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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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Libri • la recensione
Franco Angeli 2004
pp. 192
e
18.50
Marco Vinicio Masoni, Bruno Vezzani (a cura di)
LA RELAZIONE EDUCATIVA
La relazione è il filo rosso che
lega i temi trattati in questo
testo; viene analizzata sotto vari
punti di vista e in diversi conte-
sti. Partendo dall’analisi della
relazione madre–bambino (defi-
nita da J. Bruner come aspetto
del
caregiving
) fin dai primi
giorni di vita, si mette in evi-
denza come proprio da questa
stretta interazione nascono la
costruzione di significato della
realtà; significato inteso come
intenzioni comunicative che
vengono apprese ancor prima
di acquisire un linguaggio lessi-
co-grammaticale:è questa una
caratteristica tipica umana.
Questa capacità nel riconoscere
le intenzioni comunicative ren-
de possibile al bambino il conte-
stualizzare le espressioni sim-
boliche, arbitrarie e convenzio-
nali di una lingua nel contesto
sociale delle sue interazioni con
gli altri.
Questa è l’essenza profonda
della comunicazione madre-
bambino che nasce dal rapporto
intersoggettivo ed è la condizio-
ne necessaria per l’uso del lin-
guaggio che per sua costruzione
sarà un linguaggio simbolico.
Al fine dell’adattamento cultu-
rale degli individui diventa
indispensabile anche una cono-
scenza comune alla società in
cui si vive, conoscenza che
diviene presto ‘istituzionalizza-
ta’ e soggetta a standard tradi-
zionali mediante l’utilizzo del
principio di pertinenza che pre-
suppone che tutto ciò che si fa e
si dice in un particolare conte-
sto abbia senso.
Da ciò ne deriva che la realtà è
costruita tramite narrazioni e
negoziazioni nate nella relazio-
ne, che ne fanno condividere il
senso.
Il narrativismo, inteso come
nuovo modo di leggere ed inter-
pretare la realtà, apre nuove
prospettive nella visione stessa
della relazione e nuove moda-
lità nell’intervenire in relazioni
che finora sono state definite
‘malate’ e/o ‘devianti’.
M. V. Masoni descrive, esempli-
ficando accuratamente, il nuovo
modo di porsi nei confronti del-
l’altro sia in situazioni cliniche,
sia psicoterapeutiche che so-
prattutto educative.
Se si assume la posizione narra-
tivistica, e non possiamo fare
diversamente vista la crisi del-
l’istituzione ‘scuola’, la funzio-
ne del formatore, a vari livelli, è
quella di
negoziare, co-narrare,
co-produrre
saperi insieme con i
loro studenti verso un consape-
vole
co-apprendimento
.
Ecco che emerge chiaramente
come da una realtà simbolica e
narrata che troviamo nel rap-
porto madre-bambino, si passa
ad una relazione docente-stu-
dente dove ambedue le parti
hanno uguale dignità e capacità
nel negoziare i saperi nel conte-
sto scolastico per poter ‘narrare’
la realtà che si vive nella cultu-
ra in cui gli individui sono inse-
riti.
L’identità di ogni persona è la
risultante di: cultura, autonar-
razioni ed eteronarrazioni, non
è una realtà immutabile con
qualità cristallizzate; è costruita
nella relazione e solo attraverso
una relazione accettante della
posizione dell’altro possiamo
ampliare, co-costruire, negozia-
re altri aspetti dell’identità.
Non si può pensare, quindi, di
indurre nell’altro dei cambia-
menti senza prima attuare degli
auto-cambiamenti.
In un contesto relazionale dove
è viva e presente l’accettazione
dell’altro, un nostro cambia-
mento permette il cambiamento
dell’altro ed è questa una moda-
lità difficilmente eludibile se si
vuole affrontare la svolta epoca-
le che la scuola si trova quoti-
dianamente a vivere.
La nuova scuola è chiaramente
delineata nell’apporto dato da
K.J. Gergen: in questo nuovo
modo di ‘fare scuola’ la cono-
scenza, da aspetto fondante del-
l’istituzione, diviene un prodot-
to secondario non di menti indi-
viduali ma di relazioni condivi-
se viste attraverso la lettura
della realtà proposta dal model-
lo del costruttivismo sociale.
Questo modello asserisce che i
dialoghi educativi dovrebbero
avere una stretta attinenza (per
quanto possibile) con i problemi
pratici reali e che quindi il com-
pito del processo educativo sta
nel generare contesti nei quali
valore e significato dei dialoghi
sono pienamente realizzati e
più funzionali agli scopi pratici
di persone e comunità.
Dal punto di vista costruzioni-
sta l’individuo non è possessore
di contenuti o di razionalità ma
partecipa ad esse.
Memoria, motivazione, inten-
zione sono il risultato dell’azio-