la continuità
: il curricolo vissuto
dallo studente deve lasciar traspa-
rire l’unitarietà nelle progressioni
diacroniche
(tra segmenti formativi
in successione) e
sincroniche
(tra-
sversali alle diverse discipline, e
connessi con offerte formative di-
verse)
4
;
la ricorsività
: l’apprendimento si
ottiene ritornando più volte sul-
l’oggetto di studio; la ricorsività
dell’insegnamento serve a facilita-
re apprendimenti
estensivi
(con
connessioni orizzontali, per am-
pliare il campo di analisi e le pos-
sibilità d’uso) e
intensivi
(con con-
nessioni verticali, per andare in
profondità in un argomento): l’e-
stensione attraverso processi di
transfer
e di
generalizzazione
5
, l’in-
tensione nell’analisi e nell’ap-
profondimento delle conoscenze e
delle competenze;
l’integrazione
: l’azione didattica
deve favorire il processo formati-
vo mediante l’integrazione
interna
,
tra le discipline, superando l’ec-
cessiva segmentazione, e l’integra-
zione
esterna
, nel coordinamento
delle diverse proposte formative,
anche provenienti dal territorio,
funzionali al successo formativo;
l’allievo vive molteplici realtà for-
mative, spesso talmente isolate da
non percepirne le connessioni; al-
cune esperienze sono gratificanti
altre deludenti:
l’integrazione facili-
ta l’apprendimento nelle situazioni
meno felici
;
l’organizzazione
: l’intervento di-
dattico organizzato non compren-
de solo la strutturazione dei saperi;
l’insegnante deve anche
pianificare
e gestire in modo funzionale le atti-
vità, i tempi, gli spazi e le risorse
a di-
sposizione; lo studente apprende
dall’organizzazione: se l’insegnan-
te affronta e completa un argomen-
to importante negli ultimi dieci mi-
nuti della lezione, per l’allievo tale
argomento non sarà affatto impor-
tante;
la stabilizzazione
: l’azione del-
l’insegnante, se per un verso pun-
ta allo sviluppo di apprendimenti
autonomi e originali, dall’altra de-
ve assicurare regole e procedure
costanti, stabili (punti fermi, che
potranno essere modificati qualo-
ra non risultassero più validi e
pertinenti);
la divergenza adolescen-
ziale è una ricchezza da educare con il
pensiero, la riflessione, la discussio-
ne; l’incertezza non deve diventare
uno stato dell’Io, ma va indirizzata
alla definizione della complessità e dei
problemi
;
il consolidamento
: conseguente alla
stabilizzazione, il principio meto-
dologico del consolidamento punta
a valorizzare e a sostenere ciò che
l’allievo va apprendendo, amplian-
do le situazioni, incrementando i
contesti d’uso, riorganizzando gli
ambienti formativi; l’enorme quan-
tità informativa, interna ed esterna
alla scuola, richiede filtri epistemo-
logici nella selezione dei saperi e
contestualizzazioni di senso per lo
studente;
la trasferibilità
: la proposta didatti-
ca deve sollecitare il
transfer
delle
conoscenze e delle competenze, con
la loro
traslazione
da un sistema a un
altro (da un argomento ad un altro,
da una disciplina ad un’altra, dal si-
stema scolastico alla vita reale, da
un sistema di codici ad un altro, da
un sistema di padronanza ad un al-
tro).
“Maestri si diviene non si nasce”
l’insegnante oggi è un “facilitatore
dell’apprendimento ……..esperto
e competente ricercatore delle stra-
tegie più adatte per rapportarsi
con l’allievo valutando nel suo
complesso in itinere, tutti gli aspet-
ti e le tappe del processo di ap-
prendimento che con lui ha cercato
di avviare.”
6
LA DIDATTICA
LABORATORIALE,
DOVE INSEGNANTE
E ALLIEVI
APPRENDONO
INSIEME
Uno studente ben difficilmente si
annoia in laboratorio. L’allievo in
aula può essere coinvolto con mo-
dalità partecipative e dialogiche,
ma non basta! Anche una lezione
tradizionale può essere svolta con
tali modalità.
Per puntare al benessere è necessa-
rio che l’allievo “crei” il suo sapere.
Perciò la metodologia più attenta è
la didattica laboratoriale: il labora-
torio rende possibili i processi della
ricerca/riscoperta, organizzando
attività educative e didattiche in cui
lo studente domina il
senso
del suo
apprendimento. Nel laboratorio
l’insegnante predispone contesti
operativi e comunicativo-relaziona-
li; attiva le condizioni che consento-
no ai singoli allievi di riscoprire,
reinventare, ricostruire i concetti,
nel rispetto dei livelli di sviluppo e
di apprendimento, degli stili e dei
ritmi personali.
E ciò non può essere effettuato at-
traverso la lezione collettiva, ma at-
traverso la costituzione di gruppi
che operino in
laboratori di apprendi-
mento
per rielaborare i contenuti di-
sciplinari, per promuovere progetti
trasversali, per sperimentare il va-
lore e la validità della conoscenza.
Il laboratorio è un ambiente in cui si
realizza un rovesciamento della
prospettiva didattica: l’obiettivo
non è quanto si deve conoscere in
IL BENESSERE A SCUOLA
6
QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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