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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
lizzato hanno imparato che esistono
servizi destinati all’aiuto della perso-
na (informazione); hanno capito
l’importanza di rivolgersi a enti o
soggetti qualificati nel momento in
cui si trovano in una condizione di
difficoltà esistenziale; hanno ester-
nato i loro problemi cercando i modi
per risolverli.
Gli adolescenti in difficoltà necessita-
no di una figura di riferimento che
non confonda il suo ruolo con quello
dell’insegnante di classe o con quello
della famiglia, ma che collabori con
esse e con le istituzioni presenti sul
territorio per il successo dell’azione
educativa: hanno bisogno di essere
aiutati a prendere coscienza di sé e
delle proprie possibilità di affermazio-
ne con il gruppo dei pari e con adulti
significativi in una fase in cui esiste
una continua ricerca di autonomia ed
i rapporti con i genitori sono spesso
saturi di emozioni contrastanti.
- Gli alunni che hanno partecipato al
“Laboratorio delle emozioni” hanno
sviluppato il Sé affettivo (cioè la sen-
sazione di possedere emozioni,
affetti e tensioni interne distinte da
quelle degli altri, saperle riconosce-
re e modulare) e hanno migliorato la
capacità di rapportarsi alla diversità.
- L’autorizzazione ai figli ad
accedere al “Centro di
Ascolto”(per accedere e avere
un colloquio con la psicologa
era stata chiesta un’autorizza-
zione preventiva da parte della
famiglia) ha consentito una rica-
duta sui rapporti familiari e ha
agito da starter nel migliora-
mento delle abilità nell’ascolto
attivo, nella risoluzione dei
conflitti, nell’espressione dei
sentimenti.
- Circa il 30% dei genitori ha
negato ai figli l’autorizzazione
ad accedere al “Centro di
Ascolto”. Ciò ci ha indotto a
leggere nel dissenso non un fat-
tore di disordine, ma una spinta
al cambiamento, a sviluppare
l’attitudine a problematizzare, a
capire che dobbiamo imple-
mentare le abilità sociali e la
cooperazione.
- I genitori che hanno partecipato
agli incontri hanno interiorizza-
to le regole della collaborazio-
ne con la scuola con la quale
hanno intrapreso un dialogo più
“confidenziale”; si sono interro-
gati sulla condizione adolescen-
ziale; sono stati indotti a cono-
scere nuove pratiche educative
e a esplorare alternative, soprat-
tutto grazie allo scambio di
esperienze pratiche e suggeri-
menti creativi sorti spontanea-
mente fra i membri del gruppo.
“STAR BENE STUDIANDO
BENE”
EQUIPE DI GORIZIA
Silva Bertossi
Docente Ist. Comprensivo “F. U.
della Torre” di Gradisca d’Isonzo
PREMESSA
Il progetto regionale “Star bene
studiando bene”, ha strutturato in
rete, nell’anno scolastico 2003/04,
quattro istituti della provincia di
Gorizia (I. C. “F. U. della Torre” di
Gradisca d’Isonzo, scuola capofila,
I. C. “L. da Vinci” di Ronchi dei
Legionari, S. M. “Locchi” di Gorizia,
S. M. “G. I. Ascoli” di Gorizia). È
stata un’esperienza tra scuole che
non avevano mai lavorato insieme e
che operano su realtà territoriali
diversificate. Pur nel rispetto delle
singole progettualità e della diver-
sità dei percorsi scelti, il progetto ha
richiesto la necessità di trovare con-
vergenze, individuate nella tematica
del bisogno di integrazione a fronte
del disagio di alunni, insegnanti,
genitori in difficoltà di relazione. La
metodologia del laboratorio ha visto
coinvolti operatori interni ed esperti
esterni, i cui risultati sono poi diven-
tati patrimonio dei singoli istituti ed
occasione, con la restituzione di
dati alle famiglie, di consolidamen-
to del rapporto con i genitori in una
dimensione di maggiore sensibilità
ai problemi della preadolescenza e
di collaborazione con la scuola sul
versante formativo.
CONTESTO
L’Istituto “F. U. della Torre” di
Gradisca d’Isonzo ha utilizzato le
risorse in attività diversificate (che
hanno coinvolto principalmente gli
alunni del segmento medie, ma
anche quelli del segmento elemen-
tare), che hanno avuto come nucleo
aggregante la comunicazione in
diverse modalità (corporea, in lin-
gua inglese, informatica e multime-
diale), finalizzata a consolidare e
potenziare gli strumenti già in pos-
sesso degli alunni in situazione di
svantaggio e disagio, per facilitarne
l’integrazione.
Il “Laboratorio della comunicazio-
ne” è stato pertanto suddiviso in tre
sottoprogetti:
1) laboratorio di espressività corpo-
rea destinato ad una classe prima
media in particolare ed alle classi
quinte elementari;
2) laboratorio della comunicazione
in lingua inglese per gruppi opzio-
nali delle seconde e terze del seg-
mento medie;
3) laboratorio nelle nuove tecnolo-
gie (informatica) sempre per grup-
pi opzionali dello stesso segmen-
to, che ha portato alla produzione
di un CD di presentazione della
scuola e del percorso di orienta-
mento triennale.
ESPERIENZA
Il sottoprogetto relativo alla classe
prima media si è inserito in un per-
corso più ampio ed articolato di
progettazione annuale, pensato
dal Consiglio di classe e sottoposto
quindi ad un monitoraggio ed alla
valutazione finale più attenti da
parte di alunni, genitori e docenti.
E’ tale esperienza, connotata da
ricadute positive e valenza forma-
tiva, che si ritiene presentare.
La classe prima media risultava
composta da 21 alunni (12 maschi
e 9 femmine); la situazione di par-
tenza evidenziava:
- limitata accettazione e bassa
coesione del gruppo classe;
- difficili relazioni tra pari;
- conflittualità che sfociava anche
in litigi violenti, anche di tipo
fisico;
- clima di lavoro disturbato da
vivacità e tensioni causate da
dinamiche orizzontali che ave-
vano preminenza su ogni altro
stimolo e proposta;
- interventi non pertinenti, atten-
zione, interesse ed impegno
irregolari, superficiali ed inade-
guati a possibilità ed aspettative;
- metodo di studio carente;
- forte presenza di una “classe
ombra” (con stili e modalità di
relazione opposti e contraddito-
ri) in relazione al team docente
con governance/stili educativi
non totalmente condivisi e prati-
cati.
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