l’identità
personale e crea un ambiente favo-
revole alla crescita dell’individuo e
l laboratorio potrebbe
fungere da antidoto nei
riguardi
dell’individualismo
professionale e della
frammentazione
disciplinare che spesso
costituiscono un ostacolo
ai processi di
riunificazione cognitiva
nella mente degli alunni e
alla possibilità di
esplorare, da molteplici
punti di vista, un unico
problema
I