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pertanto, è dato dalla modulazio-
ne dei processi di insegnamento
(quelli dell’insegnante) con i pro-
cessi dell’apprendimento (quelli
dell’allievo) nell’azione formativa
e nella relazione tra insegnanti e
studenti.
L’insegnante predispone situazioni
che favoriscono lo star bene dell’al-
lievo a) con la disciplina che porta
all’allievo, b) con il modo con cui
avvicina la conoscenza all’allievo,
c) con la promozione di sistemi re-
lazionali tra gli allievi. Quest’ulti-
mo,
l’approccio relazionale
, è ampia-
mente frequentato, in particolare
nella scuola primaria; il primo,
l’ap-
proccio epistemologico
, merita un ap-
profondimento a sé da sviluppare
in un altro articolo; in questa sede
affrontiamo la
via metodologica
al be-
nessere formativo.
I
metodi didattici
sono
modalità pro-
cedurali e processuali
attivate dal do-
cente, che facilitano l’acquisizione
significativa, stabile e fruibile di
ciò che si offre con l’azione di inse-
gnamento. L’insegnamento è una
proposta complessa, organizzata e
vissuta, di contenuti e di metodi,
di valori e di strategie, di visioni
del mondo e di tecniche operative.
In tale proposta il metodo si confi-
gura come l
’itinerario,
la
procedura
messa a punto e organizzata dal-
l’insegnante. L’itinerario si trasfor-
ma in
percorso da seguire
, in
processo
reale e vissuto, al fine di ottenere
risultati validi e affidabili nello
studio dell’allievo e nell’azione di-
dattica.
Il metodo è ricerca e mediazione,
nella coniugazione e nell’intercon-
nessione tra:
la determinazione del
profilo d’in-
gresso
degli allievi e del
potenziale
d’apprendimento diagnosticato
;
la definizione del
profilo formativo in
uscita
(fissando gli obiettivi nelle so-
glie di competenze/padronanze at-
tese, conclusive o in itinere);
la selezione dei
saperi disciplinari
, in-
tesi come
mediatori scientifici e cultu-
rali
.
1
Naturalmente
non è possibile giun-
gere alla elaborazione di un metodo se
non si sa dove si vuole arrivare
(obiettivi) e, qualora si intendesse
impostare un metodo valido e ef-
ficace, occorrerebbe considerare
attentamente sia la
struttura cono-
scitiva dell’allievo
(stili di appren-
dimento) sia quella propria del
contenuto da apprendere
(struttura
epistemologica della disciplina).
Di conseguenza non è possibile af-
fermare in astratto l’esistenza di
un metodo migliore di altri: solo
nella mediazione tra le
formae
mentis
degli studenti e le
discipli-
nae mentis
dei saperi un metodo
potrà risultare adeguato, appro-
priato, opportuno o conveniente
2
.
DAI PRINCÌPI
DI METODO
UNA LEZIONE
DI BENESSERE
SCOLASTICO
Ecco alcuni tra i più importanti
princìpi di metodo che facilitano la
promozione del potenziale di svi-
luppo formativo dell’allievo:
il gusto del sapere
: soltanto l’inse-
gnante che vive il “sapore profon-
do” della sua disciplina, lo sa “gu-
stare” traendone emozioni intellet-
tuali, può partecipare e condividere
con gli studenti questa esperienza.
Il docente deve lasciar trasparire l’amo-
re per
ciò
che insegna e nel volerlo in-
segnare
. Non basta il piacere di inse-
gnare, deve piacere ciò che si inse-
gna. Lo studente non deve essere
catturato dall’imbonitore, deve ri-
manere affascinato dagli oggetti e
dai processi di ricerca della discipli-
na, deve imparare ad apprezzare
nuovi modi di osservare, di leggere
e di interpretare il mondo;
la significatività
: l’azione didattica
deve garantire il
collegamento,
nel
senso e nel significato, delle nuove
conoscenze con quelle già possedu-
te dall’allievo; questo collegamento
deve essere riconosciuto dallo stu-
dente, altrimenti non c’è significati-
vità e lo studente respinge, rifiuta la
novità per lui senza senso;
lo stu-
dente possiede saperi suoi, sistemi di
conoscenze e di organizzazioni delle co-
noscenze che fanno parte della sua vita
:
se l’insegnante opera ignorando i
saperi dell’allievo, per un verso
svaluta la persona e per l’altro per-
de un’ottima possibilità per facilita-
re sia l’insegnamento che l’appren-
dimento;
la motivazione
: l’intervento per
esser efficace deve promuovere
tutti quei fattori che possono de-
terminare e stimolare l’attività del
soggetto. La spinta all’apprendi-
mento è risultante da fattori di
personalità, di contesto e di rela-
zione. Dal punto di vista formati-
vo
le frammentate e contraddittorie
motivazioni adolescenziali devono di-
ventare terreno di analisi metacogni-
tiva e di ricerca condivisa
3
;
la direzione
: l’itinerario indicato
dagli insegnanti serve per orienta-
re l’apprendimento verso gli
obiettivi prefissati. L’insegnamen-
to è efficace se l’itinerario è co-
struito insieme, con lo studente, se
è
personalizzato
, o almeno
negozia-
to
. La costruzione partecipata del
curricolo dà senso all’azione di-
dattica; lo studente non potrà più
chiedere “
perché devo studiare que-
sto?!
”: il percorso e la direzione
sono stati decisi insieme;
5
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e scuola
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