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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Orientamento e società
compone l’offerta complessiva
del servizio, sono ugualmente
personalizzati ma meno struttu-
rati e cadenzati per fasi “pre-for-
mate”. Questi itinerari spesso si
accompagnano ad esperienze di
formazione
in situazione
costrui-
te sulle esigenze del beneficiario.
Nella successione delle fasi, per
gradi, si costruisce un rapporto
di fiducia, matura un’intesa su
una serie di obiettivi da perse-
guire insieme, si chiarificano le
modalità e caratteristiche degli
interventi e dell’itinerario e so-
prattutto si mira a rendere prota-
gonista il beneficiario di un per-
corso che, via via, diviene sem-
pre più il “suo percorso” verso
obiettivi che possono influire
sull’identità personale oltre che
lavorativa.
Sia nella prima fase conoscitiva
sia
in itinere
è necessario scanda-
gliare la domanda più profonda
del beneficiario (accade che la
domanda verbalizzata non con-
tenga la
domanda sostanziale
di
cui la persona è portatrice talvol-
ta in-consapevole) e in base a
questa orientare la persona alle
scelte più opportune. Nella fase
centrale, cruciale, vengono colti
e approfonditi i punti di debo-
lezza. L’accompagnamento edu-
cativo entra nel vivo con un par-
ticolare sforzo sul rafforzamento
delle risorse presenti. Questo
impegno richiede l’assunzione
di un ruolo attivo e consapevole
del beneficiario che assume le
sue risorse come una sorta di
materia prima per la messa a
punto del suo percorso di vita e
di lavoro. Frequentemente risul-
ta necessario valutare insieme “i
pro e i contro” delle scelte possi-
bili per giungere a decisioni che
possano fronteggiare o risolvere
situazioni di
empasse
che incido-
no sull’area lavorativa. La terza
fase si appoggia sulla valutazio-
ne delle risorse personali con-
dotta precedentemente ed è fina-
lizzata a comporre la valutazio-
ne delle abilità e competenze
afferenti al lavoro e una accurata
analisi degli stili funzionali e
dis-funzionali della persona al-
l’adattamento in una organizza-
zione complessa qual è quella di
ogni ambiente lavorativo.
FINE DELLA PRIMA PARTE
■
NOTE
1) L’articolo intende dare evidenza
di un percorso, avviato nell’anno
2001 dai Servizi sociali del Comune
di Pordenone, teso alla definizione
e realizzazione di uno specifico ser-
vizio di supporto per adulti in con-
dizione di svantaggio sociale fina-
lizzato al favorirne l’accesso nel
mercato del lavoro. In particolare,
lo sforzo di comprensione delle
situazioni dei beneficiari in un con-
testo di estrema differenziazione
delle caratteristiche individuali, l’e-
sigenza di personalizzare gli inter-
venti in un sistema d’offerta neces-
sariamente strutturato, la dialettica
interlocuzione con i contesti pro-
duttivi, la ricerca di un approccio
territoriale che veda coinvolte l’a-
rea del volontariato, dei servizi per
l’impiego, della formazione profes-
sionale, dei servizi sociali di area
sanitaria e sociale, dei servizi d’o-
rientamento, dei soggetti dell’eco-
nomia sociale costruiscono i princi-
pali poli d’azione entro cui si è svi-
luppato il progetto.
2) Si ricorda la particolare esperien-
za della cooperazione sociale di
tipo “b”, di cui alla L. 381/91, nata
principalmente nel contesto dei
servizi psichiatrici e l’esperienza
prima del CASP e poi del SILD nel
contesto dei servizi alla disabilità.
3) L’art. 2 della legge L. 68/99
“Norme per il diritto al lavoro dei
disabili” definisce per “Collo-
camentomirato quella serie di stru-
menti tecnici e di supporto che per-
mettono di valutare adeguatamen-
te le persone con disabilità nelle
loro capacità lavorative e di inserir-
le nel posto adatto…”
4) Si intende qui sottolineare la fon-
damentale assunzione del
setting
della
“messa in situazione”
, che con
la sua concretezza ed immediatez-
za legata all’esecuzione di un com-
pito assume un ruolo centrale nella
attività di progettazione, proprio
per le caratteristiche delle persone
seguite e per la natura del progetto;
5) Si è trattato di un percorso che,
con l’obiettivo di fornire strumenti
di de-codifica della complessità
attraverso la individuazione di
tipologie di beneficiari, ha avuto il
non trascurabile merito di facilitare
la comprensione dei diversi bisogni
velocizzando i tempi di valutazio-
ne e la individuazione di obiettivi
di lavoro nel contesto di un gruppo
articolato di strategie di risposta.
6) E’ inappropriato entrare nel
merito di un’analisi circa lo svan-
taggio sociale in persone affette da
patologia psichiatrica, da una di-
pendenza attiva da sostanze psico-
trope. Il progetto si è occupato
anche di alcuni casi con alta com-
ponente psichiatrica certificata e
casi di tossicodipendenza e alcoldi-
pendenza; tuttavia, il progetto non
è specificamente dedicato a perso-
ne con queste caratteristiche. Que-
ste sono situazioni in cui l’orienta-
mento al lavoro nel contesto di un
servizio sociale può perdere di effi-
cacia correndo il rischio di surroga-
re un opportuno intervento specia-
listico.
Luciano Innocente
Mario Pradella
“Orienta Lavoro”
Servizi sociali
Comune di Pordenone