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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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I
UN SISTEMA DI RETE
PER L’ORIENTAMENTO
UN’ESPERIENZA NELLA PROVINCIA DI TREVISO
Luigi Clama, Donella De Carolis, Alberto Ferrari
PREMESSA
Diverse esperienze sul campo sot-
tolineano quanto sia importante
che il sistema Rete sia efficace e fun-
zionale al fine di poter sostenere
servizi specifici, quali ad esempio
quelli di informazione e orienta-
mento. La Commissione Europea
invita a “facilitare l’inserimento dei
giovani nel mercato del lavoro an-
che attraverso lo sviluppo di parte-
nariati tra istituti scolastici, autorità
locali, mondo dell’impresa, reti
transnazionali di cooperazione”
(
Libro Verde
,1993), nel
Libro Bianco
(1995) e nel
Memorandum sul longlife
learning
(2000), individua nelle reti
uno strumento strategico per i ser-
vizi di informazione e orientamento
a garanzia di:
• integrazione tra dimensione eu-
ropea e comunità locali, al fine di
diffondere le informazioni te-
nendo conto delle diverse speci-
ficità geografiche e culturali;
• raccordo tra servizi istituzionali,
privati e del privato sociale, an-
che attraverso canali non forma-
li di diffusione delle informazio-
ni;
• coordinamento tra servizi di
orientamento e altri servizi alla
persona per realizzare sistemi
territoriali integrati che rispon-
dano alla pluralità dei bisogni
dei cittadini/utenti.
Nello stesso senso, la legislazione
nazionale e regionale sui Servizi
per l’Impiego ridefinisce funzioni e
compiti dei Centri per l’Impiego
che divengono nodi di una Rete di
servizi rivolti al mercato del lavoro
e promotori a loro volta di reti terri-
toriali finalizzate all’utilizzo di tut-
te le risorse presenti sul territorio,
sia pubbliche sia private.
Questo argomento è stato oggetto
di una ricerca condotta da Rete
Informa
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di Bari che ha affrontato i
temi della socializzazione del-
l’informazione tra operatori e tra
servizi di orientamento e della co-
struzione di forme di cooperazione
e scambio (a livello regionale, na-
zionale ed europeo).
Anche esperienze quali ad esempio
quella della Città dei Mestieri
2
, par-
tita da Parigi negli anni ’90 ed ora in
fase di espansione a livello mondia-
le, indicano la necessità di istituire
reti governate secondo modelli effi-
caci e basate sulla condivisione di
obiettivi e strategie da parte di tutti
i partner. Le reti territoriali possono
dunque diventare sistema-Rete, tra-
sversale ai sistemi istruzione, for-
mazione, contesto produttivo, enti
locali, che funzioni sia come
sistema
organizzativo territoriale
di supporto
e coordinamento sia come
spazio di
intersezione e di riferimento
per la or-
ganizzazione e la gestione di atti-
vità comuni. Perché questo sistema
possa attivarsi, è però necessario
rendere riconoscibile ed operativo il
soggetto Rete, legittimandolo come
figura (anche giuridica) che opera
sul territorio. Sarebbe quindi neces-
sario tentare una prima modellizza-
zione del sistema-Rete, così che il
modello-Rete possa favorire quel-
l’integrazione fra scuola, formazio-
ne professionale e lavoro che è po-
sta quale condizione per l’occupa-
bilità e l’adattabilità delle persone.
l sistema Rete
deve essere efficace e
funzionale per sostenere
servizi specifici, quali
quelli dell’informazione
e dell’orientamento.
La forma di “governo”
della Rete deve essere
condivisa per offrire
garanzia ai soggetti
che si riconoscono nel
sistema ed hanno, al suo
interno, pari dignità
Nella sola provincia di Treviso, secondo uno studio condotto dal CSA
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provin-
ciale negli anni 2002 - 2004, si contano almeno 53 reti nelle quali sono compre-
si Istituti Scolastici (il campione d’indagine ha coperto il 75% degli Istituti sco-
lastici e paritari); di queste, circa il 40% è costituito da reti interistituzionali fon-
date su accordi stipulati con il “territorio” (centri di formazione, enti locali,
Asl, agenzie private, associazioni di categoria etc.). Come si dirà più dettaglia-
tamente in seguito, le tematiche di cui queste reti prevalentemente si occupa-
no (accoglienza, integrazione, orientamento scolastico e professionale, autova-
lutazione delle scuole) sono relative ad attività trasversali a più sistemi: istru-
zione, formazione, contesto produttivo, enti locali. Anche nel territorio regio-
nale veneto, lo sviluppo delle reti si può attribuire all’effetto congiunto delle
normative nazionali e regionali degli ultimi anni riguardanti il sistema dell’i-
struzione e della formazione (autonomia delle istituzioni scolastiche e nuova
riforma dei cicli; vedi L. 275/99 art. 7, 8, 9; accordo Stato Regioni del 19.06.2003
e apposito protocollo R.V.-M.I.U.R.-M.L.P.S. del 03.10.2003; l. 53/2003), il mer-
cato del lavoro (legge Biagi 30/2003; P.O.R. 2000-2006; Programma Triennale
Formazione Lavoro 2004-2006), le competenze degli enti locali (regioni, pro-
vince, comuni). Tutte le innovazioni legislative indicate prefigurano una osmo-
si sempre maggiore tra sistemi, alla ricerca di modalità di dialogo, confronto e
integrazione tra di essi.