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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
ed inesplorate, con un risultato che i
mezzi basati sul senso comune non
avrebbero potuto ottenere”. (C.R.
Rogers, Potere personale, Astrolabio,
Roma 1978).
La vita è fatta di problemi, situ-
azioni, eventi, non esiste la disciplina,
che è uno strumento costruito dall’uo-
mo. Per l’uomo e non contro, e quindi
anche per il ragazzo, non contro il
ragazzo. Il problema del tessere
insieme, siamo lontani, qui significa
curriculum, non frammentario ma
globale.
Ciò che si insegna e si impara non sia
amaro ed ostico ma gradevole e perciò
duraturo, il tema della motivazione.
Comenio è l’inventore della didattica,
quello che ti dice “devi trovare una
mediazione tra te, il ragazzo e il
sapere”. Queste, secondo me, sono
linee di sviluppo molto importanti. La
Regione credo stia aprendo i primi
vagiti di consapevolezza riguardo al
dialogo adulto tra le scuole come
soggetti, non come oggetti, e una pro-
posta di supporto alle scuole perché le
stesse implementino,a seconda del
loro disegno, l’offerta formativa.
Dentro questo disegno c’è una pro-
posta che riguarda la dispersione scola-
stica e questa è destinata alla scuola
secondaria di 1° e alla scuola superio-
re, per ragioni economiche; anche se il
problema della dispersione avviene
molto prima e termina molto dopo.
Questo costituisce un’opportunità non
per raggiungere un progetto particolare
contro la dispersione scolastica perché
la dispersione è l’esito di una disper-
sione di senso, di relazione organizza-
tiva, curriculare, poi sociale, di conte-
sto. Comunque credo che questo costi-
tuisca un’occasione per un ripensa-
mento delle modalità con cui noi fac-
ciamo scuola. Quelle ascoltate sono
proposte di estremo interesse da capi-
talizzare tutte, da mettere in circolo,
ma tenendo presente che queste con-
corrono a quella revisione organizzati-
vo metodologico didattica del fare
scuola, è lì che costruiamo lo star bene
o lo star male.
CONCLUSIONI
Piero Vattovani
Siamo arrivati alla fine di questa
intensa giornata. Tutti gli interventi e
i contributi di oggi rendono testimo-
nianza del grosso lavoro svolto. Non
credo sia necessario tentare delle
conclusioni. Elementi di riflessione e
di sintesi ci sono stati offerti in modo
molto stimolante dagli ultimi due
interventi di Marco Masoni e di
Bruno Forte, che ringrazio sentita-
mente, il primo per averci accompa-
gnato in tutto il percorso e il secondo
per aver voluto oggi, con la sua pre-
senza, dare un segno di continuità di
questa esperienza con i nuovi inter-
venti, a favore delle scuole, che la
Regione sta organizzando anche con
il suo prezioso contributo tecnico.
Tanti sono stati gli stimoli offerti e
spetta a ciascuno di noi, con la pro-
pria sensibilità e con i propri partico-
lari punti di osservazione, il compito
di ricavarne il meglio per continua-
re il lavoro iniziato. Il coordinamento
regionale ha lavorato sul progetto per
due anni e le scuole per uno. É tanto?
É poco? Probabilmente entrambe le
cose. Tanto, se guardiamo il numero
di persone coinvolte, la quantità di
incontri, di riunioni, l’intreccio dei
gruppi, il lavoro a scuola con le clas-
si, con i ragazzi, con le famiglie, i
materiali prodotti, ecc. Poco, se,
applicando il criterio suggerito da
Bruno Forte di “andare a vedere cosa
succede nel quotidiano e nella mag-
gioranza delle scuole”, volessimo già
dire che qualcosa di sostanziale è
successo. Un passo alla volta, però.
Ricordo due anni fa, quando l’asses-
sore regionale di allora mi ha chiesto
di pensare a un qualche tipo di inter-
vento sul “disagio giovanile a scuo-
la”. Con i colleghi, ci siamo giusta-
mente preoccupati: troppo vasto e
indistinto il problema, si rischiava di
banalizzare o di concentrasi su una
singola dimensione o di invadere
competenze e territori dove altri si
erano già ampiamente spesi.
Comunque, abbiamo iniziato… guar-
dandoci attorno, chiedendo aiuto a
chi aveva già affrontato con serietà il
problema e, per prima cosa (di que-
sto devo ringraziare l’amico Masoni),
abbiamo eliminato dal nostro pro-
gramma di lavoro la parola “disagio”
sostituendola con “benessere“.
Questo è stato il nostro inizio, per
arrivare, passo dopo passo, al coin-
volgimento di tutti voi e a questi
primi risultati, presentati oggi.
Dunque, anche senza ripercorrere
tutte le tappe, il richiamare alla
mente il punto di partenza serve per
dare il giusto valore all’esperienza
fatta e per poter dire, consapevol-
mente che, per ora, siano soddisfatti
dei risultati ottenuti.
Un unico punto è adesso sospeso. Il
legame con il futuro. Altri saranno i
progetti, altre le condizioni e altri gli
attori coinvolti o da coinvolgere.
Spero che molti di voi continuino a
lavorare ancora assieme, perfezio-
nando e consolidando il lavoro di
équipe già impostato, ma vorrei che
facessimo anche un ulteriore sforzo
per verificare e capitalizzare i risulta-
ti ottenuti ed i processi organizzativi
sperimentati, in modo che diventino
accessibili ad altri. In questo senso,
noi del Servizio istruzione e orienta-
mento ci impegniamo a mettere a
disposizione gli strumenti per racco-
gliere, per organizzare e per diffon-
dere il lavoro finora fatto; è indispen-
sabile però, ancora una volta, la col-
laborazione di tutti voi. Grazie e arri-
vederci al prossimo progetto.
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